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Motta rivela: non sapevo dove stavo allenando

L’esonero di Thiago Motta dalla guida della Juventus ha suscitato diverse reazioni nel mondo del calcio. L’ex allenatore di squadre di prestigio come Juventus, Milan e Roma, Fabio Capello, ha espresso la sua opinione in merito, sottolineando l’importanza del contesto in cui ci si trova a lavorare. Durante la terza edizione dei WEmbrace Awards, organizzati dall’Associazione art4sport ONLUS, Capello ha affermato che Motta non ha compreso appieno le sfide e le aspettative che caratterizzano l’ambiente bianconero.

Le sfide dell’allenare la Juventus

Secondo Capello, allenare la Juventus significa affrontare standard elevati, con l’obiettivo minimo di qualificarsi per la Champions League ogni stagione. “Purtroppo, quando alleni la Juventus, l’obiettivo minimo è la Champions League”, ha dichiarato Capello, evidenziando la pressione che ricade su chi ricopre questo ruolo. Non si tratta solo di risultati, ma anche del tipo di gioco che si intende adottare. Capello ha insinuato che Motta non avesse chiaro il tipo di gioco richiesto dalla società e dai tifosi, il che ha portato a difficoltà nel suo operato.

La Juventus, storicamente, è una squadra che richiede un calcio propositivo e vincente, capace di imporsi sia in Italia che in Europa. Motta, con il suo approccio più moderno e orientato al possesso palla, potrebbe non aver trovato la giusta sintonia con la mentalità bianconera. Capello ha anche sottolineato quanto sia complesso implementare un nuovo stile di gioco in una realtà così consolidata. Con un contratto di tre anni, Motta aveva l’opportunità di costruire un progetto, ma il tempo a disposizione non è stato sufficiente per convincere la dirigenza e i tifosi.

La storia di successi della Juventus

La Juventus ha una storia ricca di successi, e il suo palmarès parla chiaro:

  1. Oltre a numerosi scudetti
  2. Due Coppe dei Campioni (oggi chiamate UEFA Champions League)
  3. Diverse finali raggiunte nel corso degli anni

La pressione per mantenere alta la competitività è costante, e gli allenatori che non riescono a soddisfare queste aspettative sono destinati a essere sostituiti rapidamente.

Riflessioni sul futuro della Roma

Capello ha anche toccato il tema del futuro della panchina romanista, auspicando che il prossimo allenatore venga scelto con attenzione. “Spero che, quando verrà scelto, sia una decisione ben ponderata”, ha affermato. Il riferimento è alla situazione attuale della Roma, che ha visto un avvicendarsi di allenatori e un cambio di gestione che ha creato incertezza tra i tifosi. Claudio Ranieri, attuale allenatore, sta facendo un buon lavoro, e Capello ha elogiato la sua capacità di gestire la situazione. “È una piazza particolare e serve qualcuno in grado di interpretarla nel modo giusto”, ha aggiunto, rimarcando l’importanza del legame tra l’allenatore e il club.

La Roma, rispetto alla Juventus, ha una storia diversa, e le aspettative dei tifosi possono variare notevolmente. La passione e l’attaccamento alla squadra sono palpabili, e un allenatore che non riesce a entrare in sintonia con questa realtà può trovarsi in difficoltà. Capello ha menzionato anche le dichiarazioni di Ranieri riguardo ai nomi circolati per la panchina, sottolineando come molte delle opzioni non siano state realmente considerate dall’allenatore stesso. Questo dimostra quanto sia complesso il processo di scelta di un allenatore, e quanto sia cruciale avere una visione chiara delle esigenze del club.

Infine, Capello ha ribadito che, a causa della sua età, non ha intenzione di tornare a fare l’allenatore. “Non voglio sentirmi dire: ‘Quello lì è un po’ rinco, allora non lo voglio'”, ha affermato con un tocco di ironia. La sua carriera da allenatore è stata caratterizzata da successi e sfide, e ora si dedica ad altri aspetti del mondo del calcio, come la consulenza e l’analisi.

In sintesi, la situazione di Thiago Motta alla Juventus e l’attesa per il futuro della Roma offrono uno spaccato interessante delle dinamiche che governano il calcio italiano. Le parole di Capello forniscono un’importante riflessione sui requisiti necessari per allenare in contesti ad alta pressione, dove il passato e le aspettative future possono influenzare profondamente le decisioni di una società calcistica. La sfida di mantenere la competitività e il rispetto della tradizione è un compito arduo, ma essenziale per chi desidera lasciare un segno nel panorama calcistico italiano.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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