Se n’è andato per sempre anche l’idolo delle folle: sport italiano in lutto per la scomparsa di un autentico mito
Non è solo il mondo del calcio a piangere i suoi campioni, autentici miti come Gianluca Vialli, Sinisa Mihajlovic, Antonio Juliano e ‘Rombo di tuono’ Gigi Riva, solo per citarne alcuni, che purtroppo ci hanno lasciati per sempre.
È tutto lo sport italiano, infatti, a essere in lutto dato che non c’è disciplina sportiva che non lamenti una grave perdita, che non abbia dovuto dire addio a un suo interprete. A conferma di quanto detto sopra, a 84 anni è scomparso un atleta leggendario, illustre rappresentante di uno sport che non esiste più tanto che le sue gesta vengono tramandate oralmente più che attraverso clip, video e post sui social network.
Il mondo della boxe è listato a lutto: è definitivamente sceso dal ring Efrem Donati che ha onorato alla grande la ‘noble art’ tanto da essere un simbolo sportivo della Romagna tra San Mauro Pascoli, dov’è nato, Santarcangelo e Rimini.
Boxe in lutto, è morto il pugile Efrem Donati
Immediato il ricordo da parte di quello è stato il suo mondo (sportivo). Commozione e un minuto di raccoglimento, alla presenza di campioni di ieri e di oggi come Loris Stecca e Matteo Signani, per lui e per Raggini in occasione della terza edizione del “Memorial Ezio Raggini”. La notizia è davvero drammatica e addolora tutti i suoi tifosi.
“Chiedi chi erano i Beatles”, recita il titolo di una delle più famose canzoni degli “Stadio”, band capitanata da Gaetano Curreri (anche collaboratore di Vasco Rossi e Lucio Dalla). Prendendo a prestito tale titolo, potremmo dire “chiedete chi era Efrem Donati”.
Ebbene, a parlare per lui è il suo record: 37 vittorie, 11 sconfitte e 3 pareggi, il primo dei quali, con Piero Brandi, a Rimini, interrompe una striscia di 29 vittorie di fila.
Ma gli aridi numeri non raccontano appieno cosa è stato davvero Donati che esordisce nel novembre del 1961 con una vittoria contro Luciano Broccati, a Rimini, e che appende i guantoni al chiodo dopo la sconfitta ai punti, a Brindisi, contro Italo Duranti nel febbraio del 1968.
Efrem Duranti, infatti, era un superleggero che mandava in visibilio le folle per il suo coraggio da autentico guerriero del ring tanto da tenere testa, pur perdendo due volte tra il 1965 e il 1967, a un campione del mondo come Bruno Arcari.
Ecco perché Efrem Donati è ricordato con affetto e nostalgia da chi con lui ha incrociato i guantoni e dagli appassionati del pugilato anni ’60 al punto tale che, ne siamo certi, non mancheranno gli omaggi alla sua carriera nelle riunioni pugilistiche in calendario nelle prossime settimane e negli anni a venire.