
Savoldi a Napoli: il trasferimento da 2 miliardi che scandalizzò l'Italia 50 anni fa - ©ANSA Photo
Esattamente cinquant’anni fa, il 10 luglio 1975, il Napoli calcistico entrava negli annali della storia non per i trionfi sportivi, che avrebbero tardato ad arrivare, ma per un clamoroso colpo di mercato: l’acquisto dell’attaccante Beppe Savoldi dal Bologna per la cifra record di due miliardi di lire. Un affare che fece tremare i palazzi della politica e della cultura in tutta Italia, generando un acceso dibattito che metteva in luce le contraddizioni sociali di una città, Napoli, in difficoltà.
il contesto sociale e politico
Corrado Ferlaino, presidente del Napoli, chiuse la trattativa in un contesto di emergenze sociali, con la città ancora alle prese con le ferite lasciate dall’epidemia di colera del 1973 e un clima di forte disoccupazione. La notizia dell’acquisto di Savoldi provocò un’ondata di indignazione, tanto che i media nazionali e le figure pubbliche si scagliarono contro un’operazione ritenuta un vero e proprio scempio economico in un contesto di povertà.
- “Come può una città così malmessa permettersi di spendere due miliardi per un calciatore?” era il refrain comune di opinionisti, politici e sociologi, che invocavano una maggiore responsabilità da parte del club.
- La mossa di Ferlaino segnava un punto di svolta per il Napoli, che da squadra di provincia cercava di affermarsi a livello nazionale.
l’affare savoldi e il cambiamento nel calcio
L’affare Savoldi non si limitava al solo aspetto economico. Prima di Savoldi, il Napoli aveva tentato di attrarre altri nomi di peso, ma senza successo. L’attaccante, che fino a quel momento aveva suscitato l’interesse di club come Juventus e Milan, venne accolto da una tifoseria che, reduce da un secondo posto in campionato, sognava di tornare ai vertici del calcio italiano.
Il clamore intorno all’affare si intensificò anche a causa di una concomitante crisi dei servizi pubblici. A Napoli, i netturbini erano in sciopero da giorni, le strade erano invase dai rifiuti e l’industria turistica era in ginocchio. La foto dei rifiuti in piazza Municipio, pubblicata dal Corriere della Sera, divenne il simbolo di una città in cerca di riscatto. Mentre alcuni giornali parlavano di “un atto diseducativo”, Enzo Biagi, noto giornalista e opinionista, si schierò a favore di Ferlaino, sostenendo che non fosse compito del club risolvere i problemi sociali della città, ma piuttosto costruire una squadra competitiva.
l’eredità di savoldi
Nonostante le critiche, l’acquisto di Savoldi si rivelò un’operazione redditizia: il club registrò 75mila abbonamenti, corrispondenti a un incasso di tre miliardi. Savoldi giocò per il Napoli dal 1975 al 1979, mettendo a segno 77 gol in 165 presenze. Sebbene il tanto atteso scudetto non arrivò, il legame tra l’attaccante e la squadra partenopea rimase forte. Durante la sua permanenza, il Napoli conquistò una Coppa Italia e una Coppa Italo-Inglese, oltre a raggiungere una semifinale di Coppa delle Coppe contro l’Anderlecht.
Le critiche all’operazione Savoldi risuonarono per anni, ma la storia del calciomercato è cambiata radicalmente. Oggi, cifre da capogiro e trattative che si prolungano nel tempo sono diventate la norma. Le grandi proprietà e le multinazionali del calcio hanno trasformato il panorama calcistico, rendendo quasi impossibile paragonare le operazioni di oggi a quelle di cinquant’anni fa.
Riflettendo su quel periodo, è affascinante notare come il calcio, pur essendo un gioco, si intreccia in modo indissolubile con la vita sociale e politica del paese. L’acquisto di Savoldi non fu solo un affare calcistico, ma un evento che scosse le coscienze e aprì un dibattito più ampio sulle priorità di una città in difficoltà. Oggi, mentre i tifosi vivono il calcio con passione e entusiasmo, è importante ricordare le storie di un passato che ha segnato non solo il destino di una squadra, ma di un’intera comunità.