Sinner dice no alla Davis: Panatta rivela cosa avrebbe fatto al suo posto

Sinner dice no alla Davis: Panatta rivela cosa avrebbe fatto al suo posto

Sinner dice no alla Davis: Panatta rivela cosa avrebbe fatto al suo posto - ©ANSA Photo

Luca Baldini

22 Ottobre 2025

Adriano Panatta, icona del tennis italiano e vincitore del Roland Garros nel 1976, ha recentemente rilasciato dichiarazioni che hanno riacceso il dibattito sulla partecipazione di Jannik Sinner alla Coppa Davis. Durante la cerimonia per il premio “Colalucci”, Panatta ha affrontato il tema della scelta del giovane talento altoatesino di non scendere in campo per rappresentare l’Italia in questa storica competizione.

le differenze tra il tennis di ieri e di oggi

In un contesto sportivo profondamente cambiato nel corso degli anni, Panatta ha voluto sottolineare le differenze tra il tennis di oggi e quello della sua epoca. “Il momento storico di oggi non può essere paragonato al nostro,” ha affermato. Sebbene le dinamiche del tennis moderno siano molto diverse, l’ex campione ha espresso il suo punto di vista personale: “Se poi mi chiedete se io al suo posto avrei giocato, la mia risposta è sì, avrei giocato.” Tuttavia, ha anche precisato che questa opinione non deve essere interpretata come una critica alla decisione di Sinner.

La scelta di Jannik Sinner di non partecipare alla Coppa Davis ha suscitato reazioni contrastanti tra i tifosi e gli esperti del settore. Molti hanno compreso le ragioni dietro la sua decisione, legate principalmente alla necessità di gestire al meglio il proprio calendario e le proprie energie. Sinner, che ha già raggiunto traguardi significativi nel circuito ATP, è consapevole dell’importanza di preservare il proprio corpo e la propria carriera, specialmente in un momento in cui le aspettative su di lui sono estremamente elevate.

il cambiamento nella percezione del tennis

Panatta ha messo in evidenza come la percezione del tennis sia cambiata negli anni: “Oggi è tutto diverso, se andate a un torneo i giocatori non si vedono mai, se non in campo o alla conferenza stampa. Oggi è tutto accentuato.” Questa osservazione riflette un aspetto fondamentale della contemporaneità sportiva: l’attenzione mediatica e le pressioni commerciali che gravano sui giocatori di alto livello. In passato, i campioni avevano un rapporto più diretto e visibile con i loro tifosi, mentre oggi il concetto di privacy e gestione dell’immagine è diventato cruciale.

L’assenza di Sinner dal team azzurro per la Coppa Davis, una competizione che ha storicamente unito i tennisti di tutto il mondo, ha sollevato interrogativi su come le nuove generazioni di atleti percepiscano il significato di rappresentare il proprio paese. Panatta stesso ha vissuto un’epoca in cui il senso di appartenenza e il patriottismo sportivo erano forti motori di motivazione. Le sue parole ci invitano a riflettere su come le nuove generazioni possano avvicinarsi a questo concetto, spesso in conflitto con le esigenze individuali di una carriera sportiva.

la preparazione fisica e mentale nel tennis moderno

In aggiunta, è interessante notare come il tennis moderno richieda ai giocatori una preparazione fisica e mentale senza precedenti. Gli atleti devono affrontare un calendario fitto di impegni, che include tornei che vanno dall’Australian Open al Roland Garros, passando per Wimbledon e gli US Open. Le pause tra un torneo e l’altro sono minime, e la gestione delle forze diventa fondamentale per evitare infortuni e burnout. Sinner, che ha già dimostrato di avere una carriera promettente davanti a sé, potrebbe aver ritenuto che la partecipazione alla Coppa Davis non fosse compatibile con le proprie esigenze di preparazione e recupero.

In questo contesto, la figura di Panatta emerge come una voce di saggezza e esperienza. La sua carriera, costellata di successi e sfide, offre una prospettiva unica su come affrontare le pressioni e le aspettative. La sua decisione di giocare per l’Italia, anche in momenti difficili, è un esempio di dedizione che ha ispirato generazioni di tennisti. Oggi, tuttavia, il panorama è radicalmente cambiato, e le scelte dei giocatori devono essere viste sotto una nuova luce.

La discussione su Sinner e la Coppa Davis potrebbe anche stimolare un dibattito più ampio sulle aspettative verso i giovani atleti. L’idea che un giocatore debba sempre anteporre il dovere nazionale ai propri interessi personali è una narrativa che sta cambiando. La salute mentale e fisica degli atleti è diventata una priorità, e le decisioni come quella di Sinner potrebbero segnare un passo verso una maggiore consapevolezza e rispetto per le esigenze individuali.

Il tennis, come molti altri sport, è in continua evoluzione e le voci del passato, come quella di Panatta, possono servire da guida per navigare le sfide del presente e del futuro. La scelta di Sinner di rimanere a casa potrebbe essere vista non solo come una rinuncia, ma anche come un’affermazione della sua volontà di costruire una carriera duratura e sostenibile, in un mondo sportivo sempre più impegnativo.

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