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Petrucci: il Coni ha bisogno di una nuova visione rispetto al 2013

Il dibattito sulla discontinuità all’interno del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) è tornato al centro dell’attenzione grazie alle recenti dichiarazioni di Gianni Petrucci, presidente della Federazione Italiana Pallacanestro (FIP) e figura storica del mondo sportivo italiano. In risposta alle affermazioni di Giovanni Malagò, attuale presidente del CONI, Petrucci ha voluto chiarire la sua posizione riguardo alla necessità di un cambio di rotta all’interno dell’ente.

Malagò ha espresso la sua sorpresa nel vedere le richieste di discontinuità provenire da persone che sono parte del sistema da decenni, insinuando che coloro che hanno sempre fatto parte della “vecchia guardia” non siano in posizione di chiedere un cambiamento. Petrucci, che ha dedicato gran parte della sua carriera al CONI, non si è lasciato intimidire da tali affermazioni e ha ribadito la sua opinione, sottolineando che la discontinuità è necessaria e che il CONI di oggi è molto diverso da quello del 2013.

La carriera di Petrucci e il cambiamento nel CONI

Petrucci ha iniziato la sua carriera nel CONI come dipendente e ha ricoperto ruoli di rilievo fino a diventare presidente dal 2005 al 2017. Durante il suo mandato, il CONI ha svolto un ruolo cruciale nel promuovere e sostenere lo sport italiano, gestendo le relazioni con il Governo e le federazioni sportive. Tuttavia, il contesto attuale è cambiato radicalmente.

  1. Sport e Salute: Petrucci ha affermato che “le carte ora le distribuisce Sport e Salute”, evidenziando come l’ente governativo sia diventato un attore centrale nella gestione dello sport in Italia, modificando così il tradizionale equilibrio di potere.
  2. Ristrutturazione delle responsabilità: Questa nuova configurazione ha portato a una ristrutturazione delle responsabilità e delle dinamiche di collaborazione tra le varie entità coinvolte nello sport.
  3. Adattamento alle nuove realtà: Petrucci ha messo in evidenza come sia fondamentale adattarsi a queste nuove realtà e come il CONI debba affrontare le sfide moderne con un approccio rinnovato.

“La parola discontinuità – ha detto – dà fastidio a chi non vuole ammettere che il CONI del 2013 era cosa ben diversa dal CONI 2025”. Questa affermazione riflette un sentimento di urgenza nel voler modernizzare e rendere più efficace la governance sportiva in Italia.

L’importanza della discontinuità

Il riferimento al CONI del 2013 è significativo. Durante quell’anno, l’ente era ancora fortemente influenzato da una struttura che vedeva il presidente come una figura di riferimento quasi incontestabile. Le relazioni tra il CONI e il Governo erano più dirette e, in molti casi, il CONI operava quasi come un ministero dello Sport. Con l’emergere di Sport e Salute come attore centrale, il CONI ha dovuto affrontare nuove sfide che richiedono strategie innovative e capacità di adattamento.

Petrucci ha anche sottolineato che la richiesta di discontinuità non deve essere vista come una critica alle persone, ma piuttosto come una necessità di evoluzione. “Non mi sono scandalizzato quando il mio successore ribadiva a più riprese, giustamente, la sua discontinuità con la mia presidenza”, ha detto, evidenziando come il cambiamento sia parte integrante della crescita e dello sviluppo di qualsiasi organizzazione.

La cultura sportiva in evoluzione

Inoltre, la discontinuità non riguarda solo le persone, ma implica anche un cambiamento nella cultura sportiva italiana. Il mondo dello sport è in continua evoluzione, e le sfide che affronta oggi sono diverse rispetto a quelle di un decennio fa. La globalizzazione, la digitalizzazione e l’emergere di nuove forme di intrattenimento sportivo hanno trasformato il panorama, e il CONI deve adattarsi a queste nuove realtà per rimanere rilevante.

Petrucci ha infine messo in evidenza l’importanza di un dialogo costruttivo tra il CONI, il Governo e le federazioni sportive. Questa collaborazione è essenziale per garantire che le risorse siano allocate in modo efficiente e che le politiche sportive siano formulate tenendo conto delle reali esigenze degli atleti e delle federazioni. La mancanza di comunicazione e di coordinamento può portare a inefficienze e confusione, che potrebbero avere un impatto negativo sulle prestazioni sportive italiane a livello internazionale.

In conclusione, la chiamata di Petrucci per una maggiore discontinuità all’interno del CONI è un invito a riflettere su come l’ente possa evolversi in un contesto sportivo che cambia rapidamente. Con l’orizzonte del 2025 che si avvicina, è fondamentale che il CONI non solo riconosca le sfide di oggi, ma si prepari anche ad affrontare le opportunità di domani con una visione chiara e strategica. La transizione verso un nuovo modello di governance sportiva è già iniziata, e le parole di Petrucci servono da monito per tutti coloro che sono coinvolti nel mondo dello sport in Italia.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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