In attesa di prendere una decisione in vista di Parigi, il campione altoatesino fa i conti con la stizza del connazionale
Che il 2024 non sia (stato), almeno finora, il miglior anno di Lorenzo Musetti, è confermato dallo score personale del 22enne toscano. Spesso eliminato nei primi turni delle varie competizioni alle quali ha partecipato – con l’eccezione di Cagliari, sede però di un torneo Challenger – il nativo di Carrara deve fare i conti anche con una vertiginosa caduta nel ranking mondiale.
Attualmente 29esimo, lontano dal suo best ranking (15) raggiunto nel giugno dello scorso anno, Musetti negli ultimi tempi si è fatto notare anche per numerosi scatti di nervosismo, o di eccessivo vittimismo, messi in campo durante i suoi incontri. Mentre le cose andavano male. Accreditato, fino a qualche anno fa, insieme a Jannik Sinner, come rappresentante della nuova leva di giovani fenomeni del tennis italiano, il carrarino sta deludendo le aspettative.
Perfino in Coppa Davis, dove di solito non sbagliava un colpo, Musetti è stato scavalcato nelle gerarchie da Matteo Arnaldi, che a Malaga ha vinto uno dei due singolari disputati nella dolce finale con l’Australia. Ma cosa sta succedendo ad un tennista di sicuro talento ma che fatica a concretizzare in termini di risultati e classifica il suo bagaglio tecnico?
È stato lo stesso Lorenzo a provare a dare qualche risposta in merito, non rinunciando ad una considerazione un po’ sibillina sul tennista italiano più in voga del momento: Jannik Sinner da San Candido.
Musetti e i paragoni con Sinner: “Ha poco senso”
“I problemi di Roma sono superati. Ora mi sento bene. La stagione non è ancora a metà: spero di potermi togliere belle soddisfazioni. Stiamo lavorando per cercare di perdere meno campo dal lato del rovescio, e per migliorare l’atteggiamento in campo. Ho tanta fame di tornare dove credo che il mio tennis possa stare“. Parole chiare, quelle di Musetti, che ha perso la finale del Challenger di Torino contro Passaro per due set a zero.
“Il paragone con Jannik c’è sempre stato, ma paragonarmi adesso a lui ha poco senso: è quasi numero uno al mondo, ha vinto uno Slam e ha fatto esperienze più importanti rispetto a me. Le critiche nei miei confronti ci sono sempre state, anche spesso gratuite, però quello succede un po’ a tutti, non sono sicuramente l’unico“, ha sentenziato Musetti.
Non resta che attendere che il tennista italiano raggiunga uno stato di forma fisica e mentale consono al suo status. Perché nonostante tutto, Musetti ha tante qualità che può sfruttare al meglio e può togliersi tante soddisfazioni sul circuito ATP. A prescindere dalle finali perse nel Challenger.