Milano dice sì alla vendita dello stadio San Siro: cosa cambia per il futuro del calcio in città

Milano dice sì alla vendita dello stadio San Siro: cosa cambia per il futuro del calcio in città

Milano dice sì alla vendita dello stadio San Siro: cosa cambia per il futuro del calcio in città - ©ANSA Photo

Luisa Marcelli

30 Settembre 2025

Nella notte tra il 20 e il 21 ottobre 2023, il Consiglio comunale di Milano ha preso una decisione storica che segnerà un nuovo capitolo nella storia calcistica della città. Dopo un’intensa seduta di quasi 12 ore, è stata approvata la delibera che consente la vendita dello stadio San Siro, ufficialmente noto come Stadio Giuseppe Meazza, ai club calcistici Inter e Milan. Il voto ha visto un esito di 24 favorevoli, 20 contrari e nessun astenuto, mentre due consiglieri non hanno partecipato all’importante votazione.

dettagli della delibera

La delibera approvata prevede la vendita del Meazza e delle aree circostanti per un valore di 197 milioni di euro. La proposta è stata sostenuta principalmente dalla maggioranza di centrosinistra, ma ha suscitato forti opposizioni. Tra i 20 voti contrari, si contano sette membri della stessa maggioranza, insieme a rappresentanti di Lega, Fratelli d’Italia e Noi Moderati. Un caso particolare è rappresentato da Alessandro De Chirico, un consigliere di Forza Italia che ha scelto di discostarsi dalla linea del suo partito votando contro la delibera.

il dibattito acceso

La questione della vendita di San Siro ha generato ampie discussioni sia tra i consiglieri comunali che tra i cittadini. Il progetto per un nuovo impianto, che prevede l’abbattimento dello storico stadio, è stato presentato come necessario per rimanere competitivi a livello nazionale e internazionale. Tuttavia, l’addio a un simbolo come San Siro ha sollevato preoccupazioni tra i tifosi e i cittadini, che vedono in questo atto non solo una perdita di un luogo iconico, ma anche un cambiamento radicale nella cultura calcistica della città.

Durante il dibattito, l’atmosfera è diventata particolarmente tesa. Le opinioni espresse dai consiglieri erano contrastanti: alcuni sottolineavano l’importanza di preservare la storia e l’identità di San Siro, mentre altri enfatizzavano la necessità di modernizzazione e innovazione. In particolare, i Verdi hanno messo in evidenza gli impatti ambientali e sociali di un progetto di tale portata, chiedendo maggiore attenzione verso le esigenze della comunità e dell’ambiente.

la svolta decisiva

Nonostante le polemiche, la svolta decisiva è arrivata alle 3 di notte, quando è stato approvato un sub emendamento definito “tagliola”, che ha fatto decadere tutti i 239 emendamenti presentati. Questo passaggio ha ridotto notevolmente il campo di discussione e ha accelerato il processo verso l’approvazione della delibera. Tuttavia, molti consiglieri hanno criticato questa manovra, sostenendo che ha limitato il dibattito democratico e ha reso difficile una valutazione completa delle proposte di modifica.

Il capogruppo della Lista Beppe Sala Sindaco, Marco Fumagalli, ha scelto di non partecipare al voto e ha annunciato la sua intenzione di dimettersi, evidenziando il malcontento che ha accompagnato la discussione sulla delibera. Anche Manfredi Palmeri del centrodestra ha deciso di astenersi, segnalando un clima di disaccordo interno che ha caratterizzato l’intero processo.

prospettive future

La vendita di San Siro non riguarda solo la realizzazione di un nuovo stadio, ma è parte di un più ampio programma di riqualificazione urbana che include investimenti significativi nelle infrastrutture della città. Inter e Milan hanno presentato progetti ambiziosi che mirano a creare un impianto moderno, in grado di ospitare eventi sportivi e culturali, con un’attenzione particolare alla sostenibilità.

Molti esperti e analisti del settore sportivo hanno commentato la decisione, sottolineando come il nuovo stadio potrebbe rappresentare un’opportunità per aumentare le entrate dei club attraverso eventi e sponsorizzazioni. Tuttavia, avvertono che la transizione deve essere gestita con attenzione per non alienare la base di tifosi storici, che hanno una forte connessione emotiva con il Meazza.

Le reazioni della cittadinanza sono state variegate: mentre alcuni accolgono con favore l’idea di un nuovo stadio e delle opportunità economiche che potrebbero derivarne, altri esprimono preoccupazione per la perdita di un simbolo storico della città. In questo contesto, il dibattito su come preservare l’eredità culturale di San Siro mentre si guarda al futuro è destinato a rimanere acceso.

La decisione del Consiglio comunale di Milano segna dunque un capitolo importante nella storia calcistica della città, ma anche nella gestione urbanistica, che si trova di fronte alla sfida di coniugare modernità e tradizione in un contesto in continuo cambiamento.

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