Calcio

Messi e Ronaldo, calcio e calciatori: cosa hanno in comune?

Cosa succede al calcio europeo? I dati parlano chiaro: quattro dei cinque calciatori più pagati al mondo sono lontani dal vecchio continente: trattasi di Cristiano  Ronaldo, Messi, Neymar e Benzema. Quattro calciatori che, per motivi diversi, hanno scelto la periferia del pallone. Sufficiente per parlare di cambiamento?

Messi, CR7: Il calcio dei calciatori, diverso da quello dei club

Il mondo del calcio è profondamente cambiato, sino a sdoppiarsi in due ecosistemi che convivono all’interno dello stesso pianeta: i calciatori e i club, due entità ormai assolutamente distinte e separate. Sino alla sentenza Bosman, comandavano le società, padrone assolute dei calciatori. Dopo la rivoluzione, comandano i calciatori. Basti pensare all’Inter Miami o Al – Nassr: non avranno la stessa storia di Real Madrid e Barcellona, ma grazie a Cristiano Ronaldo e Messi possono guardare negli occhi i club che hanno scritto la storia del calcio senza abbassare la testa. Il PSG, nei social e nella vendita di magliette, paga dazio all’Inter Miami. Il Real Madrid ha continuato a vincere anche senza Ronaldo, ma è meno seguita della squadra saudita e dello stesso calciatore portoghese sui social. Il motivo è semplice: il gusto e, di conseguenza, l’esperienza del tifoso è cambiata. Non ci si lega a una squadra, ma al campione. In parole povere, i nuovi utenti, gli appassionati di calcio del futuro, non hanno una squadra del cuore: tifano, piuttosto, Messi, Ronaldo e Mbappé.

I calciatori e la loro forza: monetizzare il “marchio”

Immagine | Ansa

Il prototipo del calciatore 2.0 non è più identificabile in una squadra. Le bandiere non esistono più, o meglio, si sono trasformate in un marchio. E tanti calciatori e procuratori ai massimi livelli, specialmente i più noti e apprezzati, hanno intercettato immediatamente il processo di  cambiamento. Basti pensare a chi sfrutta la legge Bosman per liberarsi a parametro zero. Non sono più calciatori a fine carriera a caccia dell’ultimo ingaggio, ma top player assolutamente consapevoli della loro scelta: garantirsi uno stipendio più elevato, in quanto la società è “acquirente” e non deve sborsare un euro per il cartellino. C’è anche chi ha saputo raddoppiare i propri ingaggi atterrendo il club, terrorizzato dall’idea di perdere un capitale senza ricavarci un euro. È il caso di Mbappé che ha rinnovato con il PSG senza svincolarsi, strappando uno stipendio da nababbo e con la possibilità, comunque, poter lasciare la capitale francese. Inevitabile. I calciatori sono dei marchi che, in quanto tali, muovono gli ingranaggi del sistema calcio contribuendo, nel contempo, alle fortune della squadra che ne detiene il cartellino. È un circuito virtuoso: più vale il calciatore, più è appetibile, tanto più i club di appartenenza possono guadagnare dalla loro presenza in campo in termini di fatturato.

 

 

Luigi Pasquale Pellicone

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