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Milan si schiera contro le curve violente: inizia il primo processo

L’atmosfera di intimidazione e violenza che ha caratterizzato le curve di San Siro ha portato a una situazione insostenibile, allontanando dallo stadio famiglie, anziani e bambini. Le violenze perpetrate dagli ultrà della Curva Sud non solo hanno causato danni economici, a causa di biglietti non venduti, ma hanno anche compromesso l’immagine stessa del calcio, influenzando negativamente il pubblico televisivo. Questo clima di terrore ha portato il Milan e la Lega Serie A a costituirsi parte civile nel primo processo scaturito dalla maxi inchiesta condotta dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza, che ha portato all’arresto di 19 persone a fine settembre.

I dettagli del processo

Il processo, che si svolgerà con rito ordinario, vede come imputati tre noti ultrà rossoneri: Christian Rosiello, Riccardo Bonissi e Francesco Lucci, quest’ultimo fratello di Luca Lucci, uno dei capi della Curva Sud. Rosiello ha un passato come bodyguard del rapper Fedez, sebbene quest’ultimo non sia coinvolto in questo procedimento. Mentre i tre ultrà rispondono di associazione per delinquere, altri capi delle curve, come Andrea Beretta della Curva Nord interista, hanno scelto il rito abbreviato, il quale avrà inizio il 4 marzo con 16 imputati.

Le accuse mosse contro gli ultrà includono:

  1. Estorsione
  2. Aggressioni nei confronti di steward e addetti alla sicurezza

Gli avvocati del Milan hanno descritto un gruppo di ultrà che ha trasformato lo stadio in un “territorio di propria pertinenza”, utilizzando violenza e intimidazione per mantenere il controllo sugli accessi e limitare l’egemonia di altri gruppi. Questa situazione ha portato a episodi di accessi abusivi allo stadio, dove centinaia di persone sono entrate grazie alle violenze della Curva Sud.

La struttura organizzativa degli ultrà

Nei documenti presentati, si evidenzia come ci sia una struttura organizzativa ben definita all’interno del gruppo, con ruoli distinti tra i membri. Gli avvocati della Lega Serie A hanno sottolineato che il gruppo ha sfruttato il vasto bacino di tifosi per perseguire obiettivi violenti, compromettendo i principi di convivenza civile e mirando a interessi economici illeciti. Tra i crimini denunciati ci sono anche le estorsioni legate alla vendita di cibo e bevande all’interno dello stadio, anche se le due vittime di queste estorsioni non hanno richiesto di costituirsi parte civile.

Sviluppi e prospettive future

La prima udienza si è tenuta davanti al collegio della sesta penale, presieduto dalla giudice Ilaria Simi De Burgis, e ha avuto una durata molto breve, sufficiente solo per raccogliere le richieste di parte civile della Lega Serie A e del Milan. I giudici hanno fissato una data per decidere sull’ammissione delle parti civili il 20 marzo, quando sarà ascoltato anche il primo teste dell’accusa.

Il pubblico ministero ha espresso la sua contrarietà all’uso di telecamere e fotografie in aula, per evitare ogni forma di spettacolarizzazione del processo. Questa posizione è stata condivisa anche dall’avvocato Jacopo Cappetta, difensore dei tre ultras. Nel frattempo, il tribunale ha stabilito un calendario di udienze che si estenderà fino a giugno, e sono stati indicati 72 testimoni, tra cui Cristiano Iovino, un personal trainer coinvolto in una rissa che ha visto il rapper Fedez come protagonista, e Rosiello, ex bodyguard dello stesso rapper.

La Procura intende snellire la lista dei testimoni, portandola a meno di 40, con l’accordo della difesa per ammettere alcuni verbali direttamente come prove. Il pubblico ministero Storari ha inoltre espresso l’intenzione di presentare in aula delle immagini e delle intercettazioni telefoniche per supportare l’accusa.

Questo primo processo rappresenta un passo significativo nella lotta contro la violenza negli stadi italiani, un fenomeno che ha avuto ripercussioni non solo sulla sicurezza dei tifosi e degli operatori, ma anche sull’integrità e l’immagine del calcio stesso. I danni causati dalla violenza degli ultras si riflettono anche sul mercato dei diritti audiovisivi, che ha visto un calo di interesse e una diminuzione del valore commerciale a causa di questo clima di insicurezza.

La decisione di Milan e Lega Serie A di costituirsi parte civile segna un cambio di rotta nella gestione delle curve, ponendo l’accento sulla necessità di tutelare non solo il business del calcio, ma anche il diritto di tutti i tifosi di vivere le partite in un ambiente sicuro e accogliente. La speranza è che questo processo possa contribuire a un cambiamento culturale e a una maggiore responsabilizzazione nei confronti di comportamenti violenti e illeciti nel mondo del calcio.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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