Tim Mayer ha recentemente annunciato la sua decisione di ritirarsi dalla corsa per la presidenza della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA), esprimendo forti critiche verso il sistema elettorale attuale. Con 59 anni di esperienza nel mondo del motorsport, Mayer ha dichiarato che la mancanza di trasparenza e la percezione di un’illusione di democrazia all’interno della FIA lo hanno portato a prendere questa difficile decisione.
Le elezioni per la presidenza della FIA sono programmate per il 12 dicembre 2023. Tuttavia, Mayer ha spiegato che il regolamento elettorale vigente gli impedisce di formare una squadra di governo che rispetti i criteri di rappresentanza geografica. “Quando le elezioni vengono decise prima che le schede elettorali siano espresse, non è democrazia, è teatro,” ha affermato Mayer in un’intervista rilasciata alla BBC. “E quando i membri non hanno una vera scelta, diventano spettatori, non partecipanti.”
La situazione attuale della FIA
Il contesto di questa situazione è particolarmente significativo. La FIA, che è l’organo di governo del motorsport a livello mondiale, ha la responsabilità di garantire che le varie discipline siano gestite in modo equo e trasparente. Tuttavia, secondo Mayer, il processo elettorale attuale sembra predeterminato e limitato, sollevando preoccupazioni sulla legittimità delle elezioni stesse.
- Cavillo nel regolamento elettorale: Il ritiro di Mayer è avvenuto a causa di un cavillo nel regolamento elettorale che limita la possibilità di competere con il presidente uscente, Mohammed ben Sulayem.
- Lista di vicepresidenti: I candidati sono tenuti a presentare una lista di vice presidenti scelti da ciascuna delle sei sedi distaccate della FIA. Tuttavia, la lista approvata dalla Federazione include solo una candidata sudamericana, la brasiliana Fabiana Ecclestone, moglie dell’ex boss della Formula 1, Bernie Ecclestone, e già parte del team di Ben Sulayem.
- Impatto sulla competizione: Questa situazione ha creato un’impasse, impedendo a qualsiasi altro candidato di nominare un vicepresidente per il Sud America, escludendo di fatto altri contendenti dalle elezioni.
Mayer ha contestato il processo che ha portato a questa situazione, sottolineando che solo un candidato sudamericano e due africani possono essere inclusi nella lista del consiglio mondiale. “Mohammed non è il primo a pensare a modi per limitare le votazioni, ma siamo arrivati al punto in cui solo una persona può essere inserita nelle schede elettorali,” ha dichiarato Mayer, accusando apertamente la leadership attuale di mancanza di trasparenza.
Le conseguenze del ritiro di Mayer
Il ritiro di Mayer potrebbe anche segnalare un cambiamento nel panorama politico della FIA. La sua decisione di non partecipare alle elezioni potrebbe incoraggiare altri candidati a fare lo stesso, se percepiscono che il sistema è sfavorevole e non offre una vera opportunità di competizione. Questo potrebbe avere ripercussioni a lungo termine sulla governance della FIA e sulla sua capacità di attrarre nuovi leader e innovatori.
Inoltre, la questione della rappresentanza geografica è cruciale in un’organizzazione globale come la FIA. La mancanza di diversità nelle candidature e nei rappresentanti potrebbe portare a un’ulteriore alienazione di alcune regioni del mondo, specialmente in un’epoca in cui il motorsport sta cercando di espandersi e di attrarre un pubblico più ampio. La FIA ha bisogno di un dialogo aperto e di una governance inclusiva per garantire che tutte le voci siano ascoltate e che ogni nazione abbia la possibilità di contribuire al futuro del motorsport.
La sfida della governance della FIA
Nonostante le critiche di Mayer, è importante notare che la FIA ha anche compiuto progressi significativi in altre aree, come la sicurezza nel motorsport e l’impegno per la sostenibilità ambientale. Tuttavia, la governance interna e la trasparenza rimangono questioni fondamentali che necessitano di attenzione.
Le elezioni del 12 dicembre saranno quindi un test non solo per Mohammed ben Sulayem, che cerca di confermare il suo mandato, ma anche per la FIA nel suo complesso, che dovrà affrontare le sfide legate alla trasparenza e alla rappresentanza nel futuro. Con la decisione di Mayer di ritirarsi, emerge un interrogativo: riuscirà la FIA a riformare il suo sistema elettorale e a garantire un ambiente di vera democrazia per i suoi membri? Solo il tempo potrà dirlo.