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Toro, Vagnati esprime delusione: perché il Var non è intervenuto?

La questione dell’uso della tecnologia nel calcio continua a suscitare dibattiti accesi e controversie. L’ultima intervista del direttore tecnico del Torino, Davide Vagnati, non fa eccezione. Dopo la partita di campionato tra i granata e il Genoa, Vagnati ha espresso la sua profonda delusione per la mancata revisione di un episodio controverso che ha coinvolto il giocatore del Torino, Antonio Sanabria, e il difensore del Genoa, Sabelli. L’incontro, disputato in un clima di grande tensione, ha evidenziato ancora una volta l’importanza del VAR nel modernissimo calcio.

Il caso Sanabria-Sabelli

Durante un’azione di gioco, Sanabria è stato atterrato in area di rigore da Sabelli, ma l’arbitro Feliciani ha deciso di non concedere il penalty. La reazione di Vagnati è stata immediata e chiara: “Non è che siamo arrabbiati, siamo molto delusi”, ha affermato il dirigente, sottolineando che la situazione era talmente evidente da meritare un intervento da parte del VAR. “C’è la tecnologia per cambiare un errore chiaro di campo”, ha continuato, indicando che la decisione dell’arbitro di non consultare il monitor è stata inaccettabile.

Vagnati ha evidenziato come Sanabria non avesse possibilità di saltare, poiché Sabelli lo ha spinto a terra. “L’arbitro può sbagliare, ed è umano che ciò avvenga, ma non capisco perché la tecnologia non possa aiutarlo”, ha dichiarato, enfatizzando l’importanza di una corretta valutazione delle situazioni di gioco da parte degli arbitri e dell’ausilio della tecnologia. Il direttore tecnico ha quindi esortato a una maggiore responsabilità nell’uso del VAR, suggerendo che in situazioni evidenti come questa, non si possa semplicemente ignorare l’intervento tecnologico.

Il dibattito sull’efficacia del VAR

L’episodio in questione ha riacceso il dibattito sull’efficacia del VAR nel calcio italiano. Introdotto nel campionato di Serie A nel 2017, il sistema di assistenza video ha promesso di ridurre gli errori arbitrali, ma ha anche sollevato molte critiche per le sue applicazioni. Molti esperti e appassionati di calcio si sono chiesti se il VAR stia effettivamente raggiungendo i suoi obiettivi o se, invece, stia creando confusione e frustrazione tra giocatori, allenatori e tifosi.

Le preoccupazioni dei club

Il Torino, che in questa stagione sta cercando di ritrovare la propria identità e competitività in un campionato sempre più difficile, ha bisogno di decisioni giuste per ottenere risultati positivi. Le parole di Vagnati rispecchiano un sentimento condiviso da molti club che si sentono penalizzati da errori arbitrali che potrebbero essere facilmente corretti grazie all’ausilio tecnologico. Non è solo il Torino a lamentarsi; anche altre squadre hanno sollevato preoccupazioni riguardo a episodi simili, creando un clima di insoddisfazione generale.

Inoltre, l’episodio di Sabelli e Sanabria non è isolato. Il campionato italiano ha visto nel corso degli anni numerosi casi di decisioni contestate, con allenatori e dirigenti che richiedono una maggiore coerenza e trasparenza nell’uso del VAR. Il rischio è che, se la tecnologia non viene utilizzata in modo appropriato, il suo potenziale di miglioramento del gioco venga vanificato, lasciando i tifosi e i club in una continua tensione.

Conclusioni sul futuro del VAR

Dopo la partita, il Torino ha espresso ufficialmente il proprio disappunto, e non è da escludere che si possano verificare ulteriori richieste di chiarimenti da parte della società nei confronti della Lega Calcio e degli organi competenti. La questione dell’arbitraggio e dell’utilizzo del VAR è diventata una delle tematiche più calde del dibattito calcistico italiano, e il caso specifico del Torino potrebbe spingere a una riflessione più profonda su come migliorare l’implementazione di queste tecnologie.

In un contesto in cui il calcio si fa sempre più business e spettacolo, è fondamentale che le decisioni arbitrali siano giuste e che i mezzi tecnologici a disposizione vengano sfruttati al massimo per garantire l’equità in campo. La delusione di Davide Vagnati rappresenta quindi non solo un grido di allerta per il Torino, ma un richiamo per l’intero movimento calcistico a riconsiderare l’uso della tecnologia e a garantire che ogni partita si svolga nel rispetto delle regole e della giustizia sportiva.

Con il campionato che prosegue, i granata dovranno mantenere la concentrazione e cercare di rimanere uniti, affrontando le sfide future con la determinazione necessaria. Tuttavia, la questione del VAR e dei suoi utilizzi continuerà a essere al centro del dibattito, con la speranza che episodi come quello di Sabelli e Sanabria non si ripetano e che la tecnologia possa realmente offrire il supporto necessario per un calcio più giusto e corretto.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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