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Pancalli: il diritto allo sport passa attraverso strutture adeguate

Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico Italiano (CIP), ha recentemente sollevato una questione cruciale riguardo al diritto allo sport in Italia. Durante il convegno “Lo sport che apre alla speranza – La sfida per generare inclusione e welfare sociale”, tenutosi a Roma, Pancalli ha evidenziato un dato allarmante: nonostante l’importanza riconosciuta dello sport, in Italia non esiste un diritto formale allo sport, nonostante questo concetto sia stato menzionato in Costituzione. La sua posizione invita a riflettere su come le strutture adeguate siano fondamentali per garantire a tutti l’accesso a pratiche sportive, specialmente per le persone con disabilità.

La mancanza di riconoscimento del diritto allo sport

Secondo Pancalli, il legislatore avrebbe potuto includere il diritto allo sport nella Costituzione, proprio come è stato fatto per il diritto al lavoro. Questo rilievo mette in luce una lacuna importante nella legislazione italiana: la mancanza di riconoscimento formale del diritto allo sport come elemento essenziale per il benessere individuale e sociale. Pancalli ha sottolineato che la scuola rappresenta il principale presidio per garantire questo diritto, ma ha anche messo in evidenza le difficoltà che esse affrontano, come la carenza di palestre e strutture sportive adeguate.

La sfida delle infrastrutture sportive

Una delle principali sfide è quindi quella di sviluppare un’azione sistematica e coordinata per migliorare le infrastrutture sportive in Italia. Pancalli ha proposto l’idea di un piano regolatore per gli impianti sportivi, evidenziando l’importanza di ridurre il divario tra le diverse regioni del paese, in particolare tra il Nord e il Sud. Questa disparità rende difficile l’accesso equo allo sport e alla pratica atletica, specialmente per le persone con disabilità, che necessitano di strutture specializzate e accessibili.

Iniziative per promuovere l’inclusione sociale

In un contesto più ampio, l’intervento di Pancalli si inserisce in una serie di iniziative volte a promuovere l’inclusione sociale attraverso lo sport. Durante il convegno, è stato presentato il progetto “Breaking Barriers Through Esports” (BEST), finanziato dall’Unione Europea. Questo progetto ha come obiettivo principale quello di promuovere l’inclusione sociale tra i giovani di età compresa tra i 13 e i 16 anni, cercando di ridurre il tasso di abbandono sportivo e riconnettendo i giovani con disabilità agli sport tradizionali.

In un’epoca in cui gli eSports stanno guadagnando terreno come forma di intrattenimento e competizione, questo progetto rappresenta un modo innovativo per avvicinare i ragazzi allo sport, utilizzando piattaforme digitali per abbattere le barriere fisiche e sociali.

L’importanza di un impegno collettivo

L’importanza delle strutture adeguate è quindi un tema cruciale non solo per garantire il diritto allo sport, ma anche per costruire una società più inclusiva. La mancanza di palestre e impianti accessibili rappresenta un ostacolo significativo, che può portare a un isolamento sociale e alla perdita di opportunità per molti individui.

Pancalli ha chiarito che è necessaria una strategia ben definita, capace di affrontare non solo le esigenze immediate, ma anche di pianificare per il futuro. Il convegno ha visto la partecipazione di varie organizzazioni e istituzioni, tra cui la Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport e il Centro Servizi Sapienza Sport della Sapienza Università di Roma, e ha ricevuto il patrocinio di enti come il Comitato di Roma del CSI, il CIP e la S.S. Lazio.

In conclusione, l’appello di Pancalli sottolinea la necessità di un impegno collettivo per garantire che il diritto allo sport diventi una realtà per tutti. Le strutture adeguate sono una condizione imprescindibile per realizzare questo obiettivo, e il lavoro del CIP e di altre organizzazioni è fondamentale per costruire un futuro in cui ogni persona, indipendentemente dalle proprie capacità fisiche, possa avere l’opportunità di praticare sport e beneficiare dei suoi innumerevoli vantaggi.

Stefano Cerulli

Stefano è un appassionato di sport e redattore sportivo con una carriera che riflette il suo profondo amore per il calcio e l'atletica. Nato a Milano nel 1985, ha nutrito fin da giovane una passione innata per lo sport, alimentata dalle domeniche passate sugli spalti dello stadio San Siro e dalle interminabili ore di allenamento sulle piste d'atletica locali. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano, Stefano ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo sportivo. I suoi primi articoli, pubblicati su riviste minori, hanno subito messo in luce la sua abilità nel raccontare con vividezza e competenza le vicende sportive, catturando l'attenzione di un pubblico sempre più vasto. Stefano è noto per il suo stile di scrittura coinvolgente, capace di trasmettere non solo i fatti ma anche le emozioni e la tensione che caratterizzano ogni evento sportivo. La sua capacità di analisi e la profonda conoscenza tecnica dei diversi sport gli permettono di offrire ai lettori articoli di grande qualità, che spaziano dalle cronache più avvincenti alle analisi tattiche più approfondite. Oltre alla sua attività di redattore, è anche un promotore attivo dello sport giovanile. Dedica il suo tempo libero a organizzare eventi e workshop per giovani atleti, con l'obiettivo di trasmettere loro i valori dello sport e l'importanza della corretta informazione sportiva. Sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo sportivo, Stefano continua a essere una voce rispettata e autorevole nel giornalismo sportivo italiano, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e atletica.

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