Dopo il ritiro a Cincinnati, crescono le domande sui problemi fisici ricorrenti tra i tennisti. Sotto osservazione anche altri casi simili.
L’ultimo a fermarsi è stato Jannik Sinner, durante il torneo di Cincinnati, ma non è il solo. Dopo mesi segnati da stop improvvisi, ritiri inaspettati e problemi fisici ricorrenti, cresce il numero di appassionati che si pongono domande. In particolare sui social, dove la vicenda dell’azzurro ha fatto scattare centinaia di commenti. Qualcuno punta il dito contro i ritmi di gioco, altri ipotizzano conseguenze post-pandemiche, altri ancora tirano in ballo ipotesi meno concrete. Sta di fatto che la sequenza di casi – non solo nel tennis – continua ad aumentare.
Sinner non ha fornito dettagli precisi sui motivi che l’hanno spinto al forfait, ma il suo staff ha parlato di un malessere fisico che ha impedito di scendere in campo. L’episodio si aggiunge ad altri segnali emersi negli ultimi mesi: cali di pressione, spossatezza improvvisa, giramenti di testa. Non solo tra i professionisti. Alcuni utenti citano tornei giovanili o dilettantistici in cui si sarebbero verificati episodi simili. Le reazioni restano frammentate, e spesso polarizzate tra chi chiede più trasparenza e chi invita alla cautela.
Cosa è accaduto a Sinner durante il torneo di Cincinnati
La notizia è arrivata pochi minuti prima dell’inizio della partita: Sinner non avrebbe giocato. Nessuna conferenza stampa, nessun video, solo una nota asciutta diffusa dall’organizzazione. Fonti vicine al team parlano di un malore accusato poco prima del match, abbastanza forte da costringerlo al ritiro immediato. In quel momento si stava preparando per il riscaldamento pre-partita. I dettagli restano vaghi, ma è stato escluso un infortunio muscolare o articolare.

Il giocatore è stato visto lasciare l’impianto scortato dal preparatore atletico e non ha partecipato ad alcuna attività pubblica. Si è parlato di sintomi legati a spossatezza e senso di nausea, ma nessuna diagnosi ufficiale è stata diffusa. Il forfait ha comunque suscitato grande sorpresa, anche tra gli addetti ai lavori. Cincinnati era un torneo importante per il ranking in vista degli US Open, e un ritiro strategico non avrebbe senso. Tutti gli indizi portano a un problema reale e imprevisto.
Nel frattempo, sui social, migliaia di utenti hanno iniziato a commentare l’episodio, collegandolo ad altri ritiri avvenuti in tempi recenti. Alcuni hanno ricordato il caso di Carlos Alcaraz, che ha avuto una ricaduta fisica in semifinale a Toronto. Altri hanno menzionato episodi meno noti, ma documentati, in tornei minori. Non mancano commenti fuori fuoco, eppure la percezione è chiara: si sta creando un filo rosso tra episodi simili che meritano, almeno, un approfondimento.
Il dibattito sui malori tra sportivi e il ruolo dei social
Negli ultimi due anni il numero di atleti che si fermano per “problemi di salute generici” sembra aumentato. E quando non ci sono comunicazioni chiare, i social colmano i vuoti con ricostruzioni personali, teorie alternative e interpretazioni libere. È quello che sta accadendo anche nel caso Sinner. Decine di utenti, sotto i post ufficiali del torneo o nei forum dedicati, mettono in relazione il suo ritiro con altri episodi recenti. Aggiungendo spesso il proprio punto di vista, senza dati a supporto.
Il tennis non è l’unico sport coinvolto. Anche nel calcio, nell’atletica leggera, nel ciclismo si sono verificati casi simili. In alcuni casi si è trattato di semplici crampi o disidratazione. In altri, la causa è rimasta sconosciuta. Le società raramente rendono pubbliche informazioni mediche complete. E anche per questo si alimentano dubbi, sospetti e domande.
Il punto centrale, al momento, non è stabilire una verità assoluta, ma capire cosa stia succedendo davvero. Alcuni medici sportivi invitano a osservare con più attenzione il post-Covid e l’impatto che può aver avuto sulle prestazioni degli atleti, anche a distanza di anni. Altri indicano un calendario agonistico sempre più fitto, con pause minime e viaggi continui. Elementi che, sommati, possono contribuire all’aumento dei malori.
Nel frattempo, Sinner è atteso a New York, dove dovrebbe tornare in campo per preparare l’ultimo Slam della stagione. La sua condizione sarà monitorata con attenzione. Ma intanto, la domanda rimane: quanti altri casi come il suo ci sono stati, senza che se ne sia parlato?