Sampdoria in crisi: la delusione dei tifosi dopo la retrocessione in C - ©ANSA Photo
Il giorno dopo la clamorosa retrocessione della Sampdoria in Serie C, il silenzio che avvolge il quartier generale della squadra a Bogliasco è assordante. Davanti al cancello, un’auto dei carabinieri veglia su un luogo che, fino a pochi giorni fa, era pulsante di vita e speranza. I giocatori hanno lasciato la struttura all’alba, dopo un rientro turbolento da Castellammare di Stabia, dove è giunto il verdetto amaro: la Sampdoria, per la prima volta in 79 anni di storia, scivola in Lega Pro. Questo evento segna un punto di non ritorno per un club che ha scritto pagine importanti del calcio italiano.
La squadra ha optato per un rientro in gran segreto, evitando l’aeroporto di Genova e scegliendo di volare da Salerno a Malpensa, per poi proseguire in pullman a noleggio, privo di qualsiasi scritta identificativa, fino a Bogliasco. Questo stratagemma è stato deciso per prevenire possibili confronti con i tifosi, già in preda a una rabbia palpabile per la situazione critica del club.
Dopo questa disfatta, ci si aspetterebbe una reazione da parte della dirigenza, ma il futuro appare nebuloso. Le cifre parlano chiaro: un bilancio in rosso di 40 milioni di euro, debiti a lungo termine di 60 milioni, in gran parte verso l’erario, e un monte ingaggi tra i più elevati della Serie B. Il timore, secondo alcuni osservatori, è che questi problemi finanziari possano addirittura compromettere l’iscrizione al prossimo campionato, rendendo necessaria una vera e propria rivoluzione all’interno della società.
Il presidente Matteo Manfredi, il 9 gennaio, aveva già anticipato che il club necessitava di stabilità. “Se restiamo in caso di Serie C? Ripeto, alla società serve stabilità…”, aveva affermato, ma oggi la situazione è diventata drammatica. La retrocessione è il risultato di una gestione confusa, caratterizzata dal cambio di ben quattro allenatori e dalla compravendita di ben 38 giocatori. Pirlo, Sottil, Semplici ed Evani non sono riusciti a dare la scossa che tutti speravano, e il risultato finale è un triste primato: solo otto vittorie in tutta la stagione.
La Federclubs, che rappresenta la tifoseria organizzata, è in stato di choc e ha espresso il proprio disappunto con parole forti: “Proprietà, dirigenza, giocatori, non dimenticheremo mai quello che avete fatto alla nostra amata. Non contano più le promesse, le speranze, i progetti. Non dimenticheremo come siamo arrivati nelle vostre mani passando da Garrone a Ferrero. La realtà è che le vostre mani, di tutti voi, sono insanguinate e ogni sampdoriano vi ricorderà questa colpa, in ogni occasione”.
Le parole dei tifosi risuonano forti e chiare, mentre anche figure di spicco del panorama calcistico italiano si esprimono sulla situazione. Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha commentato: “Mi auguro che la società si impegni da subito per risollevare la squadra e rilanciarla affinché possa tornare presto dove le compete.” Queste parole sono un invito a una riflessione profonda da parte della dirigenza, che deve ora affrontare una crisi senza precedenti.
Anche Beppe Marotta, ex dirigente della Sampdoria dal 2002 al 2010 e attuale amministratore delegato dell’Inter, ha espresso la sua preoccupazione: “La speranza è che possano tornare il prima possibile in Serie A, che credo sia la categoria che compete a una società blasonata come la Sampdoria.” Le sue parole riassumono il sentimento di molti: la retrocessione della Sampdoria è una perdita non solo per i tifosi, ma per l’intero mondo del calcio.
Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha aggiunto il suo rammarico, sottolineando che “è una perdita incredibile per il calcio sia di Serie A che di B”. Anche il presidente della Lega di Serie B, Mauro Bedin, ha voluto esprimere la sua solidarietà, riconoscendo che svegliarsi da un incubo come questo è sempre il momento più difficile.
In questo momento di crisi, la sampdorianità è messa a dura prova. I tifosi, fedeli e appassionati, si trovano a confrontarsi con una realtà che mai avrebbero voluto vivere. Le speranze di un futuro migliore sono ora appese a un filo sottile, mentre le domande su chi guiderà questa rinascita, e come, rimangono senza risposta. La storia della Sampdoria, un club con un passato glorioso, è ora in un momento cruciale, e i tifosi si aspettano azioni concrete e decisive per riportare la squadra sulla retta via.
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