Milano Cortina: la federazione di slittino esclude la partecipazione russa - ©ANSA Photo
L’ufficialità è finalmente giunta: ai Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, non ci sarà spazio per gli atleti russi e bielorussi, nemmeno come “neutri”. Questa decisione è stata presa durante il Congresso della Federazione Internazionale di Slittino (FIL), tenutosi a Tampere, in Finlandia. Il voto ha evidenziato una netta prevalenza a favore dell’esclusione, con risultati di 24 voti favorevoli e 7 contrari, e un ulteriore 24-8 in una seconda votazione. La posizione assunta dalla FIL in merito alla presenza di atleti russi rappresenta la continuazione del bando già instaurato dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, avvenuta nel febbraio 2022, subito dopo le Olimpiadi Invernali di Pechino, dove i russi avevano partecipato come atleti neutrali a causa delle controversie legate al doping di stato.
Il presidente della FIL, Einars Fogelis, ha dichiarato che “il congresso ha chiarito la sua posizione”, sottolineando la responsabilità collettiva nel promuovere una competizione leale e sicura. Queste parole testimoniano un approccio rigoroso da parte della federazione, intenzionata a mantenere un alto standard di integrità sportiva in un contesto internazionale già fortemente segnato da tensioni geopolitiche. La decisione è stata influenzata anche da un sondaggio anonimo condotto tra gli atleti di slittino, che ha rivelato un ampio spettro di preoccupazioni riguardo al ritorno degli atleti russi alle competizioni. Leon Felderer, presidente della commissione atleti della FIL, ha sottolineato che “gli atleti hanno espresso un’ampia gamma di opinioni”, riflettendo le divisioni e le preoccupazioni presenti all’interno della comunità sportiva.
Questa esclusione non riguarda solo il slittino, ma potrebbe estendersi ad altre discipline invernali, come il bob e lo skeleton. Anche in queste federazioni, la questione della presenza russa sarà discussa nei prossimi incontri, dove la situazione degli atleti russi come “neutri” sarà sicuramente scrutinata. Questo scenario si inserisce in un contesto più ampio, dove le conseguenze del conflitto in Ucraina si riflettono anche nel mondo dello sport, portando a decisioni difficili e controverse.
L’impatto di questa decisione è significativo, non solo per le dinamiche competitive, ma anche per il messaggio che invia sulla responsabilità sociale degli sportivi e delle federazioni. La FIL, attraverso questa scelta, si schiera con la comunità internazionale nella condanna dell’aggressione russa e nel sostegno all’Ucraina. D’altro canto, tale decisione solleva interrogativi sul futuro degli atleti russi e bielorussi, che si trovano ora esclusi dalle più importanti competizioni internazionali.
In un contesto così complesso, è fondamentale considerare le reazioni degli atleti stessi. Molti di loro si sono espressi in favore di una competizione equa e giusta, mentre altri hanno lamentato la mancanza di opportunità per competere, sottolineando che non tutti gli atleti russi sono direttamente responsabili delle azioni politiche del loro governo. Questo dibattito potrebbe intensificarsi nei prossimi mesi, mentre ci si avvicina alle Olimpiadi e le federazioni sportive continueranno a valutare le proprie posizioni.
Inoltre, la decisione della FIL è parte di una tendenza più ampia che ha visto molte altre federazioni e organizzazioni sportive adottare misure simili. Ad esempio, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha emesso raccomandazioni per escludere gli atleti russi e bielorussi da eventi sportivi internazionali, una posizione che ha trovato sostegno in molti settori. Tuttavia, ci sono anche voci critiche che sostengono che l’esclusione di atleti a causa delle azioni del loro governo possa essere vista come una forma di punizione collettiva, che non tiene conto delle singole responsabilità.
Con l’avvicinarsi delle Olimpiadi di Milano Cortina, l’attenzione si concentrerà non solo sulle prestazioni atletiche, ma anche sul clima politico e sociale che circonda l’evento. Le scelte fatte dalle varie federazioni sportive potrebbero avere ripercussioni a lungo termine sulla partecipazione degli atleti e sulla percezione pubblica dello sport come veicolo di pace e cooperazione internazionale. Le prossime settimane saranno cruciali per definire le ultime linee guida e decisioni in vista di un evento che non è solo una celebrazione dello sport, ma anche un palcoscenico globale per affrontare questioni di giustizia e responsabilità. Le parole di Fogelis e Felderer risuonano con forza in questo panorama, richiamando tutti a riflettere su ciò che significa competere in un mondo così polarizzato.
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