Coppa Davis: sguardo di sfida tra Sinner e Pietrangeli, ecco perché

Tensione dopo la vittoria della Coppa Davis

Durante la cerimonia della vittoria della Coppa Davis, si è verificato un momento di tensione. All’arrivo dell’ex tennista ormai novantenne Nicola Pietrangeli, Jannik Sinner ha avuto un’espressione che molti hanno ritenuto di stizza. La reazione sarebbe legata ad alcune dichiarazioni di Pietrangeli su chi dei due sia il miglior tennista italiano di sempre. Un paragone difficile, se non impossibile, dato l’enorme quantità di tempo passata tra le carriere dei due campioni.

Sinner e Pietrangeli, la storia e le dichiarazioni

“È un bravo ragazzo, ma non riuscirà a fare quello che ho fatto io nemmeno in due vite”. Così, in un’intervista, Nicola Pietrangeli ha definito Jannik Sinner. L’ex tennista ormai 90enne è stato il capitano della prima nazionale che fu in grado di vincere la Coppa Davis, nel 1976. Da giocatore è stato il tennista italiano più vincente di sempre, facendo segnare record ancora oggi imbattuti.

Le sue statistiche generali sono impressionanti. Pietrangeli ha vinto, in 20 anni di carriera, 687 match, perdendone 278. Una percentuale di successo del 71% che lo ha portato ad aggiudicarsi 48 titoli. È tutt’ora il tennista italiano ad aver avuto il ranking più alto, il terzo posto nella classifica mondiale, per due anni consecutivi.

Per quanto riguarda i Grandi Slam, i tornei più importanti del tennis, Pietrangeli è stato uno specialista del Roland Garros. Ha vinto il torneo francese per due anni consecutivi, il ’59 e il ’60, in singolo. Nel 1958 si era aggiudicato il doppio misto, mentre nel 1959 il doppio maschile. Altro risultato di rilevo fu la finale nel doppio a Wimbledon nel ’56 e la semifinale sempre in Inghilterra del 1960. Un risultato quest’ultimo che è rimasto senza paragoni nel tennis italiano fino al 2021, quando è stato pareggiato da Matteo Berrettini.

Palline da tennis su un campo veloce
Unsplash @Hermes Rivera | wigglesport.it

A livello di nazionali, inseguì senza riuscire mai a vincerla la Coppa Davis per due volte, nel 1960 e nel 1961. Due secondi posti che hanno lasciato per anni un conto aperto con la principale competizione internazionale a squadre di tennis. Pietrangeli si è anche aggiudicato un bronzo olimpico nel 1968 e un oro ai giochi del Mediterraneo di Napoli nel 1963. Infine, da capitano non giocatore, vinse la Coppa Davis nel 1976, guidando la squadra di Panatta al successo in Cile.

Una carriera indubbiamente stellare, che però soffre di alcuni anacronismi rispetto a quella dei dei tennisti moderni. Prima di tutto si è svolta prima di quella che viene chiamata l’era “Open”, del tennis, quella attuale. Un’epoca radicalmente diversa, con una netta divisione tra professionisti e non professionisti e un modo di intendere lo sport spiccatamente di inizio ‘900, pur avendo passato la metà del secolo da diversi anni. Non esisteva ad esempio un modo univoco di classificare i tennisti.

Quando si dice che Pietrangeli fu per due anni consecutivi il terzo miglior tennista al mondo poi, si fa riferimento a una classifica stilata alla fine dell’anno da Lance Tingay, del giornale inglese The Daily Telegraph. Non esisteva un sistema di punteggi legato ai risultati nei tornei, come è invece oggi per la classifica ATP. Retaggi di uno sport antichissimo che negli ultimi 50 anni è cambiato radicalmente, sia per il modo di giocare che per le istituzioni che lo regolano.

Oggi Sinner è considerato un campione. A soli 22 anni ha già vinto 10 titoli e ha una percentuale di vittorie del 71%, del tutto simile a quella di Pietrangeli. Il suo ranking migliore, che è anche quello attuale, è il quarto posto, ma come già spiegato è difficile paragonare questo risultato al terzo posto di Pietrangeli nel 1959 e nel 1960. Due punti fermi però rimangono, al momento. Le performance nei Grandi Slam di Pietrangeli sono senza dubbio superiori a quelle di Sinner. L’altoatesino non ha ancora raggiunto nemmeno una finale, pur avendola sfiorata quest’anno a Wimbledon.

L’altro capitolo di questo confronto è quello più recente. Sinner ha vinto, con un ruolo più che decisivo, la Coppa Davis da giocatore, impresa sfuggita a Pietrangeli. Trattandosi di una competizione di squadra, questo risultato dice forse meno di altri sul paragone tra i due, ma rimane un traguardo che l’altoatesino può vantare sul tennista di origini russe. Le sue dichiarazioni suonano quindi quantomeno esagerate. Sinner in un certo senso ha già fatto più di quanto abbia fatto Pietrangeli.

La seconda Coppa Davis dell’Italia

La Coppa Davis dell’Italia è stata un percorso a ostacoli. Sia nei quarti di finale contro l’Olanda che nella semifinale contro la Serbia del numero 1 al mondo Novak Djokovic, la Nazionale ha dovuto ricorrere al doppio per mettere la parla fine ai match. Con Sinner in campo gli Azzurri non hanno mai perso ma, senza di lui, prima della finale non avevano nemmeno mai vito in questa final 8.

Nell’ultima partita del torneo però la Nazionale ha trovato in Matteo Arnaldi il suo eroe inatteso. Il tennista italiano, al suo esordio alla Coppa Davis, è riuscito in un match rocambolesco a strappare la prima vittoria contro l’Australia. Un successo che ha permesso alla nazionale di dare a Sinner la chance per chiudere il discorso senza andare al doppio. Così è stato. Sinner è salito in cattedra dopo un paio di game incerti e ha sconfitto il suo avversario, il numero 7 al mondo Alex de Minaur, in due set. Il primo si è concluso sul 6-3, mentre nel secondo l’altoatesino non ha lasciato nemmeno un game all’australiano. 6-0, Bagle come si dice in gergo, e vittoria in un torneo che l’Italia non otteneva da quasi mezzo secolo.

Sinner davanti alla Coppa Davis
EPA | wigglesport.it

Una vittoria che ha permesso a Sinner di vantare un risultato che Pietrangeli non ha mai potuto sfoggiare. Al ragazzo altoatesino mancano però ancora i risultati individuali, su tutti la vittoria di un Grande Slam. Fino a quel momento, Pietrangeli potrà ancora mantenere, senza troppi dubbi, il titolo di tennista italiano più forte di sempre. Le carriere dei due potrebbero rimanere però imparagonabili, per le enormi differenze che il tennis di mezzo secolo fa ha con quello di oggi.

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