Leão non brilla più, che succede al fuoriclasse rossonero?

Il fenomeno portoghese da tempo non sembra più lui. La serenità persa compromette le sue prestazioni. E ora che succede?

Frustrazione, rabbia e ansia da prestazione. Sono questi i sentimenti che sembrano fare da padrone in Rafa Leão. Probabilmente la causa è la troppa pressione. Sembra quasi ovvio dirlo visto che lo si dice di tantissimi atleti, i quali dopo un exploit clamoroso, vivono dei momenti di calo prestazionale.

Immagine della curva sud di San Siro
Immagine | Pixabay-wigglesport.it

È successo anche al portoghese. Da tempo le cose non sembrano girare correttamente al Milan. Nonostante l’ottimo punteggio in classifica, il club rossonero non convince. In primo luogo c’è il rendimento pessimo nel girone di Champions League, ma in generale si nota una enorme difficoltà nell’affrontare le sfide più importanti.

Secondo molti, sulle prestazioni deludenti del Milan pesa molto il rendimento altalenante del numero 10.

In effetti il Leão visto fino a questo momento, sembra lontano parente di quello dell’anno scorso e ancora più lontano rispetto all’anno dello scudetto.

E se è lampante che il Milan abbia dei problemi che vadano ben oltre alle sole performance del portoghese, la mancanza del suo giocatore migliore si sente. Eccome se si sente.

La serenità perduta

Rafael Leão è arrivato al Milan da giovane talento. Le sue prestazioni convincevano e non convincevano. Il lavoro di Pioli e la guida di Maldini lo hanno portato a essere sempre più costante. Da perfetto sconosciuto, il classe 99 è diventato un fenomeno del calcio italiano.

Strappi, dribbling, gol e una crescita inarrestabile lo hanno reso il simbolo di questo Milan.

Le aspettative però cambiano, così come la pressione. Se prima il giovane portoghese era un ragazzo che voleva sfondare e non aveva nulla da perdere, oggi la situazione è cambiata. Ora Leão è un campione, un giocatore di fama internazionale che ha sulle spalle il peso di molte aspettative.

Pressioni del genere le riescono a gestire solo gli atleti più esperti e a volte neanche loro. Motivo per cui non ci si aspetta che il rossonero sia nato imparato.

Adesso tuttavia, il fenomeno del Milan si trova di fronte a un’altra sfida, ritrovare la serenità. È un lavoro complicato, non più prettamente tecnico ma mentale. È qualcosa su cui non si è ancora interfacciato ma è lo step fondamentale se vuole fare il definitivo salto di qualità che lo può portare tra i top player mondiali.

Il Milan

Fondamentale è poi la situazione in casa Milan. Da tempo ormai sembra che ci sia nervosismo nello spogliatoio. La questione con Pioli, durante la partita a Napoli, che non ha riguardato solo Leão ma anche Giroud (entrambi hanno protestato dopo la sostituzione), sembra confermare l’ipotesi. Di certo se cosi fosse, per il portoghese sarebbe ancora più difficile ritrovare sé stesso, in quanto non si troverebbe in un ambiente favorevole.

Difficile credere invece a chi sostiene che sia proprio il numero 10 la principale causa del nervosismo all’interno del Milan. Leão sarebbe colpevole di aver sviluppato un ego troppo ingombrante da non essere positivo per l’intera squadra. In realtà i problemi sembrano riguardare tanti aspetti diversi, compresi quelli tattici. E poi l’esterno classe 99 è ancora molto giovane, e quindi è comprensibile che possa commettere errori a livello comportamentale. Sarebbe invece colpa di chi gestisce il gruppo se gli sbagli di un singolo influenzassero l’intero spogliatoio.

Serve una guida per Leão, questo è certo.  Prima Maldini gli faceva da mentore. Ora che l’ex difensore non fa più parte della dirigenza, serve una figura di peso, capace di dargli manforte in un momento difficile. Si è tanto parlato di un possibile ritorno di Ibrahimovic come figura all’interno del club. Difficile dire se potrebbe essere lui il punto di riferimento per il portoghese. In passato per stessa ammissione di Ibra, con Rafa non era riuscito a trovare l’intesa. Forse ora le cose sono cambiate. In ogni caso è importante che il Milan  aiuti Leão a rialzarsi, perché i rossoneri non possono fare a meno di lui.

Impostazioni privacy