Lenny Wilkens, una figura iconica del basket, è venuto a mancare all’età di 88 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo dello sport. La sua morte, annunciata dalla famiglia, segna la fine di un’era per il basket professionistico. Wilkens non è stato solo un giocatore di talento, ma anche un allenatore di successo, guadagnandosi un posto d’onore nella Hall of Fame della NBA sia come atleta che come coach. La sua carriera, che si è estesa per oltre tre decenni, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama sportivo.
I primi passi di una carriera straordinaria
Nato il 28 ottobre 1937 a Brooklyn, New York, Wilkens ha iniziato a giocare a basket da giovane, mostrando subito un talento straordinario. Dopo aver frequentato il Providence College, è stato selezionato come terzo assoluto nel Draft NBA del 1960 dai St. Louis Hawks. Durante la sua carriera da giocatore, ha indossato anche le maglie di squadre come:
- Seattle SuperSonics
- Cleveland Cavaliers
- Portland Trail Blazers
Con una carriera che si è estesa per 15 stagioni, Wilkens è stato nominato All-Star per ben nove volte, dimostrando la sua abilità nel gioco e la sua capacità di influenzare le partite. Riconosciuto per la sua visione di gioco e le sue capacità di playmaking, ha anche vinto la classifica degli assist della NBA due volte.
Un innovatore nel coaching
La carriera di Wilkens non si è fermata al campo da gioco. Dopo il ritiro nel 1975, ha intrapreso una carriera come allenatore, ricoprendo il ruolo di giocatore-allenatore per quattro stagioni. Ha guidato i Seattle SuperSonics dal 1977 al 1985, portando la squadra al suo unico titolo NBA nel 1979. Questo trionfo è stato storico, non solo per la franchigia, ma anche per la città di Seattle.
Successivamente, Wilkens ha allenato altre franchigie storiche della NBA, tra cui:
- Cleveland Cavaliers
- Atlanta Hawks
- Toronto Raptors
- New York Knicks
La sua carriera da allenatore è stata segnata da un successo straordinario, con 1.332 vittorie nelle 2.487 partite che ha diretto, un record NBA che lo colloca al terzo posto nella storia della lega, dietro solo a leggende come Gregg Popovich e Don Nelson.
Un’eredità duratura
Il commissario NBA Adam Silver ha espresso il suo cordoglio per la perdita di Wilkens, definendolo un “ambasciatore rispettato dello sport”. Quattro anni fa, Wilkens è stato incluso nella lista dei 75 più grandi giocatori e dei 15 più grandi allenatori di tutti i tempi della NBA, un riconoscimento che testimonia la sua influenza duratura nel gioco.
Oltre ai suoi successi professionali, Wilkens è stato anche un uomo di grande integrità e umanità. Ha dedicato parte della sua vita a progetti di beneficenza e iniziative che hanno avuto un impatto positivo sulle comunità, dimostrando che il basket può essere un potente strumento di cambiamento sociale. La sua fondazione, la Lenny Wilkens Foundation, ha lavorato per sostenere i giovani e promuovere l’istruzione e l’attività sportiva.
L’eredità di Lenny Wilkens va oltre i numeri e i trofei. La sua passione per il gioco e la sua capacità di ispirare le generazioni future di giocatori e allenatori rimarranno nella memoria collettiva degli appassionati di basket. In un contesto in cui il basket è diventato un fenomeno globale, la vita e la carriera di Wilkens ci ricordano l’importanza delle radici e delle tradizioni che hanno costruito la NBA. La comunità del basket piange la scomparsa di una vera leggenda, ma celebra anche una vita dedicata alla passione per lo sport e al servizio degli altri.