
Mancini svela il segreto del successo: 'Viga', il massaggiatore più grande del mondo - ©ANSA Photo
Nel mondo del calcio, ci sono figure che, pur rimanendo nell’ombra, svolgono un ruolo cruciale per il successo delle squadre. Una di queste è Sergio Viganò, affettuosamente noto come ‘Viga’, un massaggiatore e massofisioterapista che ha dedicato la sua vita al benessere degli atleti. La sua recente scomparsa ha suscitato una profonda commozione in tutto l’ambiente calcistico, in particolare tra coloro che hanno avuto l’onore di lavorare al suo fianco.
il cordoglio di mancini
Roberto Mancini, ex commissario tecnico della Nazionale italiana e simbolo della Sampdoria, ha espresso il suo cordoglio durante i funerali di Viganò, tenutisi a Lu, un comune in provincia di Alessandria. Mancini ha descritto Viga come una persona speciale, paragonandolo a un fratello maggiore. “Il ‘Viga’ era una persona buona. Per me, una persona speciale, per tutti noi. Siamo stati insieme talmente tanti anni che lo considero un fratello maggiore”, ha dichiarato Mancini, evidenziando non solo la professionalità di Viganò, ma anche il profondo legame umano che si era instaurato tra loro.
un professionista del benessere
Sergio Viganò ha dedicato oltre cinquant’anni della sua vita al calcio, lavorando con alcuni dei più grandi campioni della storia italiana. La sua carriera è iniziata negli anni ’60 e ha collaborato con diverse squadre di prestigio, tra cui la Sampdoria, con la quale ha conquistato lo scudetto nel 1990/1991. La sua esperienza nel massaggio sportivo lo ha reso un punto di riferimento per molti calciatori, che lo consideravano non solo un professionista, ma anche un amico fidato.
Viganò era noto per la sua abilità nel prevenire infortuni e garantire una pronta riabilitazione ai giocatori. La sua conoscenza approfondita dell’anatomia umana e delle tecniche di massaggio ha permesso a molti atleti di prolungare le loro carriere e mantenere performance di alto livello. Mancini ha affermato: “Penso sia stato il più grande massaggiatore del mondo. Non solo per me, ce ne sono tanti di giocatori che non sarebbero andati avanti senza il ‘Viga’”, sottolineando l’impatto che Viganò ha avuto su molte carriere.
un supporto morale
Il lavoro di Viganò andava oltre i massaggi. Era una figura di supporto morale e motivazionale per i giocatori, spesso presente nei momenti di difficoltà, pronto a offrire una parola di incoraggiamento o un gesto di affetto. La sua capacità di instaurare relazioni personali con i calciatori ha reso la sua presenza nei ritiri e nelle partite ancora più significativa. Mancini ha detto: “Abbiamo vinto tante cose insieme, ma anche per merito suo”, evidenziando come il lavoro di Viganò fosse intrinsecamente legato ai successi della squadra.
La scomparsa di Sergio Viganò, avvenuta il 18 luglio 2023, ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di chi lo conosceva e lo apprezzava. A 84 anni, Viga ha concluso una carriera che ha segnato profondamente il calcio italiano. La sua eredità non è solo quella di un professionista di successo, ma anche di un uomo che ha saputo costruire legami autentici con le persone che ha incontrato lungo il suo cammino.
In un mondo del calcio sempre più dominato da tecnologie avanzate e preparatori atletici, la figura del massaggiatore come Viganò è diventata ancor più preziosa. La sua capacità di comprendere le esigenze fisiche e psicologiche dei giocatori è ciò che lo ha reso unico. Nonostante i cambiamenti nel modo di preparare e trattare i calciatori, l’umanità e la passione di Viganò rimarranno un esempio per le generazioni future.
La cerimonia funebre di Viganò ha visto la partecipazione di numerosi ex calciatori, allenatori e amici, tutti uniti nel ricordo di un uomo che ha dedicato la sua vita al calcio e ai suoi protagonisti. La commozione è stata palpabile, con molti che hanno condiviso aneddoti e ricordi personali, rendendo omaggio a un grande professionista che ha saputo lasciare un’impronta indelebile nel cuore del calcio italiano.
La figura di Viganò rimarrà sempre nella memoria di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di lavorare con lui. L’impatto che ha avuto nel mondo del calcio va oltre i trofei vinti; si tratta di una connessione profonda e umana che continua a vivere nei ricordi di tutti coloro che hanno attraversato il suo cammino. Con la sua scomparsa, il calcio italiano perde non solo un grande professionista, ma anche un uomo dal cuore grande, un “pezzo del nostro cuore che se ne va”, come ha detto Mancini.