Ciclismo

Rivoluzione nel ciclismo: l’UCI dice “no” al nuovo casco

Roglic ed Evenepoel, fine della corsa… a cronometro. Vingegaard invece è ancora in forse. I nuovi caschi indossati dai ciclisti nella prova contro il tempo hanno suscitato l’immediata reazione dell’Unione ciclistica internazionale (UCI). Preso atto del caos generato dalle immagini che hanno immediatamente percorso a velocità supersonica l’autostrada del web e dei social, la reazione dell’UCI non si è fatta attendere

Di divieto in divieto: dai freni al casco

Si procede dunque di divieto in divieto: dopo che le leve dei freni piegate sono passate a favore di una posizione più efficiente sulla bicicletta, l’UCI continua a snocciolare i propri “no”. L’ultimo con tanto di comunicato ufficiale: “Abbiamo recentemente informato Specialized di una revisione effettuata sulla calza del casco TT5 dell’azienda americana. Questa verifica è stata effettuata per determinare se il casco fosse conforme all’articolo 1.3.033 del Regolamento UCI, che vieta l’uso di componenti “non essenziali” se non esclusivamente per l’abbigliamento o per scopi di sicurezza”. Dopo un processo approfondito si è concluso che il “calzino” è considerabile come un componente “non essenziale”. Di conseguenza, l’uso della calza integrata nel casco TT5 non sarà più consentito negli eventi del calendario internazionale dell’UCI, a partire dal 2 aprile 2024. Questo significa che corridori come Remco Evenepoel (Quick- Step) e Primoz Roglic (Bora), vedranno modificato questo modello di casco che hanno utilizzato fino ad ora nelle rispettive squadre.

Il cas(c)o Visma: una situazione da approfondire

Immagine | Instagram

Un caso a parte, evidentemente da approfondire e comunque destinato a scatenare polemiche, è quello della Visma di Jonas Vingegaard. In questa ottica, l’UCI ha sottolineato il già citato casco Visma, così come gli ultimi modelli introdotti da squadre come Bahrain-Victorious e Uno-X, tra gli altri, come attenzionato. Questo significa che le attuali normative su questo elemento saranno riviste in modo approfondito prima di una sentenza definitiva sull’utilizzo dell’accessorio: “Una questione importante è sollevato in merito all’attuale e più ampia tendenza nella progettazione dei caschi da cronometro, che si concentra più sulle prestazioni che sulla funzione primaria del casco, ovvero garantire la sicurezza del ciclista in caso di caduta. L’UCI effettuerà una revisione delle sue regole sulla progettazione e l’uso dei caschi in competizione. In tal modo si vuole garantire che venga stabilito un quadro chiaro e coerente con gli obiettivi perseguiti. Qualsiasi modifica al presente regolamento sarà comunicata tempestivamente dopo la sua adozione da parte degli organi competenti dell’UCI”. Questo significa che la corsa tecnologica nel ciclismo potrebbe frenare ancora prima di accelerare.

Luigi Pasquale Pellicone

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