
De Rossi: il futuro del calcio italiano inizia dalle strade - ©ANSA Photo
La questione del talento calcistico in Italia continua a suscitare dibattiti accesi tra appassionati, esperti e addetti ai lavori. Nonostante la vittoria dell’Europeo nel 2021, il dibattito su perché l’Italia non riesca a produrre campioni come in passato è ancora attuale. Daniele De Rossi, ex capitano della Nazionale e attuale proprietario dell’Ostiamare, ha recentemente espresso la sua opinione in merito, sottolineando un aspetto cruciale: la mancanza di calcio giocato per strada.
Durante una conferenza stampa in cui si è parlato della riqualificazione del centro sportivo Anco Marzio di Ostia, De Rossi ha dichiarato: “Per sviluppare i ragazzi come noi mancano ore di calcio a settimana per strada”. Le parole di De Rossi evidenziano un problema culturale e sociale che va oltre il semplice aspetto tecnico del gioco. In molte altre nazioni, come Argentina e Brasile, il calcio non è solo uno sport, ma un vero e proprio stile di vita, una passione che si vive quotidianamente nei campi di strada, nei parchi e nei cortili. In queste situazioni informali, i giovani calciatori hanno l’opportunità di sperimentare, divertirsi e sviluppare le proprie capacità in modo spontaneo e creativo.
La libertà di giocare
L’ex ‘Capitan Futuro’ ha anche confrontato la situazione italiana con quella dei paesi che continuano a produrre talenti di caratura mondiale. “Se guardiamo Argentina e Brasile – ha aggiunto – la sensazione è che loro continuino a giocare tanto per strada”. Questo confronto mette in luce una differenza fondamentale nella formazione dei giovani atleti:
- Libertà di esprimersi: giocare senza le rigide strutture delle accademie calcistiche.
- Improvvisazione: sviluppare la creatività attraverso il gioco informale.
- Passione: vivere il calcio come un momento di svago e socializzazione.
La situazione dell’Ostiamare
De Rossi ha poi parlato della Roma, squadra con cui ha legato la sua carriera da calciatore. Ha confermato di aver sentito Claudio Ranieri solo al suo ritorno sulla panchina giallorossa, sottolineando il suo affetto e stima nei suoi confronti, ma senza averlo ricontattato successivamente. La sua testimonianza mette in evidenza le relazioni umane all’interno del mondo del calcio, dove i legami tra ex compagni e tecnici possono influenzare il clima e la mentalità all’interno di un club.
In merito alla situazione dell’Ostiamare, De Rossi ha parlato del progetto per il nuovo stadio, specificando che non è possibile fornire date certe sulla sua conclusione. Questo aspetto è cruciale, poiché la costruzione di infrastrutture adeguate è fondamentale per lo sviluppo del calcio giovanile e per creare un ambiente professionale e stimolante. L’assessore comunale Alessandro Onorato ha confermato l’impegno dell’amministrazione nel sostenere il progetto, evidenziando i progressi compiuti: “La tribuna abusiva è stata abbattuta, come il padel. Tra pochi giorni verranno eliminati gli spogliatoi abusivi e sono già arrivati quelli temporanei. Possiamo dire che in meno di 6 settimane De Rossi e il suo gruppo hanno fatto più di quanto fatto negli ultimi 15 anni”.
Verso un futuro migliore
Queste parole dimostrano non solo la volontà di De Rossi di investire nel calcio locale, ma anche l’importanza della collaborazione tra le istituzioni e le associazioni sportive nel creare un futuro migliore per i giovani atleti. La riqualificazione del centro sportivo Anco Marzio rappresenta un passo significativo verso la valorizzazione del talento giovanile, offrendo spazi adeguati per l’allenamento e la crescita dei ragazzi.
Tuttavia, la questione del talento calcistico italiano è complessa e multifattoriale. Non si tratta solo di avere le strutture giuste, ma anche di promuovere una cultura del gioco che incoraggi l’improvvisazione, la creatività e la passione. In un mondo in cui il calcio è sempre più commercializzato e strutturato, recuperare l’essenza del gioco di strada diventa fondamentale per riscoprire quel talento innato che ha caratterizzato le generazioni passate.
De Rossi, con la sua esperienza e il suo amore per il calcio, rappresenta una figura simbolo di speranza per tanti giovani calciatori italiani. La sua visione di un calcio più vicino alle radici, più accessibile e più giocato nei quartieri e nei parchi, potrebbe rivelarsi la chiave per riportare l’Italia ai vertici del calcio mondiale.
L’auspicio è che le nuove generazioni possano avere la possibilità di crescere in un ambiente dove il gioco è visto non solo come un’opportunità di carriera, ma come un momento di svago e socializzazione. Solo così potremmo sperare di vedere tornare in campo i nuovi Totti e Del Piero, pronti a scrivere nuove pagine di storia per il calcio italiano.