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Pieri: il Var doveva rivelare il rigore dell’Atletico?

Le polemiche sull’annullamento del rigore a favore dell’Atletico Madrid durante il match di ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Real Madrid continuano a suscitare discussioni accese tra esperti e appassionati di calcio. Tiziano Pieri, ex arbitro di Serie A, ha condiviso il suo punto di vista in un’intervista con l’ANSA, evidenziando un aspetto cruciale: la comunicazione da parte della Var room.

Pieri ha affermato che “le polemiche stanno a zero perché il regolamento è chiaro”, ma ha anche messo in risalto un errore di comunicazione che ha generato confusione. Secondo lui, se la Var room avesse inviato le immagini alle emittenti televisive e all’interno dello stadio, molte delle critiche sollevate sarebbero state evitate. Questo episodio dimostra come la tecnologia, pur essendo utile, possa creare malintesi se non gestita correttamente.

la comunicazione nelle decisioni arbitrali

L’ex arbitro ha sottolineato che situazioni simili non sono nuove nel calcio moderno; si tratta di un problema ricorrente nella gestione delle comunicazioni tra arbitri e le varie componenti del gioco. In questo caso specifico, l’episodio è apparso particolarmente clamoroso. Il pallone non sembrava aver cambiato direzione in modo evidente, ma la mancanza di chiarezza ha alimentato la polemica. “Nella Var room ci sono diverse angolazioni, ma non le fanno vedere”, ha affermato Pieri. “Questo è l’errore: se ci sono immagini utili, vanno fatte vedere. La comunicazione non è stata chiara, e l’arbitro avrebbe dovuto fermarsi e spiegare cosa era successo”.

il rigore annullato e le sue conseguenze

Il rigore in questione era stato inizialmente concesso per un fallo su Julian Alvarez, attaccante dell’Atletico Madrid, ma dopo il consulto con il Var, l’arbitro ha annullato la decisione. Pieri ha evidenziato come la mancanza di una chiara visione del doppio tocco, che ha viziato l’azione, abbia creato confusione non solo tra i giocatori, ma anche tra i tifosi e gli spettatori. “Non è arrivata un’immagine dalla Var room che potesse chiarire a tutti che c’era stato il doppio tocco“, ha spiegato. “Avrebbero potuto gestirla meglio”.

l’importanza di una comunicazione efficace

La questione della comunicazione nella gestione delle decisioni arbitrali è diventata sempre più centrale nel dibattito calcistico. Con l’introduzione del Var, i tifosi si aspettano una maggiore trasparenza e una miglior gestione delle informazioni. Tuttavia, situazioni come quella verificatasi durante il match tra Atletico e Real dimostrano che c’è ancora molto lavoro da fare. Pieri ha concluso suggerendo che, se fosse stato un designatore arbitrale, avrebbe sollecitato una comunicazione migliore sia all’interno dello stadio che in televisione. “La sostanza è giusta, ma la forma andrebbe migliorata”, ha affermato, sottolineando l’importanza di una comunicazione chiara e precisa in un contesto complesso come quello del calcio professionistico.

Le reazioni sui social media e nei programmi sportivi non si sono fatte attendere. Tifosi e analisti hanno espresso opinioni contrastanti riguardo all’operato della Var e all’interpretazione delle regole da parte degli arbitri. Alcuni sostengono che la tecnologia debba essere ulteriormente perfezionata, mentre altri chiedono una maggiore formazione per gli arbitri.

Il calcio è uno sport in continua evoluzione, e la tecnologia gioca un ruolo sempre più centrale nel suo sviluppo. È fondamentale che le istituzioni calcistiche si impegnino a garantire che l’uso del Var sia accompagnato da una comunicazione efficace e trasparente, per evitare che episodi come quello del rigore annullato all’Atletico Madrid diventino la norma anziché l’eccezione. La strada da percorrere è ancora lunga, ma il dialogo tra esperti come Tiziano Pieri e le istituzioni calcistiche potrebbe rappresentare un passo importante verso un calcio più giusto e comprensibile per tutti.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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