Sinner, l’ultimo gradino per arrivare alla vetta

La stagione del 22enne di San Candido è stata strepitosa. Adesso manca solo il salto di qualità finale per arrivare a essere il n°1

Sinner-“Nole” è stato l’evento tennistico più visto di sempre in Italia. Più di 6 milioni di spettatori televisivi. Mai niente del genere. E se il giovane Jannik, ha dell’amaro in bocca, per la mancata realizzazione di un sogno che si è spento proprio sul finale, dall’altra parte ha di che essere orgoglioso, molto orgoglioso. E non è una solo una questione riguardante il suo cammino alle ATP Finals. Anche quello, ci mancherebbe. Ma lo share televisivo che ha raggiunto picchi record, significa una cosa molto grande. Il 22enne di San Candido è diventato un vero e proprio idolo per il popolo italiano. Lo era già, sicuramente, ma per una fetta di persone molto più ristretta. Ora invece è un vero trascinatore di folle. È diventato come la nazionale di calcio, quasi un’istituzione. Non era affatto scontato, in un paese dove il pallone è praticamente una religione e dove mai si sono visti dei tennisti al primo posto nel ranking mondiale. Sinner ha evidentemente qualcosa di diverso. Può diventare il migliore al mondo. I tifosi lo sanno e ci credono, così come lo sanno i suoi colleghi tennisti (glielo ha detto Djokovic, a fine partita) e lo sa anche lui. Con il suo processo di maturazione sembra infatti essere arrivato a un altro livello rispetto a prima e ora si trova a un passo dal definitivo salto di qualità. Sinner deve salire quell’ultimo gradino che lo può portare in vetta al ranking Atp. L’ultimo ostacolo, forse il più duro, per arrivare al traguardo.

Cosa manca per diventare il migliore

Il match contro Djokovic è stato praticamente a senso unico. Il serbo nel servizio è stato strepitoso e ancora una volta ha dimostrato di avere quella capacità importantissima di gestire la pressione nelle partite più importanti. Forse è proprio questa la principale mancanza di Sinner. Non ha ancora quell’esperienza che gli consente di essere lucido e meno frenetico.

Jannik Sinner con il suo team
Immagine| Instagram @janniksin-wigglesport.it

 

Ma non è solo un aspetto psico-attitudinale a rendere “Nole” ancora superiore. Il servizio per esempio, è un qualcosa su cui Sinner ha lavorato e si vede, è migliorato tanto. Tuttavia i margini di miglioramento ci sono, specialmente nella prima palla.

L’altro aspetto fondamentale è quello fisico. In particolare nei match 3 set su 5, Sinner soffre molto più di Djokovic. Il serbo da questo punto di vista è il migliore e ha una disciplina ferrea che lo aiuta, ma ha pur sempre 36 anni. Ben 14 in più di Sinner. Motivo per cui il tennista italiano ha da migliorare. D’altronde lui ne è consapevole: “qualche tempo fa ho smesso di crescere, per cui possiamo lavorare di più sul mio corpo”, ha detto in una recente intervista.

Ci sono diversi tasselli da aggiungere al puzzle delle sue abilità per diventare completo. La grinta non gli manca, la forza di volontà nemmeno e i progressi sono attesi per il 2024.

Ora la Coppa Davis

Giovedì inizierà l’ultimo impegno stagionale per Sinner. Giocherà i quarti di finale contro l’Olanda in Coppa Davis. Il torneo potrebbe regalare una clamorosa rivincita contro Djokovic. Infatti, in caso di vittoria contro gli olandesi, gli azzurri sfiderebbero in semifinale la vincente tra Gran Bretagna e Serbia.

Sarebbe ancora una volta una sfida che terrebbe tutti incollati sullo schermo. Per Sinner potrebbe essere la possibilità di chiudere in maniera gloriosa il 2023. Gloriosa, si, perché in bellezza, per Sinner, l’annata si chiuderà comunque.

Impostazioni privacy