Francesco Farioli, il filosofo che sta conquistando la Ligue 1

Non ha il tipico curriculum di un allenatore, ma il suo Nizza, in Ligue 1, è primo e imbattuto

Se c’è una cosa in cui il calcio italiano non è peggiorato, sono gli allenatori. Infatti, se da una parte si fa sempre notare come i giocatori italiani di un tempo fossero migliori, lo stesso non si può dire dei tecnici. Il “Belpaese” ha una tradizione storica di grande successo in questo senso.

D’altra parte si sa, nella tattica, gli italiani, sono maestri.

La nuova generazione di allenatori, non smentisce questa regola.

Francesco Farioli ne è un esempio eclatante. Il tecnico toscano alla guida del Nizza si trova attualmente primo in classifica, ancora imbattuto.

E questo già la dice lunga. In Francia infatti, ci sono squadre molto più attrezzate sia tecnicamente che economicamente, anche senza scomodare il Paris Saint Germain.

La Ligue1 ha superato la fase iniziale; dopo 12 giornate, i risultati ottenuti raccontano che sulla panchina “rossonera” siede un talento lampante.

Tra i segreti del suo Nizza, c’è una difesa solida come una roccia. Ma attenzione a dargli del “catenacciaro”.

Questa etichetta, spesso attribuita agli allenatori italiani, su Farioli non calza affatto. L’allenatore toscano è un innovatore, utilizza le nuove tecnologie sull’analisi dei dati per preparare le partite al meglio, senza trascurare il lato umano, ovvero l’empatia con i giocatori, che considera una parte fondamentale del suo lavoro.

Francesco il “filosofo”

Francesco Farioli nello spogliatoio con la squadra a fine partita
Immagine | Instagram @francescofarioli-wigglesport.it

Quello di Farioli, di certo, non è il classico curriculum di un allenatore. Non vanta un passato da calciatore professionista. Anzi, nel 2013 ha conseguito la laurea in Filosofia con una tesi sull’“estetica del calcio e il ruolo del portiere”. Un elaborato originale per uno che studia Kant e Hegel, ma che dimostra tutta la sua passione per il pallone.

Da un punto di vista tecnico, ha mosso i primi passi come preparatore dei portieri tra i dilettanti. Poi le prime esperienze come allenatore di piccole squadre. Successivamente vola in Qatar ed entra nello staff tecnico dell’Aspire Academy, per far crescere i giovani qatarioti in vista del mondiale di calcio del 2022.

Nel 2017 arriva la svolta. Entra a far parte dello staff di De Zerbi, all’epoca allenatore del Benevento.

Il suo ingresso all’interno del team è del tutto singolare. Ha scritto e inviato una relazione proprio all’allenatore bresciano. L’elaborato riguardava una partita fatta dallo stesso De Zerbi quando era allenatore del Foggia. La relazione è stata talmente apprezzata dal tecnico, al punto da assumere il giovane Farioli come membro del suo staff. Rimane con lui fino al 2020, ufficialmente come preparatore dei portieri. Probabilmente il suo ruolo andava ben oltre l’allenamento degli estremi difensori. Infatti, appena terminata l’esperienza in Italia, parte verso la Turchia per diventare vice-allenatore dell’Alanyaspor. Sempre in Super Lig (campionato turco) arriva la prima panchina. Nel 2021 diventa allenatore del Fatih Karagumruk per una stagione, per poi tornare all’Alanyaspor questa volta assumendo la guida della squadra. Gli ottimi risultati conseguiti hanno fatto si che diversi club europei puntassero l’attenzione sul suo operato. Nell’estate scorsa, viene quindi ufficializzato il suo passaggio al Nizza.

Un giovane prodigio e che personalità!

Farioli è uno di quegli enfant prodige del calcio. Ha l’età di un giocatore esperto, neanche di uno a fine carriera (34 anni). È infatti uno di quei casi in cui un allenatore si trova ad avere in squadra dei calciatori in squadra più vecchi di lui. Tuttavia il tecnico toscano, non manca di personalità. I risultati e il gioco espresso lo certificano. Il più noto quotidiano sportivo francese, “L’Équipe”, qualche giorno fa, ha definito il gioco del Nizza “noioso”. Una critica che appare ingenerosa, visti i successi e visto che la definizione potrebbe far pensare ad un tipico gioco “all’italiana”. Non è così. Il Nizza è in grado di mantenere il possesso palla e giocare quasi sempre con la difesa alta. “Non possiamo giocare sempre in smoking”. Questa la risposta di Farioli al giornale francese. Sottolineando così la necessità di non poter fare un calcio molto spumeggiante anche nelle partite più complesse. Quelle gare in cui si incontrano squadre con un tasso tecnico molto superiore.

Ma in fondo, forse la risposta era anche superflua, nonostante fosse giusta. Si perché l’ultima parola nel calcio spetta comunque al  campo. E i risultati fino a questo momento non potrebbero essere più chiari.

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