Nicola Pietrangeli, una vera e propria leggenda del tennis italiano, ha lasciato un segno indelebile non solo nel mondo dello sport, ma anche nella vita di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. La camera ardente allestita in suo onore ha visto una grande affluenza di amici, colleghi e appassionati. Tra i volti più noti c’era Giovanni Malagò, presidente del Coni e della fondazione Milano Cortina, che ha condiviso i suoi ricordi di Pietrangeli con emozione e affetto, descrivendolo non solo come un atleta straordinario, ma come un “amico di famiglia”.
Il legame speciale tra Malagò e Pietrangeli
Malagò ha dichiarato: “Un fenomeno come atleta, ma faccio fatica a staccare il tennista dall’uomo perché mi ha visto crescere”. Il legame tra i due va oltre il semplice rapporto tra sportivi; Pietrangeli ha rappresentato una figura paterna per Malagò, che ha voluto sottolineare come il tennista lo chiamasse affettuosamente “Giovannino”. Questo nomignolo rivela la loro familiarità e confidenza, nonostante l’età e il percorso di vita di Malagò.
L’atmosfera alla camera ardente era carica di nostalgia e rispetto. Quando Malagò è arrivato al Foro Italico, ha colto l’occasione per salutare i figli di Pietrangeli, Marco e Filippo. In particolare, ha dedicato parole di conforto a Filippo, che appariva visibilmente commosso. Malagò ha esordito: “Ora ci penso io a farlo sorridere”, cercando di alleviare il dolore del momento con un ricordo divertente di Pietrangeli, che ha strappato un sorriso ai presenti, tra cui spiccava anche la figura di Luca Cordero di Montezemolo, noto imprenditore e grande appassionato di sport.
La carriera e l’eredità di Pietrangeli
Nato il 11 luglio 1933 a Roma, Pietrangeli è stato uno dei più grandi tennisti della storia italiana, vincitore di due titoli del Grande Slam nel singolare maschile: il Roland Garros nel 1959 e nel 1960. La sua carriera sportiva è stata costellata di successi, ma anche di un’incredibile capacità di instaurare relazioni umane. La sua personalità scanzonata e ironica ha fatto sì che fosse amato non solo dai fan, ma anche dai suoi avversari. Molti ricordano i suoi match con una certa nostalgia, non solo per la bravura dimostrata in campo, ma anche per il suo stile di gioco, caratterizzato da colpi spettacolari e una grande sportività.
Malagò ha evidenziato come Pietrangeli fosse un individuo capace di unire le generazioni. La sua figura ha ispirato non solo i suoi contemporanei, ma anche le nuove leve, che hanno trovato in lui un modello da seguire. La capacità di Pietrangeli di comunicare e relazionarsi con tutti ha fatto sì che il suo nome fosse sinonimo di tennis in Italia, contribuendo in modo significativo alla crescita di questo sport nel Paese.
Un ambasciatore del tennis italiano
Il Presidente del Coni ha anche sottolineato l’importanza della sua opera al di fuori del campo. Pietrangeli è stato un grande ambasciatore del tennis italiano, promuovendo il gioco e incoraggiando i giovani a intraprendere questa disciplina. La sua passione per il tennis era contagiosa e molti, grazie a lui, hanno scoperto il fascino di questo sport. La sua eredità non si limita ai trofei vinti, ma si estende alla passione e all’entusiasmo che ha trasmesso alle generazioni successive.
La presenza di Malagò alla camera ardente non è stata solo un gesto simbolico, ma una testimonianza di un legame profondo che supera il semplice rapporto di amicizia. È un ricordo di un’epoca in cui il tennis italiano stava emergendo sulla scena mondiale, e Pietrangeli era in prima linea, non solo come atleta, ma anche come ambasciatore e promotore di valori sportivi.
La figura di Nicola Pietrangeli continuerà a brillare nel panorama sportivo italiano, non solo per i suoi successi, ma per l’impatto che ha avuto su tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo. La sua passione, la sua ironia e il suo amore per il tennis rimarranno vivi nei cuori di chi lo ha amato e rispettato, come ha dimostrato Giovanni Malagò, che ha condiviso un pezzo della sua vita con un grande uomo e un grande sportivo.
