La storia di un’arbitra transgender israeliana: Ho scelto me stessa

La storia di un'arbitra transgender israeliana: Ho scelto me stessa

La storia di un'arbitra transgender israeliana: Ho scelto me stessa - ©ANSA Photo

Luca Baldini

12 Settembre 2025

Sapir Berman, una donna di 31 anni originaria di Israele, ha recentemente fatto la storia diventando la prima arbitro transgender a dirigere una partita di calcio internazionale. La sua storia è un viaggio di lotta, resilienza e autoaffermazione, che si intreccia con il mondo dello sport e le sfide legate all’identità di genere. Berman ha sempre desiderato essere una donna e, parallelamente, ha nutrito il sogno di diventare arbitro di calcio. Tuttavia, questi due sogni sembravano inconciliabili per molti anni, costringendola a nascondere la sua vera identità.

Fin dalla tenera età di cinque anni, Sapir ha sentito una profonda connessione con la sua identità femminile. Crescendo in una famiglia appassionata di calcio, ha iniziato a giocare nel ruolo di difensore, una scelta che l’ha portata a confrontarsi con le aspettative tradizionali legate al genere nel mondo dello sport. “Quando ho iniziato a giocare a calcio, ho capito che il mio sogno di essere una donna e giocare a calcio non erano compatibili”, ha spiegato Berman. Questa consapevolezza l’ha spinta a nascondere la sua vera identità per quasi 26 anni, durante i quali ha continuato a giocare e a costruire una carriera da arbitro.

La sua carriera ha preso piede rapidamente e, nonostante le difficoltà interiori, è riuscita a dirigere partite nella prima divisione maschile in Israele. Tuttavia, la pressione di mantenere segreta la sua identità pesava su di lei. Il momento cruciale è arrivato nel 2020, durante il lockdown per la pandemia di Covid-19, quando ha deciso che non poteva più vivere una vita di menzogne. “Mi sono chiesta, è questa la mia vita? E ho deciso di fare coming out“, ha raccontato Berman, consapevole che la sua scelta avrebbe potuto mettere fine alla sua carriera.

Il percorso di transizione di Sapir è iniziato nel 2021 e non è stato privo di sfide. “Non sapevo cosa comportasse, cosa aspettarmi”, ha ammesso. L’inizio della terapia ormonale ha portato con sé una serie di emozioni contrastanti; mentre all’esterno iniziava a sentirsi più in sintonia con se stessa, all’interno l’ansia di compromettere la sua carriera la tormentava. Dopo aver fallito due test di idoneità e subendo una retrocessione in una divisione inferiore, la situazione sembrava disperata. Eppure, la determinazione di Sapir non si è mai affievolita.

Il debutto come arbitro transgender

Nel marzo di quest’anno, Berman ha ottenuto il via libera per arbitrare partite internazionali, e il suo sogno di dirigere partite di grande prestigio, come quelle di Champions League, Europei o Mondiali, è tornato a brillare. La sua prima apparizione ufficiale come arbitro transgender è avvenuta a Belfast, dove ha diretto una partita di qualificazione per l’Europeo Under 17 femminile tra Irlanda del Nord e Montenegro. Questo momento non solo ha segnato la sua carriera, ma ha anche rappresentato una pietra miliare nella storia del calcio europeo.

“Confido negli organi di governo affinché trovino un modo per integrare, unire e diversificare”, ha affermato Berman. La sua speranza è che la sua presenza e il suo esempio possano contribuire a una maggiore accettazione delle diversità nel mondo dello sport. Sul campo, ha ricevuto una risposta positiva sia dalle giocatrici che dai tifosi. “I fan mi insultano ancora, ma ora usano nomi femminili”, ha detto con un sorriso. Questo cambiamento, seppur parziale, rappresenta un passo avanti significativo nel riconoscimento della sua identità.

Un simbolo di speranza

Inoltre, Sapir ha notato che molti giovani la fermano per strada per dirle che la sua storia ha ispirato speranza e coraggio. “Mi riempie di orgoglio, mi dà tanta forza per andare avanti”, ha dichiarato, evidenziando l’importanza del suo percorso non solo per se stessa, ma anche per coloro che affrontano battaglie simili. La sua testimonianza è una luce per molte persone che si sentono emarginate o incompresi, dimostrando che è possibile vivere autenticamente e perseguire i propri sogni, anche in un mondo che spesso risulta ostile.

Sapir Berman non è solo un’arbitra; è un simbolo di speranza e cambiamento. La sua storia è un esempio di come la determinazione e l’autenticità possano superare le barriere e le aspettative sociali. Mentre continua a scrivere la sua storia nel mondo del calcio, il suo messaggio di autoaccettazione e resilienza risuona forte, ispirando una nuova generazione a essere se stessa, senza compromessi.

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