MotoGP, Stoner accende l’allarme: troppa elettronica, il rischio è diventare come la Formula 1

Stoner critiche MotoGP.

Stoner in Ducati. @ANSA

Luca Antonelli

23 Agosto 2025

Il due volte campione del mondo critica l’attuale direzione del motomondiale: meno controllo per i piloti, più pericoli in pista.

Casey Stoner attacca la deriva tecnica della MotoGP: troppa elettronica, meno spettacolo e un rischio crescente per la sicurezza dei piloti.

La MotoGP sta attraversando un momento di profondo cambiamento tecnico, ma non tutti condividono la direzione presa. Casey Stoner, due volte campione del mondo, ha criticato duramente le ultime evoluzioni del regolamento e l’utilizzo sempre più massiccio dei sistemi elettronici. Secondo lui, la categoria sta commettendo gli stessi errori già visti in Formula 1, con il rischio di ridurre l’imprevedibilità in pista e aumentare, paradossalmente, i margini di pericolo.

Il punto centrale delle critiche riguarda l’introduzione di sistemi pensati per aiutare il pilota a controllare la moto in situazioni limite, ma che in realtà finiscono per togliere responsabilità e sensibilità proprio a chi è in sella. Quando il posteriore non fa più paura, spiega Stoner, i piloti iniziano a forzare troppo sull’anteriore. E a quel punto, basta un errore di valutazione per trasformare un piccolo sbaglio in un incidente.

Meno controllo per i piloti, più rischi in gara: la MotoGP perde la sua essenza

La nuova elettronica introdotta recentemente ha ridotto sensibilmente la quantità di incidenti per perdita del posteriore, ma secondo Stoner, questo non significa aver aumentato la sicurezza. Al contrario, si rischia di creare una falsa percezione di stabilità che porta i piloti a spingere oltre il limite.

Stoner critiche MotoGP.
Bagnaia in gara. – @ANSA

Il vero pericolo, dice l’ex campione, è rendere le moto “troppo facili” da guidare. Quando si ha la possibilità di spalancare il gas anche con 300 cavalli sotto la sella senza avvertire reazioni violente, si perde la connessione tra uomo e macchina. E si perde anche parte dello spettacolo, perché tutte le moto tendono ad avere lo stesso comportamento.

Il rischio è quello dell’omologazione tecnica, dove le gare diventano meno combattute e più dipendenti da dettagli invisibili al pubblico. Le differenze tra i vari stili di guida si annullano, e la bravura del pilota viene coperta dal lavoro del software.

Le nuove regole 2027 non bastano a cambiare rotta: Stoner resta scettico

La Dorna ha già previsto per il 2027 una serie di modifiche tecniche: riduzione della cilindrata a 850 cc, eliminazione dei ride height device, meno aerodinamica e un peso minimo ridotto da 157 kg a 153 kg. Ma per Stoner, queste misure non affrontano il problema principale: il ruolo crescente dell’elettronica nel determinare le prestazioni.

Una moto più leggera e meno sofisticata non significa automaticamente una gara più sicura o più avvincente. Anzi, con meno stabilità aerodinamica e meno appoggio nelle curve, aumentano le frenate aggressive, gli ingressi forzati e le situazioni al limite. E in un campionato dove i margini tra i primi dieci sono spesso inferiori al secondo, questi dettagli fanno la differenza.

Secondo l’australiano, serve una riflessione più profonda sul significato della competizione in MotoGP. La sfida dovrebbe restare tra piloti, non tra algoritmi. E la sicurezza dovrebbe partire dalla formazione, dalla sensibilità in sella e da una moto che comunica con chi la guida, non che decide al suo posto.

La MotoGP resta uno dei campionati più affascinanti al mondo. Ma per Casey Stoner, senza un cambio di rotta, rischia di perdere ciò che l’ha resa unica: l’imprevedibilità, il talento puro e la capacità di emozionare con ogni curva.

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