
De Laurentiis si impegna a finanziare la ristrutturazione dello stadio 'Maradona' - ©ANSA Photo
Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha recentemente espresso la sua ferma intenzione di finanziare la ristrutturazione dello stadio Diego Armando Maradona durante un evento organizzato da Fratelli d’Italia a Napoli. Le sue dichiarazioni hanno acceso un ampio dibattito sull’importanza di migliorare uno degli impianti sportivi più iconici d’Italia, specialmente in vista di eventi futuri come l’Euro 2032.
Nel suo intervento, De Laurentiis ha affermato: “I fondi per ristrutturare lo stadio Maradona li metterò io, ma la fattibilità dei lavori dipende dalle verifiche in corso.” Queste parole evidenziano il suo impegno personale e il desiderio di modernizzare un impianto che ha visto passare generazioni di tifosi e che è un simbolo della storia calcistica non solo di Napoli, ma dell’intera Italia. Ha anche espresso la sua frustrazione nei confronti della burocrazia, sottolineando: “Dico ad Abodi: perché fare gli ‘scassambrella’, controlli inutili per capire se Napoli potrà ospitare tre partite di Euro 2032?”
la necessità di scadenze chiare
De Laurentiis ha messo in evidenza l’importanza di stabilire scadenze chiare per i lavori di ristrutturazione. Ha dichiarato che, se Napoli non fosse in grado di completare il restyling entro il 2029, sarebbe opportuno considerare altre città per l’evento. Questo riflette la sua frustrazione per una burocrazia che potrebbe ostacolare il progresso e la modernizzazione dello stadio.
Un tema ricorrente nel suo discorso è stato il legame tra il club e la città di Napoli. “Mi dispiacerebbe dover lasciare il Maradona, stiamo facendo il possibile per restare,” ha affermato, sottolineando l’importanza del legame emotivo tra il club e i suoi tifosi. Ha evidenziato anche alcuni problemi pratici legati alla gestione dello stadio, come la mancanza di posti auto e la necessità di spazi commerciali adeguati. Ha dichiarato: “Vorrei uno stadio da 65mila posti per i tifosi di casa e tremila per gli ospiti,” esprimendo la sua visione per un impianto moderno.
la storia e le sfide dello stadio
Il presidente del Napoli ha accennato alla storia dello stadio, costruito nel 1959 e ristrutturato nel 1990, sottolineando che la sua età e usura sono fattori critici da considerare per qualsiasi intervento di ristrutturazione. Ha fatto riferimento al supporto del professor Cosenza, assessore ai lavori pubblici, per valutare la situazione attuale dello stadio e capire quali interventi siano necessari per garantirne la sicurezza e l’efficienza.
Un argomento di particolare attenzione è stata la pista di atletica presente allo stadio. De Laurentiis ha discusso dell’opzione di mantenerla o rimuoverla, evidenziando che, se si volesse avvicinare gli spalti al campo, si dovrebbe affrontare una serie di lavori complessi che ridurrebbero significativamente la capienza dello stadio. Ha spiegato: “Ogni anno ridurrebbe la capienza di 18mila spettatori per settore,” mettendo in luce le sfide che il club deve affrontare per bilanciare la tradizione con le esigenze moderne.
In un contesto più ampio, De Laurentiis ha parlato della collaborazione con il Comune di Napoli, riconoscendo le difficoltà economiche che non consentono di investire ingenti risorse nel settore sportivo. Ha dichiarato: “Abbiamo lavorato duramente per restituire alla città il prestigio che merita,” ma ha anche sottolineato che la situazione complessa richiede soluzioni finanziarie senza appoggiarsi completamente alle istituzioni.
Infine, ha menzionato l’idea di riaprire il terzo anello dello stadio, suggerendo di realizzare salottini per aziende e rappresentanze, affermando: “Chi acquista questi spazi lo fa per motivi di rappresentanza e ospitalità, più che per passione sportiva.” Questa visione commerciale indica una direzione chiara nella gestione dello stadio.
Le parole di De Laurentiis mostrano non solo la sua determinazione a modernizzare il Maradona, ma anche un profondo legame con la città e con la sua storia calcistica. Mentre i tifosi attendono con ansia ulteriori sviluppi, la sfida rimane quella di trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione, in un contesto che richiede decisioni rapide e coraggiose.