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Toro sotto accusa: Vagnati chiede perché il Var non sia intervenuto

La stagione calcistica è entrata nel vivo, portando con sé le consuete polemmiche che caratterizzano le partite di Serie A. Un episodio controverso ha acceso il dibattito sull’uso del Var dopo il match tra il Torino e il Genoa. A esprimere il proprio disappunto è stato Davide Vagnati, direttore tecnico del Torino, che ha contestato la mancata revisione di un episodio chiave.

Il contesto riguarda un contatto tra il difensore del Genoa, Sabelli, e l’attaccante del Torino, Sanabria. Durante un’azione offensiva, Sanabria è stato atterrato in area di rigore, ma l’arbitro Feliciani ha deciso di non assegnare il penalty. Vagnati ha dichiarato ai microfoni di Sky: “Non è che siamo arrabbiati, siamo molto delusi: c’è la tecnologia per cambiare un errore chiaro di campo”. Queste parole mettono in evidenza non solo la frustrazione per l’episodio, ma anche una questione più ampia riguardante l’efficacia e l’applicazione del Var nel calcio moderno.

L’importanza del Var nel calcio moderno

Il Var, acronimo di Video Assistant Referee, è stato introdotto per ridurre gli errori arbitrali e garantire maggiore equità durante le partite. Tuttavia, la sua applicazione ha sollevato numerose critiche. Vagnati ha sottolineato l’importanza di utilizzare questa tecnologia per assistere gli arbitri nelle decisioni cruciali. Ha aggiunto: “Sanabria non può saltare, Sabelli lo butta giù: l’arbitro sbaglia in campo e si può sbagliare, ma non capisco perché la tecnologia non possa aiutarlo”.

Le polemiche legate all’uso del Var non sono nuove. Sin dalla sua introduzione nel campionato italiano nel 2017, si sono susseguite situazioni in cui la tecnologia non ha fornito il supporto atteso, lasciando spazio a controversie e discussioni interminabili. Ogni fine settimana, le immagini delle azioni contestate vengono riproposte in TV, alimentando un dibattito che sembra non avere fine. Le parole di Vagnati rappresentano la voce di una parte del mondo calcistico che chiede un utilizzo più consapevole e attento della tecnologia.

La necessità di una comunicazione efficace

Dopo la partita contro il Genoa, il Torino si trova in una situazione difficile, avendo bisogno di punti per risalire la classifica. Vagnati ha messo in evidenza l’importanza della comunicazione tra arbitri e Var. “Non possiamo far finta di niente – ha detto – quantomeno deve essere richiamato al monitor”. Questa affermazione suggerisce un gap nella comunicazione che deve essere colmato, affinché il Var possa svolgere il suo compito in modo efficace.

Il confronto tra arbitri e tecnologia è un tema centrale nel calcio contemporaneo. Molti esperti sostengono che il Var debba diventare un alleato degli arbitri, piuttosto che un elemento di confusione. L’auspicio di Vagnati è condiviso da molti nel panorama calcistico: un utilizzo più chiaro e determinato del Var per evitare che episodi controversi come quello di Sabelli e Sanabria si ripetano in futuro.

Un futuro incerto per il Var

È interessante notare che questa situazione non è isolata. In altre partite di campionato, si sono verificati episodi simili dove il Var non è intervenuto, suscitando l’indignazione di allenatori e dirigenti. Questo porta a interrogarsi sull’efficacia e l’affidabilità di un sistema che dovrebbe garantire giustizia nel gioco. È evidente che la tecnologia, sebbene presente, non è sempre utilizzata nel modo più appropriato.

Il caso del Torino e del Genoa potrebbe rappresentare un punto di svolta nel dibattito sull’uso del Var in Italia. Vagnati ha lanciato un appello forte e chiaro, ma non è solo il Torino a cercare risposte. Tifosi e addetti ai lavori auspicano un’evoluzione nel modo in cui il calcio gestisce gli errori arbitrali, affinché l’integrità del gioco venga preservata.

Mentre la stagione continua e le squadre cercano di ottenere i migliori risultati possibili, la questione del Var rimane aperta. Con le sue dichiarazioni, Vagnati ha dato voce a un sentimento condiviso da molti: la tecnologia deve essere un supporto, non un ostacolo, e deve essere utilizzata in modo che ogni errore possa essere corretto in tempo reale, per il bene del calcio e dei suoi appassionati.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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