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Ranieri esplode contro l’arbitraggio dell’Europa League: ‘Non è più calcio’

Claudio Ranieri ha espresso un forte disappunto riguardo all’arbitraggio del tedesco Tobias Stieler, dopo il pareggio 1-1 tra Porto e Roma in Europa League. L’allenatore giallorosso ha manifestato il suo sconcerto per le decisioni arbitrali, che, a suo avviso, hanno avuto un impatto significativo sull’andamento della partita. Le sue dichiarazioni, cariche di indignazione, hanno rapidamente attirato l’attenzione di tifosi, esperti di calcio e analisti.

le critiche di ranieri all’arbitraggio

“Non volevo che i giocatori salutassero l’arbitro. Questo non è più calcio”, ha affermato Ranieri in un’intervista a Sky Sport subito dopo il fischio finale. La Roma era riuscita a portarsi in vantaggio grazie a un gol di Andrea Belotti, ma il Porto ha pareggiato nel secondo tempo. Ranieri ha sottolineato come la sua squadra fosse stata colta di sorpresa dal gol subito, evidenziando che avevano già richiesto un cambio e che il quarto uomo era a conoscenza della situazione. “Io credo che sia stata una partita bellissima e siamo venuti qui per vincere. Sono contento della prestazione dei ragazzi”, ha continuato l’allenatore, ma la sua attenzione si è rapidamente spostata sulle decisioni arbitrali.

le osservazioni su rosetti e la designazione arbitrale

Le parole di Ranieri si sono fatte sempre più accese quando ha criticato Roberto Rosetti, designatore degli arbitri UEFA. Ha messo in dubbio la decisione di mandare a Oporto un arbitro che, in 22 partite, ha registrato solo nove pareggi per la squadra in trasferta. “Queste cose le sa? Un campo caldo e lei fa questa designazione? Non so perché”, ha incalzato il tecnico romano. Il riferimento al “campo caldo” non è casuale: l’Estádio do Dragão, casa del Porto, è noto per l’atmosfera intensa e per la pressione che esercita sulle squadre avversarie. Ranieri ha messo in discussione la logica dietro la scelta di Stieler, ritenendo inadeguata la sua designazione per una partita così emotivamente e competitivamente carica.

la frustrazione per le decisioni arbitrali

Ranieri ha anche evidenziato come il direttore di gara avesse un atteggiamento che sembrava predeterminato, aspettando un’occasione per concedere un rigore al Porto. “Prometteva e dava cartellini a caso. Aspettava solo che succedesse qualcosa per dare un rigore e farli vincere”, ha dichiarato, esprimendo la sua frustrazione per il clima di tensione creato in campo. Nonostante le otto ammonizioni e un’espulsione a carico della Roma, Ranieri ha difeso i suoi giocatori, sottolineando che non si può irritare l’avversario in questo modo.

Inoltre, ha affrontato il tema delle simulazioni in campo, affermando: “Ammoniamo chi simula sempre. Ogni volta per un colpo allo stomaco si mettono le mani in faccia e gridano. Questo non è più calcio”. Questa critica, sebbene non nuova nel mondo del calcio, sottolinea l’importanza di mantenere l’integrità del gioco, specialmente nelle competizioni europee.

Nonostante il risultato, la Roma ha mostrato un buon gioco e solidità difensiva. Ranieri ha espresso la speranza che i suoi giocatori possano mantenere alta la motivazione in vista della partita di ritorno, che si preannuncia cruciale per il futuro della squadra nella competizione.

In un contesto in cui il calcio europeo sembra sempre più influenzato da fattori esterni, come le decisioni arbitrali, l’appello di Ranieri per un ritorno a un gioco più puro e meno controverso è un messaggio che risuona con molti appassionati. La sua frustrazione rappresenta un sentimento comune tra allenatori, giocatori e tifosi, desiderosi di vedere il calcio come uno sport leale e giusto.

Con la partita di ritorno in arrivo, l’attenzione sarà rivolta non solo alle prestazioni in campo della Roma, ma anche alla gestione dell’arbitraggio. La speranza è che episodi come questi possano servire da spunto di riflessione per le autorità calcistiche, affinché si possano prendere decisioni più giuste e ponderate in futuro.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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