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Nepi: il futuro degli impianti oltre i grandi eventi

Durante la tavola rotonda dal titolo “Verso Milano-Cortina: dai campetti alle piste. L’Italia dello Sport corre!”, svoltasi al Salone d’Onore del Coni in occasione del XVII Congresso Nazionale US ACLI, l’amministratore delegato di Sport e Salute, Diego Nepi Molineris, ha espresso una visione chiara e pragmatica riguardo alla costruzione di impianti sportivi in Italia. Nepi ha sottolineato che, sebbene la legacy di eventi sportivi come le Olimpiadi sia importante, non si può pensare di costruire impianti sportivi solo in funzione di tali manifestazioni. “Così ci incartiamo da soli”, ha dichiarato, evidenziando la necessità di un approccio più sostenibile e a lungo termine nella pianificazione delle infrastrutture sportive.

L’importanza di un approccio sostenibile

Nepi ha messo in evidenza che eventi sportivi di grande richiamo possono offrire opportunità uniche e visibilità, ma non possono essere l’unico motore per lo sviluppo delle infrastrutture sportive nel paese. La costruzione di impianti deve rispondere a esigenze più ampie, tra cui:

  1. Accessibilità per un numero crescente di cittadini.
  2. Utilizzo quotidiano da parte di tutti, in particolare dei giovani.
  3. Creazione di una rete di impianti che vada oltre gli eventi di punta.

“Dobbiamo pensare a una rete di impianti che serva non solo per eventi di punta, ma che possa essere utilizzata quotidianamente da tutti, soprattutto dai giovani”, ha aggiunto Nepi.

Il progetto “Sport Illumina”

A tal proposito, Nepi ha annunciato l’avvio del progetto “Sport Illumina”, in collaborazione con il Ministro Abodi. Questo programma ambizioso prevede la creazione di centinaia di playground accessibili a tutti, rappresentando una vera e propria rivoluzione nel panorama sportivo italiano. “Deve essere l’impianto che va dai ragazzi, non il contrario”, ha spiegato, enfatizzando l’importanza di progettare spazi sportivi che rispondano alle esigenze delle nuove generazioni.

Inoltre, la modernità degli impianti è cruciale. “Devono essere contemporanei, devono piacere ai ragazzi, perché alla fine lo sport è sempre stato aspirazionale”, ha affermato. Questa affermazione si allinea con i trend attuali che vedono i giovani sempre più attratti da sport che richiedono non solo abilità fisiche, ma anche una forte componente sociale e comunitaria.

L’importanza delle scuole e della comunità

Nepi ha ribadito l’importanza di partire dalle scuole e dagli impianti territoriali. “Noi di Sport e Salute stiamo lavorando a partire dalle scuole e dagli impianti territoriali”, ha affermato, evidenziando come l’educazione sportiva e l’accesso a strutture adeguate fin dalla giovane età siano fondamentali per sviluppare una cultura sportiva robusta e duratura nel tempo. La collaborazione con le scuole rappresenta un’opportunità per integrare lo sport nel curriculum educativo, promuovendo stili di vita attivi e sani tra i giovani.

Infine, Nepi ha richiamato l’attenzione sulla necessità di un approccio integrato che coinvolga istituzioni, associazioni sportive e comunità locali nella creazione di un ecosistema sportivo che incoraggi la partecipazione di massa. Solo così sarà possibile costruire un futuro in cui lo sport non sia visto solo come un’attività di elite, ma come un diritto accessibile a tutti.

In conclusione, le parole di Diego Nepi Molineris offrono una riflessione profonda e necessaria su come l’Italia possa sviluppare una rete di impianti sportivi moderni e accessibili, contribuendo al benessere e alla salute della popolazione.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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