L’aria è carica di emozione e adrenalina mentre Jannik Sinner si prepara per le ATP Finals, un torneo che rappresenta una pietra miliare nella carriera di ogni tennista. Il giovane talento altoatesino è appena tornato in Italia e non riesce a nascondere la gioia di essere a Torino. “Sono super contento di essere a Torino. Abbiamo poche occasioni di giocare in Italia”, ha dichiarato Sinner, evidenziando l’importanza di competere in casa, davanti al proprio pubblico, e la grande responsabilità che sente nei confronti dei suoi fan.
Incontro con i fan al Nike Store
Il Nike Store di via Roma è diventato un palcoscenico affollato, dove Sinner ha condiviso momenti speciali con i suoi ammiratori. Tra il pubblico, i ragazzi delle scuole tennis di Torino hanno avuto l’opportunità di incontrare il loro idolo. Ogni giovane tennista ha ricevuto in dono una maglietta bianca con il nome di Sinner, un gesto simbolico che rappresenta un incoraggiamento a perseguire i propri sogni sportivi. “Speriamo in una bella settimana”, ha continuato Sinner, manifestando le sue aspettative per il torneo.
Il supporto degli allenatori
Insieme a lui ci sono i suoi allenatori, Simone Vignozzi e Darren Cahill, che lo supportano costantemente. “Sono diversi tra loro, ma entrambi condividono la mia passione per il tennis. Cosa ci unisce? A nessuno di noi piace perdere”, ha rivelato Sinner, mostrando un lato più umano della sua carriera. La dinamicità del loro rapporto si riflette anche nei momenti di svago: “Facciamo tante cose insieme, anche diverse dal tennis, come giocare a golf. Da loro ho imparato uno stile di vita”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza di avere un supporto solido nel suo percorso.
Le sfide e le superstizioni
Sinner ha parlato delle sfide che affronta nel suo percorso di crescita. “Ho 24 anni e a volte faccio fatica ad ascoltare, ma poi mi rendo conto degli errori. Sbaglio tanto, non sono perfetto, ma loro sono onesti e mi danno la sveglia”. Queste parole illustrano la sua determinazione a migliorarsi costantemente e la volontà di imparare dai propri allenatori.
Un aspetto interessante emerso durante l’incontro è stato il tema della superstizione. Sinner ha affermato: “La superstizione c’è, inutile negarlo”. Ha raccontato di un messaggio che lui e i suoi allenatori si scambiano prima delle partite, sempre con la stessa emoji, segno di un rituale che crea un legame speciale tra di loro.
Momenti di leggerezza e introspezione
Durante un gioco divertente, Sinner e i suoi allenatori hanno risposto a domande su di lui per vedere chi lo conosce meglio. È emerso che prima delle partite, Sinner riesce sempre a fare un breve riposo e si sveglia quaranta minuti prima di scendere in campo. “Il momento di svolta per me è stato l’Australian Open, ma anche la prima vittoria contro Medvedev”, ha rivelato, evidenziando due tappe fondamentali nella sua carriera.
Sinner ha anche condiviso le sue preferenze tennistiche: il suo colpo preferito è il rovescio, mentre i volè e il servizio non sono tra i suoi favoriti. La sua passione per la velocità emerge anche dal sogno di una carriera alternativa: “Se non avessi fatto il tennista, avrei voluto correre in Formula 1. Il mio idolo è Leclerc, ma prima era Hamilton”. Questa passione riflette il suo spirito competitivo e la ricerca di emozioni forti.
Tuttavia, non mancano anche aspetti più seri nella sua vita. “Cosa mi fa arrabbiare? Perdere e quando le persone non sono oneste”, ha affermato con fermezza, rivelando un lato determinato. Infine, ha condiviso una sua paura: “Il buio”. Scrivendo sulla sua lavagna, ha aggiunto: “Non mi piace l’oscurità completa, lascio sempre la serranda un po’ alzata per svegliarmi con la luce”. Queste parole, cariche di significato, mostrano che dietro la figura del campione c’è un ragazzo con le sue paure e insicurezze.
Con l’avvicinarsi delle ATP Finals, l’entusiasmo e la determinazione di Sinner non possono che aumentare. La sua presenza a Torino non è solo un’opportunità per competere, ma anche un modo per rendere omaggio ai suoi sostenitori e alla sua patria. L’italiano ha dimostrato di essere un campione non solo nel tennis, ma anche nel cuore delle persone.
