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Pizzul e l’imitatore Butinar: il momento in cui mi ha passato il testimone

Gianfranco Butinar, noto attore e imitatore, ha dedicato una parte significativa della sua carriera a rendere omaggio a uno dei più grandi telecronisti italiani di sempre: Bruno Pizzul. La sua interpretazione della voce inconfondibile di Pizzul è diventata non solo un marchio di fabbrica per Butinar, ma anche un modo per celebrare il leggendario commentatore scomparso nel 2023. In un’intervista con l’ANSA, Butinar ha condiviso ricordi toccanti e aneddoti che raccontano la loro particolare connessione.

La carriera di Bruno Pizzul

La straordinaria carriera di Bruno Pizzul è iniziata negli anni ’60, quando il suo stile di telecronaca, caratterizzato da una narrazione avvincente e da un linguaggio ricco di metafore, ha catturato l’attenzione degli spettatori. Pizzul ha commentato innumerevoli partite di calcio, diventando un punto di riferimento per gli appassionati di sport in Italia. La sua voce è diventata sinonimo di grandi eventi calcistici, e il suo modo di raccontare le partite ha ispirato generazioni di telecronisti e appassionati.

Il primo incontro con Pizzul

Butinar ricorda con affetto il primo incontro con Pizzul, avvenuto dopo che aveva iniziato a imitarlo per divertimento durante gli anni ’80. “Ne abbiamo fatte tantissime di partite insieme – racconta Butinar – ma il ricordo più bello è stato conoscerlo dopo averlo imitato. La prima volta che lo imitai fu durante una partita di Coppa UEFA tra l’Inter e il Real Madrid nel 1985-86, quando i nerazzurri vinsero 3-1 grazie a una doppietta di Marco Tardelli”. Questa imitazione, inizialmente giocosa, è cresciuta fino a diventare un elemento centrale dei suoi spettacoli.

Un episodio significativo

Butinar ricorda un episodio significativo avvenuto a Coverciano, dove entrambi commentarono una partita che finì in pareggio, 2-2, portando a una serie di calci di rigore. “Io, imitandolo, facevo il giro dei risultati dagli altri campi per poi passare la linea a lui, l’originale. A quel punto, Pizzul fece una delle sue magie, coniando l’ennesimo vocabolo, affermando: ‘Finisce 2-2, si andrà direttamente ai calci di rigore, tutto è ancora nel ventre degli dei’. Fu geniale e dimostrò la sua immensa capacità di rendere ogni momento unico”.

L’eredità di Pizzul e il dilemma di Butinar

Nonostante la loro amicizia, Pizzul non ha mai dato a Butinar consigli diretti su come migliorare la sua imitazione. “È sempre stato un signore – dice Butinar – e penso fosse vero quando raccontava che tra tutti quelli che gli facevano il ‘verso’, io fossi quello che coglieva tutte le sfumature per somigliargli di più”. Questo riconoscimento, da parte di uno dei più grandi della telecronaca, ha avuto un impatto profondo su Butinar, che ha continuato a perfezionare la sua arte.

Ora, con la scomparsa di Pizzul, Butinar si trova di fronte a un dilemma comune tra gli imitatori: continuare a onorare la memoria di Pizzul attraverso la sua imitazione o smettere di farlo per rispetto. “È sempre difficile quando succedono queste cose – riflette Butinar – Ricordo Max Tortora che non voleva più imitare Alberto Sordi dopo la sua morte, e in parte anche io ho fatto lo stesso con Califano. Tuttavia, dopo qualche anno, ho ripreso a farlo per onorarne la memoria”.

Un momento toccante è stato quando Butinar ha ricevuto una chiamata da Eraldo Pecci, un ex calciatore e amico di Pizzul, che in lacrime lo ha esortato a continuare a tener vivo il ricordo del telecronista. “Questa chiamata mi ha commosso – confessa Butinar – e potrebbe rappresentare una spinta nel cercare di ricordarlo con l’intelligenza della memoria, riproponendo cose improbabili. Magari potrei provare a realizzare telecronache di partite che Pizzul non ha mai commentato”.

L’imitazione di Butinar di Pizzul non è solo un tributo a un grandissimo telecronista, ma anche un modo per mantenere viva la sua eredità nel mondo del calcio e della televisione italiana. La sua abilità di catturare l’essenza di Pizzul e la sua dedizione nel farlo continuano a ispirare e divertire le generazioni successive, rendendo omaggio a un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore degli italiani e degli appassionati di sport.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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