La scomparsa ha sconvolto i tifosi della nota realtà sportiva: se ne va ad appena 54 anni e in maniera improvvisa
La sua improvvisa morte ha segnato profondamente lo sport siciliano, essendo stato nel corso degli anni, o meglio dei decenni, un dirigente acuto e che ha saputo valorizzare appieno quelle che sono le potenzialità dello sport.
Se ne va a soli 54 anni, lascia moglie e figli, oltre a migliaia di tifosi che lo hanno supportato durante i suoi fruttuosi anni da dirigente. Anni in cui ha vinto di tutto guidando magistralmente una delle realtà di pallanuoto più importanti della Sicilia e dell’Italia intera. Non a caso era considerato dagli addetti ai lavori uno dei dirigenti di pallanuoto più importanti e di successo negli ultimi anni.
Il mondo dello sport piange la scomparsa di Giuseppe La Delfa, dirigente che ha legato il suo nome all’Orizzonte Ekipe Catania femminile, una squadra storica dell’Isola che nel corso degli dieci anni ha fatto grandi cose in Italia e in Europa.
Pallanuoto, muore lo storico dirigente catanese
Nonostante da diversi anni vivesse in Lombardia, a Milano, Giuseppe La Delfa era sempre legato alla sua Catania, alla città che gli ha dato i natali e che lo ha reso grande durante la sua ricca esperienza da dirigente dell’Orizzonte Ekipe Catania. Se n’è andato per motivi ancora poco noti, forse per un malore improvviso, a soli 54 anni: ne hanno dato triste notizia la moglie e le due figlie.
La Dalfa non era un dirigente qualsiasi, ma un professionista esemplare e che ha legato il suo nome al mondo della pallanuoto. Grazie a questo sport ha potuto mettere in pratica il suo talento, il suo intuito manageriale che aveva pochi rivali in giro per la Sicilia e per il resto della Penisola. Alla guida tecnica dell’Orizzonte Ekipe Catania i suoi successi sono rimasti nella storia dello sport: 23 scudetti e 8 Coppe dei Campioni.
A parte i numerosi trofei, La Dalfa ha creato un modello dirigenziale ben preciso e rigoroso che nel corso degli anni ha avuto tanti imitatori.
Nello Russo, attuale presidente onorario del club, ha voluto ricordarlo con queste parole molto sentite: “Per me era come un figlio, ho sempre ammirato le sue grandi capacità organizzative e culturali. Lo conoscevo bene, da quando era ragazzino. È come se avessi perso un amico o un parente. Questa notizia mi affligge tantissimo”.
