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Pancalli: il nuovo impegno per trasformare lo sport in un diritto per tutti

In un momento cruciale per il mondo dello sport italiano, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico (Cip), Luca Pancalli, ha condiviso la sua visione durante il XVII Congresso Nazionale dell’Us Acli, svoltosi presso l’Hotel Belstay di Roma. Pancalli ha messo in evidenza l’importanza di unire le forze tra il Cip e l’Us Acli per promuovere un messaggio chiaro e potente: lo sport deve essere un diritto accessibile a tutti, senza eccezioni.

L’inclusione e l’integrazione nello sport

Nel suo discorso, Pancalli ha affrontato i temi dell’integrazione e dell’inclusione, sottolineando che la recente modifica dell’articolo 33 della Costituzione italiana, che ha introdotto il valore dell’attività sportiva, rappresenta un passo significativo. Tuttavia, ha avvertito che questa modifica non garantisce un vero e proprio diritto allo sport. “Sta a noi ora, ciascuno con i propri ruoli, interagire affinché questo diventi un diritto veramente esigibile”, ha affermato.

Questo richiamo all’azione è fondamentale per trasformare le parole in fatti. Pancalli ha evidenziato come, sebbene il diritto alla pratica sportiva possa essere rivendicato, il contesto attuale presenta numerosi ostacoli, in particolare nel sistema educativo. Solo il 60% delle scuole italiane dispone di una palestra, e tra queste, solo il 25% è accessibile a tutti gli studenti. Questa situazione richiede un intervento deciso per garantire che tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro capacità fisiche, possano beneficiare dello sport.

Creare un ambiente sportivo inclusivo

Pancalli ha richiamato l’attenzione sull’importanza di creare un ambiente sportivo inclusivo, in cui ogni individuo possa sentirsi parte integrante della comunità. “Il nostro vero obiettivo è contaminare la società affinché grazie allo sport il Paese possa diventare migliore”, ha sottolineato. Questa visione si basa sulla convinzione che lo sport non sia solo un’attività fisica, ma anche un potente strumento di socializzazione e di formazione del carattere.

La questione dell’accessibilità non si limita solo alle scuole, ma si estende anche agli impianti sportivi in generale. Molti di questi non sono attrezzati per accogliere persone con disabilità. Pancalli ha esortato le istituzioni a investire nella creazione di strutture sportive accessibili, affinché tutti possano partecipare e competere. “Senza un’adeguata infrastruttura, non possiamo parlare di vera inclusione”, ha affermato.

L’importanza della collaborazione

L’impegno per rendere lo sport un diritto esigibile implica un lavoro di squadra tra enti pubblici, privati e associazioni sportive. Pancalli ha invitato tutti a collaborare per individuare un percorso comune che possa garantire l’accesso allo sport a tutti i cittadini. “Dobbiamo lavorare insieme per abbattere le barriere che impediscono l’accesso allo sport”, ha detto, sottolineando l’importanza della sinergia tra le diverse realtà.

L’attività sportiva non è solo un diritto, ma anche un mezzo per promuovere la salute, il benessere e la coesione sociale. Pancalli ha richiamato l’attenzione sull’importanza di programmi che incoraggiano la partecipazione sportiva tra le persone con disabilità, affinché possano beneficiare dei vantaggi fisici e psicologici che derivano dall’attività sportiva.

Inoltre, è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati all’inclusione nello sport. È essenziale che la società riconosca il valore dell’integrazione e dell’accessibilità, per garantire che tutti possano godere dei benefici dello sport. “Dobbiamo lavorare per cambiare la mentalità e far comprendere che lo sport è un diritto di tutti”, ha concluso Pancalli.

In un’epoca in cui la consapevolezza sull’importanza dell’inclusione sociale sta crescendo, il messaggio di Pancalli risuona con forza. La sua visione di uno sport accessibile e inclusivo è un obiettivo che richiede impegno e determinazione da parte di tutti. La strada potrebbe essere lunga, ma il primo passo è stato fatto, e ora è il momento di continuare a lavorare per garantire che lo sport diventi veramente un diritto per tutti.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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