Mihajlovic, quel gesto clamoroso che lo fece arrabbiare: da non credere

Emerge un nuovo curioso retroscena riguardo lo scomparso calciatore Sinisa Mihajlovic. Le sue parole risuonano tra gli appassionati.

Un personaggio come Sinisa Mihajlovic non può che evocare bei ricordi in tutti i tifosi e negli addetti ai lavori. Abbiamo avuto a che fare con un grandissimo uomo, prima ancora che con un calciatore/allenatore dalla carriera invidiabile. La caratteristica che lo ha sempre contraddistinto è la voglia di lottare, ma senza mai perdere il suo sorriso contagioso.

Sinisa era un guerriero, pronto a scendere in campo per affrontare qualunque battaglia. Un esempio per le nuove generazioni, nelle quali mancano dei punti di riferimento del genere. La dipendenza dall’immagine, generata soprattutto dalla televisione e dai social, ha fatto sì che scemasse l’importanza di molti valori umani assolutamente imprescindibili.

Non è un caso che la nazionale italiana si sia resa protagonista in negativo di un doppio fallimento che rimarrà impresso per sempre nelle nostre menti. Oltre ai discorsi sul sistema calcistico (che andrebbe rivisto da cima a fondo), si registra un minor attaccamento alla maglia azzurra. Ecco Sinisa, invece, ha sempre dato prova di un gigantesco attaccamento a tutte le casacche da lui indossate. E anche in panchina la musica non era affatto cambiata, anzi.

Tant’è che il campione croato ha utilizzato tutte le sue energie al fine di guidare il Bologna finché è stato possibile guidarlo. E quando la società rossoblù si è convinta ad optare per un cambiamento della guida tecnica, Mihajlovic in realtà avrebbe pure continuato a supportare la squadra emiliana.

Mihajlovic, retroscena su Boskov e Caniggia: ecco cosa è successo

Difatti non digerì più di tanto tale scelta, ma il Bologna gli ha pagato ugualmente l’intero stipendio fino alla fine del contratto. Poi, ad un certo punto, Sinisa ha dovuto alzare bandiera bianca, a causa della leucemia mieloide acuta. Allo stesso tempo, però, l’ex Inter ha lasciato numerosi ricordi indelebili che emozioneranno sempre milioni appassionati di calcio.

Una quantità enorme di aneddoti anche simpatici, come quello riguardante Vujadin Boskov e Claudio Caniggia. Mihajlovic lo rivelò durante una conferenza stampa ed è stato riportato dalla pagina ‘Romanzo Calcistico’. Siamo nel lontano 1992, anno in cui Sinisa indossava la maglia della Roma.

Fu l’ultima esperienza prima di approdare alla Sampdoria. “Nel ’92 erano appena usciti i cellulari, ma io non lo avevo. Boskov ci chiamava tutti a casa per sapere se fossimo tornati“, ha dichiarato Mihajlovic. Quest’ultimo aggiunge che una volta andò a cena insieme a Caniggia e rientrò alle 23:30. Boskov chiamò a casa sua, ma in quel momento l’ex Bologna non c’era e rispose la governante.

Poi lui tentò di richiamare Boskov, ma senza successo. L’indomani l’allenatore serbo era arrabbiatissimo, neanche a dirlo. Vujadin lo attaccò dicendogli che un professionista dovrebbe comportarsi in maniera diversa e, secondo il suo parere, il più grande professionista nello spogliatoio era Caniggia. Mihajlovic non la prese bene: “‘Ma come Caniggia? Era con me’, pensai tutto i*******o. Poi Claudio mi disse che gli aveva dato il suo numero di cellulare“. Una scena tutta da ridere.