
Un arbitro transgender fa la storia in una gara internazionale - ©ANSA Photo
Domani, il calcio europeo vivrà un momento storico con la prima designazione di un arbitro transgender per una partita ufficiale a livello internazionale. Si tratta di Sapir Berman, un’arbitra israeliana di 30 anni, che ha annunciato la sua transizione nel 2021. Berman dirigerà una partita di qualificazione per gli Europei femminili under 17 tra Irlanda del Nord e Montenegro a Belfast, seguita da un altro incontro tra Kazakhstan e Montenegro. Questo evento rappresenta un passo significativo verso l’inclusione e la diversità nel mondo dello sport, spesso caratterizzato da rigidità e tradizioni.
Un grande onore e un messaggio di speranza
Sapir Berman ha dichiarato che diventare arbitro internazionale è per lei “un grande onore, un grande orgoglio” e un’opportunità per continuare a praticare ciò che ama. “Il calcio è il mondo che mi ha plasmato e dove sono cresciuta”, ha affermato, consapevole dell’importanza del suo ruolo. Affronta questa nuova sfida con “profonda umiltà” e spera di rappresentare il proprio Paese e difendere i diritti delle donne nella comunità LGBTQ+. La sua presenza sul campo non è solo un traguardo personale, ma un messaggio potente: “Ogni sogno è possibile”.
La visibilità degli atleti transgender
La questione della visibilità degli atleti transgender nello sport professionistico è cruciale e Berman lo riconosce. Crede fermamente che tale visibilità possa promuovere il riconoscimento e l’inclusione della comunità LGBTQ+. Per le giovani atlete che parteciperanno alla competizione, la presenza di figure come lei può avere un impatto significativo. “Quando le giovani giocatrici vedono la diversità sul campo, aiuta a rendere normale l’inclusione e invia un forte messaggio che ciò che conta davvero è il talento e l’impegno”, ha sottolineato.
Una carriera in ascesa e una sfida globale
La carriera di Berman come arbitro è iniziata 14 anni fa, e nel tempo si è affermata come una delle migliori della Prima Lega israeliana maschile. La sua designazione per un incontro internazionale arriva in un periodo in cui il dibattito sugli atleti transgender sta prendendo piede nel panorama sportivo globale. Negli Stati Uniti, ad esempio, il tema è stato al centro di controversie politiche, con l’ex presidente Donald Trump che ha sostenuto l’interdizione della partecipazione di atleti transgender alle competizioni sportive femminili universitarie.
Inoltre, le norme sulla partecipazione degli atleti transgender alle gare internazionali sono tornate in discussione durante la corsa alla presidenza del Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Queste discussioni evidenziano l’importanza di stabilire linee guida chiare e giuste che possano garantire il diritto di ogni atleta di competere in base alla propria identità di genere, senza discriminazioni.
Berman rappresenta quindi non solo una figura di riferimento nel mondo del calcio, ma anche un simbolo di speranza e cambiamento per molte persone nel mondo sportivo e oltre. La sua designazione dimostra che il mondo dello sport sta iniziando a riconoscere e ad accettare la diversità, anche se ci sono ancora molte sfide da affrontare.
In Italia, come nel resto del mondo, la questione degli atleti transgender è oggetto di crescente attenzione. Il calcio femminile, in particolare, sta vivendo un momento di grande espansione e visibilità, e la presenza di figure come Berman potrebbe stimolare un dialogo più ampio e costruttivo su questi temi. Le federazioni sportive e i vari organi di governo del calcio hanno la responsabilità di garantire che tutti gli atleti, indipendentemente dalla loro identità di genere, abbiano accesso a pari opportunità e possano competere liberamente.
La nomina di Berman per la partita di domani è quindi un evento che va oltre il semplice svolgimento di una gara: è una celebrazione della diversità e un richiamo alla comunità sportiva affinché continui a lavorare per un ambiente più inclusivo e accogliente per tutti. Con il suo esempio, Berman spera di ispirare altre persone a seguire le proprie passioni, indipendentemente dalle sfide che potrebbero affrontare lungo il cammino.