Ottanta anni di leggenda: la storia del 'Cannibale' Merckx nel ciclismo - ©ANSA Photo
Eddy Merckx, il leggendario ciclista belga noto come il “Cannibale”, celebra quest’anno i suoi ottant’anni. Questa ricorrenza non rappresenta solo un compleanno, ma è un tributo a una carriera straordinaria che ha segnato la storia del ciclismo. Merckx è considerato il più grande ciclista di tutti i tempi, e il suo impatto sullo sport è innegabile.
Nato il 17 giugno 1945 a Meensel-Kiezegem, Merckx ha accumulato un numero impressionante di vittorie, diventando un simbolo di eccellenza sportiva. Il soprannome “Cannibale” riflette la sua insaziabile fame di successi, un appellativo che fu coniato dalla figlia di un suo rivale. In Belgio, è venerato come una leggenda vivente, onorato anche da re Filippo al castello di Laeken, sottolineando il suo status iconico nel panorama sportivo globale.
La carriera di Eddy Merckx è stata caratterizzata da una storica rivalità con il ciclista italiano Felice Gimondi. Nonostante la competizione in gara, i due hanno sviluppato un profondo rispetto e amicizia nel corso degli anni. Merckx ha dominato il ciclismo tra la fine degli anni ‘60 e i ‘70, ma la rivalità con Gimondi non ha mai intaccato il rispetto reciproco che si sono sempre riservati.
Oggi, a ottant’anni, Merckx continua a dimostrare la sua passione per il ciclismo. In un’intervista recente, ha espresso il desiderio di tornare a competere, menzionando il giovane talento sloveno Tadej Pogacar come un avversario che lo entusiasmerebbe sfidare. Questa dichiarazione evidenzia l’insaziabile fame di competizione che ha sempre contraddistinto la sua carriera.
L’elenco delle vittorie di Eddy Merckx è davvero impressionante. Ecco alcuni dei suoi trionfi più significativi:
Merckx è l’unico ciclista ad aver realizzato la doppietta Giro-Tour per ben tre volte, nel 1970, 1972 e 1974. La sua carriera è un capolavoro di dedizione e talento, lasciando un segno indelebile nella storia del ciclismo.
Nonostante le polemiche sul doping che hanno circondato il ciclismo negli anni successivi, Merckx rimane un simbolo di integrità e sportività. “Il mio segreto sono genetica e umiltà”, ha sempre dichiarato, evidenziando l’importanza di un approccio autentico alla competizione.
A ottant’anni, nonostante una caduta che lo ha costretto a un intervento chirurgico al bacino lo scorso dicembre, Merckx continua a pedalare, rappresentando un monumento vivente per il ciclismo. La sua vita e carriera sono un inno alla passione e alla dedizione, e il suo impatto sullo sport è destinato a perdurare nel tempo. Con il suo sguardo rivolto al futuro e un occhio attento ai giovani ciclisti, Merckx rimane un’icona, un esempio da seguire per generazioni di ciclisti e appassionati di questo sport.
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