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Superga: il calcio si unisce per onorare i suoi campioni

Il 4 maggio 1949 è una data che segna profondamente la storia del calcio italiano e la memoria collettiva del nostro Paese. Quel giorno, il Grande Torino, una delle squadre più forti e rispettate di tutti i tempi, subì una tragica perdita in un incidente aereo sulle colline di Superga, vicino a Torino. Il volo, che avrebbe dovuto riportare la squadra a casa dopo una visita in Portogallo, si trasformò in una tragedia che ha segnato il cuore di milioni di tifosi. A distanza di 76 anni da quel drammatico evento, Gabriele Gravina, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), ha voluto onorare la memoria di quei campioni, sottolineando l’importanza di mantenere viva la loro eredità.

La memoria del Grande Torino

Durante una visita a Superga avvenuta il 21 marzo, Gravina ha affermato: “Il Grande Torino rappresenta un patrimonio di valori da custodire con cura, una squadra leggendaria entrata a pieno diritto nella storia del nostro Paese e che ancora oggi unisce il calcio italiano nel ricordo di quegli straordinari campioni”. Queste parole non sono solo un tributo a una squadra, ma un richiamo all’unità del calcio italiano, capace di superare le rivalità e di ritrovarsi in un momento di dolore collettivo.

Il Museo del Calcio e i cimeli storici

Il Museo del Calcio, situato a Coverciano, raccoglie numerosi cimeli che raccontano la storia del Grande Torino. Tra questi, si possono ammirare:

  1. La maglia granata di Virgilio Maroso, indossata durante la tournée in Brasile nell’estate del 1948.
  2. La maglia azzurra di Romeo Menti, simbolo dell’appartenenza alla Nazionale.
  3. Una spilla della Fiorentina indossata da Menti, riconosciuto da Vittorio Pozzo, ex commissario tecnico della Nazionale, grazie a quel piccolo oggetto.

Questo museo non è solo un luogo di esposizione, ma un vero e proprio custode della memoria storica del calcio italiano.

Un simbolo di eccellenza e valori

Il Grande Torino non era solo una squadra di calcio; era un simbolo di eccellenza, rappresentando i valori di sportività, lealtà e dedizione. I calciatori che indossavano la maglia granata erano considerati eroi dai loro tifosi. La loro scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di molti, e il ricordo della loro bravura continua a vivere nelle generazioni successive.

Al Museo del Calcio si possono ammirare anche altri preziosi cimeli legati alla tragedia di Superga. Tra questi:

  • I parastinchi e le sigarette di Aldo Ballarin, ritrovati sul luogo dell’incidente.
  • La tessera postale di riconoscimento di Valentino Mazzola, capitano e leader indiscusso della squadra, la cui figura è ancora oggi oggetto di venerazione tra i tifosi.

Dopo la tragedia, la Nazionale italiana decise di indossare una maglia listata a lutto per commemorare i caduti. Al Museo del Calcio è esposta la divisa di Carlo Parola, caratterizzata da una banda nera cucita all’interno della manica sinistra. Questa maglia numero 5 rappresenta un gesto di rispetto e un modo per mantenere viva la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per il calcio.

Un racconto di resilienza e unità

La tragedia di Superga non è solo una storia di dolore, ma anche un racconto di resilienza e di come il calcio possa unirci, anche nei momenti più bui. Ogni anno, i tifosi e le istituzioni si riuniscono per commemorare i campioni del Grande Torino, non solo per piangere la loro scomparsa, ma anche per celebrare ciò che hanno rappresentato. Questo evento non è solo un ricordo del passato, ma un’opportunità per riflettere sul presente e sul futuro del calcio italiano.

Gabriele Gravina, con il suo gesto di omaggio e le sue parole, invita tutti a non dimenticare. Il calcio è un linguaggio universale che trascende le barriere e unisce le persone. La memoria del Grande Torino deve continuare a vivere, non solo per rendere omaggio a quei campioni, ma per ispirare le nuove generazioni a perseguire i propri sogni, a lottare e a credere nei valori dello sport. La tragedia di Superga è un monito che ci ricorda l’importanza di custodire la memoria e di mantenere vivo lo spirito di un calcio che, nonostante le sfide, continua a essere un simbolo di unità e passione.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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