Magnini rivela: Ero la pedina perfetta nel gioco del doping

Magnini rivela: Ero la pedina perfetta nel gioco del doping

Magnini rivela: Ero la pedina perfetta nel gioco del doping - ©ANSA Photo

Luca Baldini

24 Novembre 2025

Filippo Magnini, uno dei più celebri nuotatori italiani, ha recentemente deciso di esporsi in un’intervista rivelatrice, mettendo in luce aspetti inediti e controversi della sua esperienza con il doping e le indagini che lo hanno coinvolto. Ospite del programma “Belve”, condotto da Francesca Fagnani su Rai 2, Magnini ha rivelato verità sconcertanti che mettono in discussione la gestione delle indagini da parte della Procura sportiva e la sua personale esperienza in quel drammatico frangente.

Nel corso dell’intervista, il campione ha dichiarato di sentirsi vittima di una “macchinazione pazzesca”, affermando di essere stato scelto come “la pedina attaccabile” in un sistema che mirava a proteggere nomi ben più illustri nel panorama sportivo. Magnini ha rivelato di aver registrato gli interrogatori a cui è stato sottoposto, affermando che tali prove potrebbero rivelarsi fondamentali per chiarire la verità sulla sua squalifica. “Hanno calcato molto sul mio nome per non toccarne altri; atleti del nuoto ma anche di altre discipline”, ha detto, insinuando l’idea che ci siano stati tentativi deliberati di distogliere l’attenzione da possibili irregolarità che coinvolgevano altri sportivi.

Le radici della vicenda di magnini

La vicenda di Magnini ha radici profonde, risalendo al 2017, anno in cui si ritirò dall’attività agonistica. Proprio in quel periodo, scoprì attraverso i media di essere al centro di un’indagine per doping, che culminò in una squalifica che lo avrebbe accompagnato fino al 2020, quando finalmente venne assolto. Durante l’intervista, ha rivelato dettagli inediti riguardo a come sia stato trattato durante le indagini. “Mi hanno preso di mira perché non ho voluto patteggiare”, ha raccontato, evidenziando un clima di pressione e intimidazione che ha dovuto affrontare.

La relazione con federica pellegrini

Un momento significativo dell’intervista è stato quando Fagnani ha chiesto a Magnini di parlare della sua relazione con Federica Pellegrini, anche lei una vera e propria icona del nuoto italiano. “È stato un amore importante?”, ha chiesto la conduttrice. Magnini ha risposto candidamente, affermando che la loro storia d’amore è stata molto turbolenta e che, a distanza di tempo, non ha lasciato un bel ricordo. “Un amore molto travagliato, ad oggi direi più no che sì. Non si è rivelata la persona che pensavo”, ha confessato, lasciando intravedere il peso emotivo che questa relazione ha avuto sulla sua vita.

La questione del doping e le accuse

La questione del doping, tuttavia, rimane al centro del discorso. Magnini ha accusato la Procura di aver gestito la situazione in modo poco trasparente, affermando che uno dei procuratori gli abbia detto direttamente che la questione era “personale” e non necessariamente legata alla verità. “Ho richiesto il DVD dell’interrogatorio, ma casualmente quella frase non c’è”, ha detto, facendo riferimento a una mancanza di trasparenza che ha caratterizzato l’intero processo.

Interrogato sulla sua decisione di non aver denunciato chi lo ha accusato, Magnini ha risposto con una certa calma: “Ho tempo per farlo. Ma ho ascoltato il consiglio del mio avvocato che mi ha detto: nella vita bisogna vincere, non stravincere.” Questa affermazione mette in evidenza il dilemma morale e legale che molti atleti si trovano ad affrontare: la paura di ritorsioni o di ulteriori complicazioni legali spesso frena le vittime di ingiustizie a denunciare gli abusi subiti.

Magnini ha continuato a sottolineare come sia stato scelto come capro espiatorio per nascondere la verità su altri atleti, affermando che ci sono nomi di sportivi, sia nel nuoto che in altre discipline, che non sono stati mai messi in discussione. Tuttavia, il campione ha scelto di non rivelare i nomi, mantenendo un certo riserbo sulla questione. “Preferisco non dirlo. Nomi di atleti importanti del nuoto e anche di altre discipline”, ha affermato, lasciando aperta la possibilità che la verità possa emergere in futuro.

Il racconto di Magnini offre uno spaccato inquietante del mondo dello sport, dove la pressione e la competizione possono portare a scelte discutibili e a dinamiche di potere poco chiare. La sua testimonianza è un invito alla riflessione su come vengano gestiti i casi di doping e su come gli atleti possano trovarsi a fronteggiare situazioni ben più complesse di quanto possano apparire. Con la sua storia, Magnini non solo si fa portavoce di una vicenda personale, ma solleva interrogativi più ampi sull’integrità e sulla giustizia nel mondo sportivo.

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