Salah sfida l'Uefa: 'Rivelate la verità sulla morte di Suleiman al-Obeid' - ©ANSA Photo
Mohamed Salah, il noto attaccante egiziano del Liverpool, ha recentemente espresso la sua indignazione nei confronti dell’Uefa, l’organo di governo del calcio europeo. Questo accade dopo l’omaggio online dedicato a Suleiman al-Obeid, un calciatore palestinese noto come il “Pelé palestinese”. La Federazione calcistica palestinese (PFA) ha annunciato la morte di al-Obeid, ucciso da colpi d’arma da fuoco israeliani mentre partecipava a una distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.
L’Uefa, attraverso un post su X, ha espresso le sue condoglianze affermando: “Addio a Suleiman al-Obeid, il ‘Pelé palestinese’. Un talento che ha dato speranza a innumerevoli bambini, anche nei momenti più bui.” Tuttavia, le parole dell’Uefa non sono state sufficienti per Salah, che ha risposto con una domanda diretta: “Si può dire come è morto, dove e perché?”. Questa presa di posizione non è isolata, ma si inserisce in un contesto più ampio di solidarietà verso la popolazione di Gaza, che Salah ha mostrato negli ultimi due anni.
Dopo l’inizio del conflitto con Israele, in particolare a seguito dell’attacco del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas, Salah ha fatto sentire la sua voce. Ecco alcuni punti significativi riguardo al suo impegno:
Suleiman al-Obeid, 41 anni e padre di cinque figli, ha avuto una carriera calcistica significativa, giocando 24 partite con la nazionale palestinese e segnando oltre 100 gol. La sua carriera è iniziata nel Khadamat Al-Shati Club, per poi passare all’Al-Amari Youth Center Club e successivamente al Gaza Sports Club.
La sua morte rappresenta solo una delle innumerevoli tragedie che hanno colpito il mondo dello sport palestinese. Secondo la PFA, almeno 321 sportivi, tra cui calciatori, tecnici e dirigenti, sono stati uccisi durante il conflitto a Gaza.
In un’intervista con Al Jazeera, Bassil Mikdadi, uno dei fondatori di Football Palestine, ha sottolineato il “silenzio totale” degli organismi calcistici e dei giocatori dall’inizio della guerra. Questo silenzio è particolarmente doloroso, considerando il legame tra sport e comunità, e come la tragedia di sportivi come al-Obeid possa rappresentare un simbolo di una lotta più ampia per i diritti e la dignità del popolo palestinese.
L’episodio di Salah e la sua critica all’Uefa sono emblematici di un crescente desiderio tra gli sportivi di utilizzare la loro visibilità per affrontare questioni di giustizia e diritti umani. La morte di Suleiman al-Obeid non è solo una tragedia individuale, ma un richiamo alla comunità internazionale affinché si faccia sentire e si prenda coscienza delle sofferenze di un popolo.
La vicenda di al-Obeid e la risposta di Salah rappresentano un appello collettivo affinché il calcio non si limiti a celebrare il talento, ma si impegni attivamente nella lotta per la giustizia e la pace. In un momento in cui il mondo è diviso su questioni di conflitto e identità, le parole e le azioni di atleti come Salah possono avere un impatto significativo, stimolando il dibattito e contribuendo a una maggiore consapevolezza sui diritti umani e le ingiustizie che colpiscono i più vulnerabili.
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