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Pieri smaschera le lacune del protocollo Var a chiamata

Il dibattito sul protocollo VAR (Video Assistant Referee) continua a infiammare il mondo del calcio, sollevando interrogativi sulla sua efficacia e sulle sue potenziali falle. Tiziano Pieri, ex arbitro di Serie A, ha messo in luce le problematiche legate all’implementazione di questo strumento, evidenziando come episodi controversi possano minare l’integrità del gioco. Un esempio emblematico è l’autogol avvenuto durante la partita Inter-Fiorentina, scaturito da un calcio d’angolo inesistente, che ha messo in evidenza le difficoltà del sistema.

le falle del protocollo var

Pieri ha evidenziato che ogni pallone che esce dal perimetro del campo può rivelare una falla del protocollo VAR, se non viene osservato in tempo. Situazioni comuni, come una rimessa laterale invertita o un fallo male interpretato, possono sfuggire all’attenzione del VAR, generando confusione e ingiustizie. “Il protocollo VAR è pieno di falle”, ha affermato Pieri, suggerendo che, pur applicando la tecnologia “alla lettera”, sarebbe opportuno utilizzare un po’ di buon senso per coinvolgere i guardalinee.

gestione delle ammonizioni e espulsioni

Un altro aspetto critico sollevato da Pieri riguarda la gestione delle ammonizioni e delle espulsioni. Attualmente, il VAR non può intervenire per correggere un errore relativo alla seconda ammonizione che porta all’espulsione di un giocatore, mentre può farlo per le espulsioni dirette. Pieri ha citato il caso di Fikayo Tomori, espulso per un secondo cartellino giallo durante la partita Empoli-Milan, evidenziando come un errore evidente sia rimasto impunito a causa della rigidità delle regole.

possibili soluzioni al protocollo var

Per affrontare queste problematiche, Pieri ha proposto diverse soluzioni:

  1. Modificare il protocollo: Potrebbe rendere l’applicazione del VAR eccessivamente complessa.
  2. Reintrodurre la moviola in campo: Una pratica del passato che non è gradita agli arbitri.
  3. Introdurre il VAR “a chiamata”: Permettere a capitani o allenatori di richiedere una revisione “on field” di una decisione arbitrale, ma solo una volta per tempo.

Questa ultima proposta ha già suscitato l’interesse dell’IFAB (International Football Association Board). Durante una riunione, Antonio Zappi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA), ha sostenuto questa modifica, considerandola un “criterio di giustizia sostanziale”. Tuttavia, Gianluca Rocchi, designatore degli arbitri, ha espresso preoccupazioni riguardo a un possibile effetto “deresponsabilizzante” per gli arbitri addetti al VAR.

L’idea del VAR a chiamata non è nuova e diversi campionati stanno considerando la sua implementazione, mirando a garantire maggiore flessibilità e giustizia nelle decisioni arbitrali. È fondamentale, però, trovare un equilibrio che non comprometta il fluido svolgimento del gioco.

In un’epoca in cui il calcio è sempre più influenzato dalla tecnologia, il dibattito sul VAR è destinato a proseguire. Le opinioni sono diverse e le soluzioni proposte variano, ma l’obiettivo comune rimane quello di garantire che ogni partita sia giocata in modo equo e giusto. La strada da percorrere è ancora lunga, e la comunità calcistica dovrà lavorare insieme per affrontare queste sfide e migliorare l’esperienza del gioco per tutti.

Stefano Cerulli

Stefano è un appassionato di sport e redattore sportivo con una carriera che riflette il suo profondo amore per il calcio e l'atletica. Nato a Milano nel 1985, ha nutrito fin da giovane una passione innata per lo sport, alimentata dalle domeniche passate sugli spalti dello stadio San Siro e dalle interminabili ore di allenamento sulle piste d'atletica locali. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano, Stefano ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo sportivo. I suoi primi articoli, pubblicati su riviste minori, hanno subito messo in luce la sua abilità nel raccontare con vividezza e competenza le vicende sportive, catturando l'attenzione di un pubblico sempre più vasto. Stefano è noto per il suo stile di scrittura coinvolgente, capace di trasmettere non solo i fatti ma anche le emozioni e la tensione che caratterizzano ogni evento sportivo. La sua capacità di analisi e la profonda conoscenza tecnica dei diversi sport gli permettono di offrire ai lettori articoli di grande qualità, che spaziano dalle cronache più avvincenti alle analisi tattiche più approfondite. Oltre alla sua attività di redattore, è anche un promotore attivo dello sport giovanile. Dedica il suo tempo libero a organizzare eventi e workshop per giovani atleti, con l'obiettivo di trasmettere loro i valori dello sport e l'importanza della corretta informazione sportiva. Sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo sportivo, Stefano continua a essere una voce rispettata e autorevole nel giornalismo sportivo italiano, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e atletica.

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