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Petrucci lancia un appello: ‘rivedete i pesi delle federazioni’

Siamo alla vigilia di un’importante tornata elettorale nel panorama sportivo italiano, e le parole di Gianni Petrucci, presidente della Federazione Italiana Pallacanestro (Federbasket), risuonano come un campanello d’allarme. Durante gli Stati Generali dello Sport, organizzati dal dipartimento Sport di Forza Italia, Petrucci ha sottolineato l’urgenza di un dialogo costruttivo tra il CONI e il governo, facendo un appello diretto al Ministro Abodi e al futuro presidente del CONI. La sua posizione è chiara: è fondamentale stabilire regole più eque e riconoscere le differenze di peso tra le varie federazioni sportive.

l’importanza del dialogo tra federazioni e governo

Petrucci ha evidenziato che, in un contesto in cui ha dovuto affrontare ben sei diversi capi di governo, la realtà è che le leggi e le normative sportive sono stabilite da chi governa. Questo implica che le federazioni non possono operare in un vuoto normativo e che è essenziale un’interazione diretta con le istituzioni. “Le leggi le fanno loro”, ha ribadito, sottolineando la necessità di una maggiore considerazione per le federazioni che gestiscono somme ingenti e hanno un impatto significativo sul panorama sportivo nazionale.

la questione dei pesi politici delle federazioni

Uno dei punti salienti del suo intervento è stata la questione dei pesi politici delle federazioni. Petrucci ha argomentato che non tutte le federazioni sono uguali e che le differenze di risorse economiche e di importanza sociale devono essere riconosciute. “Come si può pensare che una Federazione calcio, che amministra tutti quei milioni, abbia lo stesso peso politico di un’altra federazione?” ha chiesto retoricamente, invitando a riflettere sulla disparità di risorse e di influenza.

È evidente che la pallacanestro, pur essendo uno sport di grande tradizione e seguito in Italia, non può competere con il calcio in termini di visibilità e finanziamenti. Questa disparità si traduce in una mancanza di rappresentanza e di potere decisionale all’interno delle istanze governative e sportive. Petrucci ha manifestato il suo scetticismo riguardo alla possibilità di un cambiamento significativo, dichiarando di essere “pessimista”, ma affermando con determinazione che continuerà a combattere per ottenere una giusta rappresentanza per la sua federazione.

obiettivi futuri e necessità di rappresentanza

Petrucci ha anche parlato degli obiettivi futuri per la Federbasket, evidenziando l’importanza di puntare alle Olimpiadi di Los Angeles del 2028. Con il campionato europeo maschile e femminile in arrivo, la Federazione ha l’opportunità di dimostrare il proprio valore e di attrarre l’attenzione necessaria per ottenere i finanziamenti e il supporto di cui ha bisogno. Ha affermato di non sentirsi inferiore ai presidenti di altre federazioni, come quelle di tennis e nuoto, ma ha anche riconosciuto l’esistenza di differenze sostanziali che devono essere affrontate.

La questione dei pesi delle federazioni non è solo una questione di numeri o di bilanci, ma si riflette anche sulla capacità di rappresentanza e di advocacy che ogni federazione può esercitare nei confronti delle istituzioni. In un momento storico in cui lo sport sta cercando di riprendersi dopo le difficoltà imposte dalla pandemia, è fondamentale che ogni federazione possa far sentire la propria voce e avere un peso equo nel processo decisionale.

Il dibattito sugli equilibri di potere all’interno del mondo sportivo italiano è complesso e articolato. Da un lato, c’è la necessità di garantire che tutte le federazioni possano operare in condizioni di parità; dall’altro, c’è l’urgenza di riconoscere le specificità di ciascun sport e la sua importanza culturale e sociale. Questo è un tema che deve essere affrontato in modo serio e approfondito, non solo in vista delle elezioni, ma anche per il futuro dello sport italiano.

La posizione di Gianni Petrucci è rappresentativa di una frustrazione più ampia che permea il mondo sportivo italiano, dove le disparità di risorse e di attenzione mediatica possono compromettere la crescita e lo sviluppo di discipline meno popolari. La sua richiesta di un programma chiaro e di una giunta composta da “colossi” è un invito a riflettere su come il CONI e il governo possano collaborare in modo più efficace per il bene dello sport nel suo complesso.

In un paese dove il calcio continua a dominare la scena sportiva, è fondamentale che altre discipline, come la pallacanestro, possano ricevere il riconoscimento e il supporto che meritano. Solo attraverso un dialogo aperto e costruttivo tra le federazioni e le istituzioni si potrà garantire un futuro più equo e prospero per lo sport italiano, in tutte le sue forme e manifestazioni.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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