Tennis

Sinner, qualcosa è cambiato: adesso l’Italia non conta più…

Jannik Sinner vince ancora: il tennista azzurro si porta a casa il torneo di Vienna superando Daniil Medvedev per  7-6 4-6 6-3:  tre ore e sei minuti di grande tennis. Quarto titolo dell’anno (dopo il 250 di Montpellier, il 1000 di Toronto e il 500 di Pechino) e in assoluto il decimo della carriera. Eguagliato il record di Adriano Panatta.

Il Sinner 2.0: varietà di colpi e maturità

Quel che conta, anche più dei risultati, è la nuova versione del tennista azzurro. La rotta del cambiamento è stata imboccata. Medvedev battuto per la seconda volta consecutiva è l’ennesimo segnale di un asticella alzata ai massimi livelli senza subire la pressione di dover saltare l’ostacolo. La chiamano maturità, appunto. Sinner è ormai un campione definitivamente sbocciato. Il “clic” che lo ha lanciato nel Gotha del tennis è stata la vittoria in Canada. Rotto il sortilegio, ha vinto due ATP 500 contro i migliori tennisti del mondo. Il Sinner 2.0 è un giocatore a 360 gradi, forse meno raffinato dal punto di vista stilistico ma sostituendo il fioretto con la clava, ha raccolto il seminato che disperdeva qua e là nei momenti decisivi del match. Sinner adesso guarda i suoi avversari negli occhi e a testa alta leggendo fra le pieghe del match. Non è un caso che abbia battuto Medvedev due volte e in modo diverso, giocando serve and volley a Pechino e affrontandolo faccia a faccia con le sue armi, ovvero giocando da fondocampo, a Vienna. Una varietà di colpi e soluzioni unite a una intensità straordinaria, gestendo match e avversari con il piglio da top player. Al livello, per capirsi, di Djokovic che resta l’unico avversario ancora insuperato, più che insuperabile.

A Torino da #4, sognando la #1

Immagine | Epa

Ecco perché a  questo punto è lecito immaginare che Sinner guardi a qualcosa di diverso. Anche in riferimento all’Italia e ai record italiani. Ha già vinto quanto Panatta in età molto più giovane. Ha saputo restare distante dalle polemiche legate alla sua assenza in Davis (a conti fatti, una scelta giusta e che non ha danneggiato la nazionale). Sinner preferisce, legittimamente, ragionare in termini assoluti. Per capirsi, la vittoria di uno Slam o delle Finali ATP. Obiettivo non del tutto impossibile da raggiungere alla luce dei risultati ottenuti. Jannik Sinner, vincendo a Vienna si è garantito un posto (almeno) come numero 4. Questo significa che eviterà certamente due dei primi tre tennisti del mondo (destinati per forza di cose nell’altro gruppo). Dunque è evidentemente favorito per un posto in semifinale. Un risultato inimmaginabile a inizio stagione e per qualsiasi tennista italiano nella storia. Quella, appunto, che vuole scrivere Jannik.

 

Luigi Pasquale Pellicone

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