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Platini: il segreto del successo delle squadre sono i giocatori, non i tecnici

Michel Platini, leggendario ex calciatore e presidente della UEFA, ha recentemente rilasciato dichiarazioni significative riguardo alla Juventus e al possibile ritorno di Antonio Conte sulla panchina bianconera. L’occasione è stata la ventesima edizione della Fondazione Vialli e Mauro Golf Cup, tenutasi al Royal Park I Roveri di Fiano, alle porte di Torino. Sebbene Platini ammetta di seguire poco la Serie A, il suo affetto per la Juventus è innegabile, e il quarto posto conquistato dai bianconeri è motivo di soddisfazione per lui.

Platini ha commentato: “Quando non si può vincere, l’importante è non perdere.” Questa affermazione racchiude una filosofia del calcio che il campione francese ha sempre sostenuto, sottolineando l’importanza della solidità e della gestione delle aspettative. In un campionato competitivo come quello italiano, il mantenimento di posizioni alte in classifica può rivelarsi cruciale, non solo per l’onore sportivo, ma anche per le implicazioni economiche, come la qualificazione alla Champions League.

il futuro della juventus e il ritorno di conte

Riguardo al futuro della Juventus, il discorso è inevitabilmente ricaduto su Antonio Conte, ex allenatore della squadra e figura iconica nella storia del club. Platini ha affermato: “Non voglio mischiarmi nelle loro cose, anche se certamente è una figura importante del mondo Juve.” Conte ha avuto un impatto significativo durante il suo periodo a Torino, portando la squadra a vincere tre scudetti consecutivi dal 2011 al 2014. Platini ha però aggiunto una considerazione che potrebbe risuonare con molti appassionati di calcio:

  1. “Secondo me sono i giocatori a fare grandi le squadre e non gli allenatori.”
  2. Questo punto di vista mette in luce l’idea che, nonostante l’importanza della strategia e della guida tecnica, alla fine sono le prestazioni dei calciatori in campo a determinare il successo di una squadra.

l’importanza della champions league

Il quarto posto ottenuto dalla Juventus, che garantisce un accesso alla Champions League per la stagione successiva, è qualcosa che Platini sottolinea come vitale. La competizione europea non è solo un palcoscenico prestigioso, ma rappresenta anche un’opportunità economica fondamentale per i club. La Juventus, storicamente una delle squadre più vincenti in Italia, ha bisogno di mantenere una presenza costante in Champions League per sostenere le proprie ambizioni e garantire investimenti futuri per rafforzare la rosa.

In merito a un possibile ritorno di Platini, l’ex campione ha chiarito: “Nessuno mi ha chiamato, non ho avuto nessun contatto: così non posso nemmeno pensare di tornare.” Questa dichiarazione riflette un atteggiamento di umiltà e rispetto nei confronti delle dinamiche attuali del club, pur riconoscendo l’onore che gli viene ancora riservato dopo 40 anni dalla sua partenza. Platini è un simbolo per molti tifosi juventini, e il suo nome è spesso associato ai successi passati della squadra.

il legame con il calcio francese

Passando a un tema più ampio, Platini ha parlato anche della finale di Champions League in programma per il fine settimana, esprimendo il suo tifo per il Paris Saint-Germain, squadra francese che ha mostrato segnali di crescita sotto la guida di Luis Enrique. “Non vedo l’Inter da quando hanno vinto nel 2010, ho visto invece un bel PSG con Luis Enrique: essendo francese, capirete per chi farò il tifo,” ha detto. Questa affermazione non solo rivela il suo legame con il calcio francese, ma mette anche in luce la crescente competitività del PSG nel contesto europeo.

Il discorso di Platini offre uno spaccato interessante su come i grandi del calcio vedono il gioco oggi. L’idea che i giocatori siano al centro del successo di una squadra è un messaggio potente, soprattutto in tempi in cui gli allenatori sono spesso al centro dell’attenzione mediatica. Gli allenatori, come Conte, possono certamente influenzare le prestazioni della squadra, ma senza giocatori di talento e motivati, anche le strategie più brillanti possono rivelarsi inefficaci.

Il commento di Platini sul calcio attuale e sul suo amore per la Juventus dimostra quanto sia profondo il suo legame con il mondo del calcio, un legame che trascende il tempo e i ruoli. La sua presenza alla Fondazione Vialli e Mauro Golf Cup, un evento che celebra l’eredità di due grandi del calcio italiano, è un ulteriore segno di come la passione per questo sport continui a unire le generazioni.

In un calcio che sta diventando sempre più commerciale e meno legato alla tradizione, il richiamo di Platini ai valori fondamentali del gioco, come il talento individuale e la dedizione, è un invito a riflettere su ciò che rende davvero grande una squadra.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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