Muore icona assoluta della Nazionale, aveva vinto anche il Mondiale

Un’altra notizia tragica sconvolge i tifosi di una Nazionale che ha scritto la storia dello sport vincendo il Mondiale: è la sesta vittima

Ci sono storie nel mondo dello sport che sembrano scritte per diventare film oppure fiction di successo e in effetti qualche volta succede. Ma ci sono anche squadre che hanno il destino già scritto e ora i tifosi piangono un protagonista assoluto della sua Nazionale che in bacheca aveva anche un Mondiale.

Sport in lutto, con la Nazionale aveva vinto un Mondiale: destino tragico
Sport in lutto, con la Nazionale aveva vinto un Mondiale (Ansa Foto) – Wigglesport-it

Succede in Sud Africa, che solo il mese scorso per la terza volta nella storia (la seconda di fila), ha vinto la Coppa del Mondo di rugby. Anche chi non lo segue abitualmente però ricorda bene la prima volta, perché è diventata una pellicola vista in tutto il mondo.

Era il 1995, Nelson Mandela finalmente libero guidava quel Paese che a lungo gli era stato nemico e l’apartheid era diventato solo un pesante ricordo. Quella squadra, guidata da François Pienaar come capitano, era riuscita a radunare attorno a sé una nazione, battendo in finale 15-12 gli All Blacks.

Tutto vero, ma tutto anche raccontato nel film Invictus, diretto da Clint Eastwood: Morgan Freeman era Mandela, Matt Damon invece Pienaar. Ed era stata l’occasione per mescolare lo sport con la vita di tutti i giorni, come è realmente.

Solo che quella nazionale, bella e imbattibile, lo è diventata molto meno negli anni successivi. Lo dimostra quanto successo a molti dei suoi protagonisti, perché lunedì scorso a soli 58 anni è morto uno di loro ed è anche il sesto di quel gruppo.

Muore icona assoluta della Nazionale, c’è una maledizione su quel gruppo

A tre anni di distanza da quella storica vittoria infatti se n’era andato il capo allenatore, Kitch Christie, morto a soli 58 anni per un cancro. La stessa malattia che a 39 anni aveva stroncato la vita nel 2010 a Ruben Kruger nel 2010.

E poi lo storico mediano di mischia Joost van der Westhuizen, scomparso a 45 anni nel 2017 dopo sei anni di lotta alla SLA. Infine le due imprendibili ali Chester Williams e James Small, vittime di attacchi cardiaci fatali nel 2019, all’età rispettivamente di 49 e 50 anni.

Hannes Strydom è morto a 58 anni, la maledizione continua: tifosi in lacrime (Instagram@Lionsrugbyco)
Hannes Strydom è morto a 58 anni, la maledizione continua (Instagram) – Wigglesport

Oggi invece tocca a Hannes Strydom, storica seconda linea degli Springboks campioni del mondo. Nel 2014 era stato accoltellato durante un tentativo di rapina a Johannesburg, ripartando anche la frattura del cranio. Ma si era ripreso alla grande, continuando il suo lavoro come farmacista e imprenditore (dopo aver fondato due Case farmaceutiche) accanto alla moglie Nikolie e ai tre figli, Annalie, Hannes e Lucy.

Lunedì scorso, mentre era in macchina con un’altra persona su una strada a circa 140 km da Johannesburg, la sua auto si è scontrata con un minivan che faceva da taxi. E il suo decesso è stato confermato da Mark Alexander, presidente della Federazione sudafricana di rugby. “Hannes è stato una delle migliori secondo linee della sua epoca, un grande lavoratore che sul campo non si tirava mai indietro. E soprattutto era uno dei nostri eroi del 1995”.

Strydom aveva iniziato la carriera nel Northern Transvaaal di Pretoria, quelli che oggi sono diventati i Bulls e giocano in Urc contro Benetton Treviso e Zebre Parma. Poi era passato ai Lions, sempre un Sud Africa, vincendo la Currie Cup del 1999. Inoltre aveva vestito 21 volte la maglia degli Springboks fra il 1993 e il 1997, debuttando contro la Francia e chiudendo contro i British & Irish Lions.

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