
Malagò non potrà ricandidarsi al Coni: 'I risultati non sono bastati' - ©ANSA Photo
Giovanni Malagò, attuale presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), ha recentemente comunicato la sua impossibilità a ricandidarsi per un altro mandato alla guida dell’ente. Questa dichiarazione ha suscitato un ampio dibattito nel mondo dello sport italiano. Durante una riunione del Consiglio Nazionale del CONI, Malagò ha condiviso le sue riflessioni sui risultati ottenuti durante il suo mandato, evidenziando l’importanza di rispettare le normative vigenti.
“Ho sempre ritenuto che i conti siano a posto”, ha dichiarato Malagò, sottolineando che sotto la sua presidenza l’Italia ha ospitato due edizioni delle Olimpiadi e ha raggiunto risultati sportivi senza precedenti. “Abbiamo portato a casa un prestigio internazionale e risultati straordinari”, ha continuato, mettendo in luce il lavoro svolto per ricostruire la credibilità del movimento sportivo italiano, che ha affrontato diverse difficoltà in passato.
La necessità di rispettare la legge
Malagò ha riconosciuto che, nonostante i traguardi raggiunti, non è giusto prolungare il suo mandato oltre il limite stabilito per legge. “Arriviamo a questo punto e prendo atto che non è giusto avere un mandato in più per completare quel percorso iniziato quando l’Italia era ridotta male”, ha dichiarato, esprimendo il suo rispetto per le normative che regolano il suo ruolo. La legge stabilisce limiti chiari per la durata dei mandati dei presidenti delle federazioni sportive, un aspetto che Malagò ha voluto sottolineare con fermezza.
La questione del rispetto della legge è centrale nel discorso di Malagò. “La risposta per cui non si è potuta fare un’eccezione è sempre stata: ‘c’è una legge'”, ha spiegato. Questa affermazione evidenzia non solo la sua volontà di conformarsi alle normative, ma anche la sua frustrazione nei confronti delle modifiche legislative avvenute negli ultimi anni. “Mi inchino alla legge, ma deve restare tale sempre. Invece, negli ultimi anni è cambiata due volte”, ha lamentato, evidenziando la confusione derivante da un quadro normativo in continua evoluzione.
Riconoscimenti e risultati ottenuti
L’intervento di Malagò ha suscitato reazioni tra i membri del Consiglio e nel mondo sportivo in generale. Molti hanno riconosciuto i meriti di Malagò, il quale ha guidato il CONI attraverso un periodo di grande trasformazione e rilancio. Sotto la sua leadership, l’Italia ha ottenuto risultati significativi in diverse discipline sportive, culminando in performance eccezionali alle Olimpiadi di Tokyo nel 2021, dove gli atleti italiani hanno conquistato ben 40 medaglie.
Tuttavia, la legge rimane un aspetto non negoziabile. La legislazione italiana in materia sportiva prevede che i presidenti delle federazioni sportive nazionali possano ricoprire tale carica per un massimo di tre mandati consecutivi. Questa regola è stata istituita per garantire un ricambio generazionale e per promuovere la partecipazione di nuove figure nel panorama sportivo. Malagò, pur avendo contribuito in modo significativo al panorama sportivo italiano, deve quindi fare i conti con questa realtà normativa.
Un’eredità importante
La sua esperienza al vertice del CONI ha coinciso con un periodo di grande cambiamento, non solo per il movimento sportivo, ma anche per il contesto politico e sociale italiano. Malagò ha spesso dovuto affrontare sfide significative, come la gestione delle risorse durante la crisi economica e la necessità di riorganizzare le strutture sportive nazionali. Il suo approccio è stato caratterizzato da una forte attenzione al dialogo e alla collaborazione con le federazioni, le associazioni e le istituzioni, cercando sempre di promuovere un’immagine positiva dello sport italiano.
Inoltre, il suo operato ha coinciso con il rilancio del brand Italia nel contesto internazionale, grazie anche alla candidatura di Milano-Cortina per le Olimpiadi Invernali del 2026, un evento che promette di portare ulteriore prestigio e visibilità al paese. Malagò ha giocato un ruolo cruciale nel rendere possibile questa candidatura, lavorando instancabilmente per assicurare che l’Italia fosse pronta a ospitare eventi di tale portata.
Nonostante la sua impossibilità a ricandidarsi, Malagò ha lasciato un’eredità importante e un modello di leadership che potrebbe influenzare le future generazioni di dirigenti sportivi. Concludendo il suo intervento, ha espresso una certa nostalgia per il percorso fatto e per le sfide affrontate, ma anche una profonda gratitudine per le opportunità avute. “Siamo qui per il bene dello sport e del nostro paese”, ha dichiarato, rimarcando l’importanza di continuare a lavorare per il futuro del movimento sportivo italiano.
La sua uscita di scena rappresenta non solo la fine di un’era, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo per il CONI e per lo sport italiano, in attesa di scoprire chi sarà il prossimo leader che avrà il compito di guidare questo importante ente verso nuove sfide e opportunità.