Lo Cicero: il rugby punisce chi rifiuta la nazionale

Lo Cicero: il rugby punisce chi rifiuta la nazionale

Lo Cicero: il rugby punisce chi rifiuta la nazionale - ©ANSA Photo

Luca Baldini

21 Ottobre 2025

La recente decisione di Jannik Sinner di non partecipare alle Finali di Coppa Davis ha acceso un acceso dibattito nel mondo dello sport italiano. L’ex rugbista Andrea Lo Cicero, con un passato di 103 presenze nell’Italrugby, ha espresso pubblicamente il suo disappunto per la scelta del giovane tennista. Intervenuto a Radio1 Sport Rai, Lo Cicero ha affermato: “Mi dispiace, è un no alla propria Nazionale, e se lo fai nel rugby vieni squalificato”. Questo commento ha messo in luce un tema cruciale per molti atleti: il senso di appartenenza e il rispetto verso la propria nazione.

il legame con la maglia azzurra

Nel rugby, come in molti sport di squadra, il legame con la maglia azzurra è considerato sacro. Lo Cicero ha continuato a sottolineare che, pur comprendendo le ragioni di Sinner — come la necessità di riposo dopo un periodo di intensa competizione — “poteva gestire in maniera diversa la cosa”. Il tennista altoatesino, classe 2001, ha avuto un anno straordinario, conquistando titoli importanti e scalando la classifica mondiale. Tuttavia, il suo rifiuto di partecipare alla Coppa Davis ha sollevato interrogativi sul suo impegno verso la squadra nazionale.

  1. Tutti gli sport di squadra sono composti da singoli che contribuiscono alla composizione del gruppo.
  2. Anche nel tennis, specialmente in competizioni come la Davis, il lavoro di squadra è fondamentale.

responsabilità degli atleti

Il dibattito non si limita solo alla figura di Sinner, ma tocca anche il tema più ampio del rapporto tra atleti individuali e le loro nazionali. Negli sport di squadra, gli atleti devono spesso mettere da parte i propri interessi personali per il bene del gruppo. La Coppa Davis, in particolare, è un evento che riunisce i migliori tennisti di un paese, creando un’atmosfera di competizione sana e di orgoglio nazionale. La scelta di un atleta di non partecipare a tali eventi può essere vista come una mancanza di rispetto nei confronti dei compagni di squadra e dei tifosi.

Lo Cicero ha ulteriormente messo in evidenza l’importanza di Sinner come modello per le nuove generazioni di sportivi. “Rappresenta un esempio per tantissimi giovani”, ha affermato, sottolineando come il suo comportamento possa influenzare le aspirazioni di molti ragazzi che sognano di seguire le sue orme. La responsabilità di un atleta non si limita alle vittorie sui campi di gioco, ma si estende anche al modo in cui si comporta al di fuori di essi, specialmente quando si tratta di rappresentare la propria nazione.

la necessità di un dialogo

In questo contesto, Lo Cicero ha espresso la speranza che Sinner possa rivedere la sua posizione e considerare l’importanza di partecipare agli impegni in maglia azzurra. “Lo farei ragionare, gli farei capire quanto è importante”, ha detto, evidenziando la necessità di incoraggiamento per i giovani atleti. Il supporto e la comprensione da parte di figure di riferimento nel mondo dello sport possono fare la differenza nel modo in cui un atleta percepisce il suo ruolo e le sue responsabilità.

La questione del rifiuto di Sinner non è un caso isolato. Anche altri atleti, in vari sport, hanno espresso la necessità di prendere pause per motivi di salute fisica e mentale. La pressione a cui sono sottoposti i professionisti dello sport è in costante aumento e, in un’epoca in cui il benessere degli atleti sta diventando sempre più centrale, è fondamentale trovare un equilibrio tra impegni sportivi e necessità personali.

La storia di Jannik Sinner è solo all’inizio e il suo percorso nel mondo del tennis è ancora lungo e pieno di opportunità. La speranza è che possa trovare un modo per conciliare le sue esigenze personali con il dovere di rappresentare l’Italia, diventando così un esempio non solo per i giovani tennisti, ma per tutti gli sportivi.

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