Una giornata di celebrazione e ricordo si prepara a rendere omaggio a uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento, Pier Paolo Pasolini. Sabato 1 novembre, allo Stadio dei Marmi Pietro Mennea del Foro Italico di Roma, si svolgerà “PPP50: Pasolini segna ancora”, un quadrangolare di calcio che segna il cinquantesimo anniversario della morte del poeta, regista e scrittore. L’evento, che avrà inizio alle 10:30, non solo onorerà la figura di Pasolini, ma celebrerà anche la sua profonda passione per il calcio, sport che considerava un linguaggio capace di esprimere le tensioni e le emozioni della società italiana.
Le formazioni in campo
Il quadrangolare vedrà scendere in campo quattro formazioni speciali:
- Nazionale attori: storica squadra fondata nel 1971 proprio da Pasolini e dall’attore Ninetto Davoli.
- Osvaldo Soriano International Football Club: un team che raggruppa scrittori e intellettuali.
- Nazionale giornalisti: composta da professionisti del settore.
- Campidoglio Football Club: formato da consiglieri comunali di diverse forze politiche.
Questo mix di talenti e storie diverse promette di rendere la giornata non solo un evento sportivo, ma anche una celebrazione della cultura e dell’arte.
Un inizio ricco di emozioni
La mattinata inizierà alle 9 con un’esibizione delle scuole calcio giovanili di Esquilino Football Club, Roma 6, Pigneto Team e Villa Gordiani. I giovani calciatori daranno il via a una festa di sport e comunità, creando un’atmosfera di partecipazione che riflette il cuore pulsante delle periferie romane, tanto care a Pasolini. Inoltre, la staffetta in onore di Pasolini, che si svolgerà il giorno prima, venerdì, rappresenta un ulteriore tributo alla sua eredità culturale, dimostrando come il suo messaggio di inclusione e dialogo continui a vivere nelle nuove generazioni.
L’evento è organizzato dalla Corsa di Miguel, sotto la direzione di Valerio Piccioni, e si inserisce nel programma di celebrazioni promosse dall’assessorato alla Cultura di Roma Capitale. Lo Stadio dei Marmi, un luogo simbolico, sarà quindi lo scenario ideale per unire sport e cultura, in un contesto che Pasolini avrebbe certamente apprezzato.
Il calcio secondo Pasolini
Per Pasolini, il calcio andava oltre il semplice sport; era un linguaggio del corpo e dell’anima. Egli scrisse e parlò del calcio con la stessa passione e intensità con cui creava le sue opere cinematografiche e letterarie. Riconobbe nel gioco un codice estetico e sociale, un modo per raccontare l’Italia popolare, le sue periferie e i sogni collettivi. La sua analisi del calcio era intrisa di una profondità che andava oltre la mera competizione: si trattava di un fenomeno sociale, un microcosmo in cui si riflettevano le dinamiche della vita quotidiana.
Andrea Vianello e Marino Sinibaldi, noti giornalisti e conduttori, animeranno le partite, trasformando lo Stadio dei Marmi in un palcoscenico di riflessione e racconto. Attraverso interviste e commenti, gli ospiti e i giocatori contribuiranno a creare un’atmosfera di dialogo e memoria, in cui la figura di Pasolini potrà riemergere vividamente.
Ninetto Davoli, uno dei più cari amici di Pasolini, ha espresso la sua gioia per l’organizzazione di questo evento: “Il calcio fu davvero una delle sue più grandi passioni. Pier Paolo amava moltissimo giocare a pallone: quando vedeva una palla tornava bambino”. Davoli ricorda come, all’inizio della loro collaborazione, scoprirono una comune passione per il calcio, dando vita a partite informali con amici del mondo dello spettacolo.
Riscoprire il valore umano del calcio
Per Pasolini, il calcio non era solo un passatempo, ma rappresentava un modo autentico per entrare in contatto con la gente e con la cultura popolare. “Il calcio per lui era l’essenza del popolo”, conclude Davoli, rendendo evidente come questo sport sia stato un mezzo di comunicazione e di connessione con le masse.
In un’epoca in cui il calcio è spesso visto come merce e spettacolo, l’evento “Pasolini segna ancora” rappresenta una bella opportunità per riscoprire il valore umano e simbolico di questo sport, proprio come lo avrebbe voluto Pasolini: un gioco che unisce, che racconta e che celebra la vita.
