Tevere Remo accoglie le Special Olympics: un viaggio verso l’inclusione

Tevere Remo accoglie le Special Olympics: un viaggio verso l'inclusione

Tevere Remo accoglie le Special Olympics: un viaggio verso l'inclusione - ©ANSA Photo

Luca Baldini

9 Settembre 2025

Navigare insieme verso l’inclusione è una missione che si concretizza attraverso eventi significativi, come quello recentemente tenutosi a Roma. Presso l’impianto sportivo Acqua Acetosa del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, si è svolto un incontro dedicato al canottaggio, con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza su come lo sport possa fungere da strumento fondamentale per abbattere barriere e costruire ponti tra le persone, indipendentemente dalle loro capacità fisiche o intellettive.

L’iniziativa, promossa da Special Olympics Italia in collaborazione con la Federazione Italiana Canottaggio (FIC), ha rappresentato un passo importante nella integrazione degli atleti con disabilità intellettive. Questa partnership ha reso il canottaggio accessibile a tutti, creando un ambiente in cui ogni atleta può esprimere il proprio potenziale.

L’importanza dell’inclusione nello sport

Il team Special Olympics RCC Tevere Remo, attivo in Italia da circa vent’anni, è un esempio lampante di come l’inclusione possa diventare parte integrante della cultura sportiva. Sotto la guida di Paolo Ramoni, Coordinatore Tecnico Nazionale di disciplina e coordinatore FIC per l’attività di Special Olympics, il team ha aperto la strada per altri circoli storici in tutta Italia. Questo approccio ha invitato altri a unirsi a una causa fondamentale.

  1. Daniele Masala, presidente del Circolo Canottieri Tevere Remo, ha sostenuto Special Olympics per oltre due decenni, affermando che lo sport ha un valore intrinseco nell’inclusione sociale.
  2. Annamaria Cacciotti, presidente del Comitato Lazio della FIC, ha partecipato all’evento, sottolineando l’importanza di un ambiente sportivo accogliente.

La crescita del team e il supporto istituzionale

La squadra di canottaggio conta oggi oltre 70 atleti, che, grazie al supporto del coach Livia Ravoni, portano avanti la loro passione per lo sport. La determinazione e la gioia con cui affrontano ogni allenamento sono un esempio per tutti, dimostrando che la pratica sportiva non è solo competizione, ma anche crescita personale e comunitaria.

Tra gli ospiti presenti, il Ministro Italiano per la Disabilità, Alessandra Locatelli, ha evidenziato il ruolo fondamentale di Special Olympics nel promuovere attività sportive inclusive. “Credo che Special Olympics stia svolgendo un ruolo fondamentale nel promuovere attività sportive che fungono da modello e stile di vita per tutti”, ha dichiarato il ministro. Ha anche espresso il suo orgoglio per il legame sviluppato con il movimento, sottolineando l’importanza della collaborazione tra istituzioni e organizzazioni sportive.

Solidarietà internazionale e comunità

Un altro ospite d’eccezione è stato Wafaa Abubakr Mohammad A-Kilani, ministro degli Affari Sociali della Libia, che ha partecipato attivamente all’allenamento con gli atleti. La sua presenza ha sottolineato l’importanza della solidarietà internazionale nel campo dello sport e dell’inclusione sociale. Questo incontro ha dimostrato come lo sport possa unire culture e nazioni diverse, creando un senso di comunità e appartenenza.

L’evento ha visto la partecipazione di numerosi volontari, familiari e sostenitori, che hanno contribuito a creare un’atmosfera di festa e condivisione. L’entusiasmo degli atleti, unito al calore del pubblico, ha reso questa giornata indimenticabile, dimostrando che la vera vittoria non è solo quella sportiva, ma quella che si ottiene quando si lavora insieme per un obiettivo comune.

In un mondo che spesso sembra diviso, eventi come questo ci ricordano che lo sport ha il potere di unire, abbattere barriere e promuovere un messaggio di inclusione e rispetto reciproco. Le storie di vita e le esperienze condivise durante queste giornate sono un faro di speranza e un invito a continuare a lavorare per un futuro in cui ognuno, indipendentemente dalle proprie sfide, possa trovare un posto in un contesto sportivo e sociale accogliente.

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